Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

venerdì 31 dicembre 2010

Telefonia mobile: trend positivo per Tim

Nel mese di novembre gli abbonati alla telefonia mobile in Brasile hanno raggiunto i 197,53 milioni. Tim ha conquistato il 24,91% del mercato ma la quota è in crescita. “Il nostro impegno lungo il percorso di trasformazione del business ha consentito di migliorare il trend di fatturato e ciò è avvenuto soprattutto grazie al Brasile” ha commentato l’ad di Telecom Italia, Franco Bernabé.

L’Anatel, Agenzia Nazionale di Telecomunicazione del Brasile, ha reso noti i dati inerenti il settore della telefonia mobile aggiornati al mese di novembre 2010. Il numero totale di abbonati ha raggiunto i 197,53 milioni e, confrontando i dati con i periodi precedenti, si riscontra un aumento dell’1,59% rispetto al mese di ottobre e del 16,4% rispetto all’anno precedente. Lo scorso mese gli abbonati sono stati in totale 3,09 milioni contro i 2,96 milioni nel mese di ottobre. Per quanto riguarda le quote appartenenti ai singoli operatori telefonici, emerge che Vivo Participacoes, leader del mercato, possiede il 29,8% di quote di mercato, Claro, la divisione locale di Mexicos America Movil, il 25,55% (entrambe le società in leggero calo rispetto al mese di ottobre 2010), seguito al terzo posto da Tim Participacoes con il 24,91% e al quarto da Oi, con il 19,38%.
La controllata di Telecom Italia ha conquistato ben 1 punto percentuale di quota di mercato tra la fine di luglio e novembre a scapito dei concorrenti. L’andamento positivo sul mercato brasiliano di Tim ha compensato le perdite subite nel mercato della telefonia mobile italiana, dove è stata sorpassata nel 2009 dalla concorrente Vodafone ed ha contribuito ad abbassare l’indebitamento di Telecom Italia. In una nota, l’ad di Telecom Italia, Franco Bernabé ha così commentato l’importanza dei paesi latini nella strategia di Telecom Italia: “Il nostro impegno lungo il percorso di trasformazione del business ha consentito di migliorare il trend di fatturato e ciò è avvenuto soprattutto grazie al Brasile. Si conferma in questo modo l’importanza strategica, per noi, dell’America latina. Recentemente abbiamo acquisito anche il controllo di Telecom Argentina, rafforzando così il profilo internazionale del gruppo”. L’andamento estremamente positivo di Tim Participacoes in Brasile deriva dalla crescita del mercato della telefonia mobile, naturale conseguenza di un generale aumento del benessere.

giovedì 30 dicembre 2010

Tuttofood: le eccellenze italiane alla conquista del Brasile

A partire dal 2012 Tuttofood, la fiera milanese dell’alimentazione, sarà esportata anche in Brasile. Ad annunciare l’iniziativa è stato Michele Perini, presidente di Fiera Milano.

Tuttofood, il salone dell’alimentazione giunto alla terza edizione che si tiene con cadenza biennale a Rho, mira a diventare un marchio internazionale. Michele Perini, presidente di Fiera Milano, ha infatti recentemente annunciato di voler esportare il salone nei Paesi emergenti partendo da Brasile, India e probabilmente Cina. L’importante rassegna milanese, la cui prossima edizione si terrà nel polo fieristico di Rho dall’8 all’11 maggio 2011, attira ogni anno professionisti italiani e buyer internazionali. A dimostrazione delle potenzialità del settore, Tuttofood ha superato la crisi degli ultimi due anni con una crescita sorprendente del +28%, imponendosi come fiera privilegiata del settore. Il prossimo obiettivo, come illustrato dal presidente di Fiera Milano, sarà quello di diventare, entro l’Expo 2015, la più importante fiera mondiale dell’alimentare. In merito a questa collaborazione, l’ad di Expo, Giuseppe Sala ha precisato che "tra i due eventi c'è molta convergenza e perciò abbiamo deciso di patrocinare la manifestazione".
I rapporti tra il salone Tuttofood e il Brasile sono già consolidati, basta pensare alla partecipazione di grandi gruppi brasiliani alla rassegna italiana, tra i principali: gli importatori Allfood e Belpaese, il distributore di vini italiani Pizzicarolo, la rete di supermercati Sonda e il grossista Companhia brasileira de distribução.
Fiera Milano si pone, quindi, come intermediario privilegiato a livello internazionale tra i mercati e fornisce il mezzo migliore per istaurare delle relazioni nei paesi emergenti, per conoscere e per farsi conoscere dal mercato.

mercoledì 29 dicembre 2010

Inflazione e spesa pubblica: prime sfide per Dilma Rousseff

Dilma Rousseff inizierà il suo mandato il 1° gennaio 2011. Lo scenario economico appare positivo vista la crescita attuale del PIL a “ritmi cinesi” del 7,5%, ma questa ascesa vertiginosa potrebbe portare al surriscaldamento dell’economia e ad un conseguente aumento dell’inflazione.

Dilma Rousseff, nuovo Presidente del Brasile, inizierà il proprio mandato il 1° gennaio 2011 e sarà alla guida di un Paese la cui economia chiuderà il 2010 con risultati estremamente positivi: si registra una generale ripresa dalla crisi, il PIL cresce a “ritmi cinesi” pari ad un tasso del 7,5%, la disoccupazione sta calando, i prezzi delle materie prime esportate aumentano, gli investimenti esteri segnano una ripresa e la domanda interna aumenta.
Nella realtà dei fatti questo trend positivo nasconde il rischio concreto di un surriscaldamento dell’economia con un conseguente aumento del costo del denaro. Secondo le previsioni di numerosi economisti già a metà 2011 l’inflazione potrebbe raggiungere il livello massimo dell’inflation targeting stabilito al 6,5%. La manovra antinflazionistica non sarà soltanto una sfida da un punto di vista meramente economico, ma soprattutto politico. Il presidente uscente Lula, che ha riscosso un tasso di gradimento record pari all’87%, ha fatto della lotta all’inflazione il proprio cavallo di battaglia e se il nuovo presidente non dovesse riuscire a contenere l’inflazione rischierebbe di perdere l’appoggio della fascia più povera della popolazione, che rappresenta la parte più consistente del suo elettorato.
Il Ministro del Tesoro Guido Mantega ha annunciato che per aiutare la Banca Centrale a controllare il tasso di inflazione si rende necessario un piano di contenimento della spesa pubblica che coinvolgerà tutti i Ministeri. La manovra non interesserà i progetti prioritari dei vari dicasteri, che vengono in questo modo garantiti, ma prevede il taglio o il rinvio a tempi successivi delle iniziative non ancora attuate. Per quanto riguarda la PAC (Programma di Accelerazione della Crescita), vengono garantiti i progetti già in fase di attuazione, tra cui la “Bolsa-Familia” (programma assistenziale per i ceti più deboli). Secondo il Ministro Mantega, attraverso questa manovra “il contenimento delle spese offre uno spazio ragionevole per la riduzione del tasso ufficiale di sconto”. Secondo le previsioni il 2011 sarà un anno in salita per il Brasile, nonostante ciò la crescita non si fermerà ma al contrario prevede una crescita del PIL attorno al 4,5%.

martedì 28 dicembre 2010

L’Indice di Fiducia dell’Industria è in calo

La Fondazione Getulio Vargas ha reso noto l’Indice di Fiducia dell’Industria che mostra un calo dell’1,1% nel corso del mese di novembre 2010. Si rileva una generale insoddisfazione per la situazione attuale e si mantiene un’attitudine prudente in relazione ai prossimi sei mesi.

La Fondazione Getulio Vargas ha reso noto l’Indice di Fiducia dell’Industria relativo al mese di novembre 2010, che risulta essere in calo dell’1,1% rispetto allo scorso mese di ottobre ed è il più basso che si registri dal mese di settembre 2009. L’Indice è un indicatore che è stato elaborato sulla base di questionari composti da cinque domande e compilati da 1.192 imprese tra il 3 e il 26 novembre scorso, con l’obiettivo di rilevare la percezione degli imprenditori in riferimento alla situazione attuale e futura dell’industria brasiliana.
I dati del mese di novembre, benché contrastanti, evidenziano una visione positiva in relazione allo scenario degli affari (passata dal 32,7% al 35,9% degli intervistati) e, contemporaneamente, un aumento delle imprese che valutano la possibilità concreta di affari in calo (dal 7,2% al 13%). Per quanto riguarda la percezione dei prossimi sei mesi, si mantiene la propensione alla prudenza anche se si registra una leggera diminuzione dei pessimisti, dal 59,7% al 51,7%. L’indice si compone di 2 parametri: l’Indice di Aspettativa, che si riferisce all’andamento futuro ed ha registrato nel mese di novembre un calo dell’1,9% e l’Indice della Situazione Attuale che è diminuito dello 0,3%.
Gli imprenditori brasiliani, nonostante la performance economica estremamente positiva del 2010, che può vantare un PIL in aumento del 7,5%, mostrano di essere decisamente poco fiduciosi nel futuro e, nel complesso, insoddisfatti della situazione attuale a causa dell’incertezza avvertita nei confronti dello scenario economico-finanziario.

lunedì 27 dicembre 2010

I nuovi consumatori brasiliani appartengono alla classe media

La classe media carioca è quasi raddoppiata negli ultimi anni e attualmente rappresenta il 50% della popolazione. Secondo una recente indagine è diventata il maggiore consumatore di elettrodomestici e di elettronici per una cifra d’affari di circa 10 miliardi di euro nel 2010.

La classe media brasiliana, avente un reddito mensile compreso tra i 300 e gli 800 euro mensili, è in rapida ascesa e comprende attualmente il 50% della popolazione, circa 94,9 milioni di persone. La società di ricerca brasiliana “Data Popular” ha indagato il settore degli elettrodomestici e degli elettronici, realizzando uno studio sui consumi per il periodo 2002 – 2010. Ne emerge un’interessante trasformazione nella distribuzione dei consumi: nel 2002 il 55% dei beni del settore era acquistato dalla la classe più abbiente mentre l’intera classe media copriva una quota pari solo al 27%. Entro la fine di quest’anno, invece, si prevede che la fascia media raggiunga il 45% degli acquisti del settore e si stima che entro la fine del 2011 possa superare il 50%. Nonostante il potere d’acquisto pro capite sia ancora contenuto, a livello aggregato rappresenta un mercato assai appetibile: gli acquisti di elettrodomestici e di elettronici nel 2010 raggiungeranno i 10 miliardi di euro, contro i 7,5 miliardi della classe ricca.
La classe media ha beneficiato dell’aumento dell’occupazione e della forte espansione del credito. Grazie a questi fattori, ha incrementato i consumi in maniera più intensa rispetto a quanto si è pur verificato per tutte le altre classi”, ha commentato Renato Meirelles, socio e direttore dell’istituto di ricerca brasiliano Data Popular. Sulla base di questa interessante indagine, emerge la necessità di conoscere a fondo e soddisfare una domanda in forte crescita: la domanda della nuova classe media brasiliana.

venerdì 24 dicembre 2010

Risultati molto positivi per il progetto ”Crea-Forma Impresa”

Si è concluso l’11 dicembre scorso il progetto “Crea-Forma Impresa” realizzato dalla FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie) nell’area di Rio de Janeiro. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di illustrare ai partecipanti il modello delle PMI italiane per ottimizzare la gestione di impresa: i risultati sono stati molto positivi.

Si è concluso l’11 dicembre scorso, con grande successo, il progetto “Crea-Forma Impresa” realizzato dalla FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie) nell’area di Rio de Janeiro. La FILEF si occupa da oltre 40 anni della situazione delle comunità italiane all’estero e promuove progetti di formazione e orientamento professionale a favore dei cittadini migranti. Il progetto, della durata di circa un anno, ha coinvolto oltre cinquanta partecipanti di origine italiana residenti a Rio. L’obiettivo era di fornire gli strumenti necessari per la creazione di una nuova impresa o per l'attuazione di strategie in aziende esistenti. In particolare, il progetto si è focalizzato sulla gestione strategica delle PMI, sugli strumenti legislativi e finanziari come incentivi ed esenzioni, sull’importanza di una conoscenza adeguata del mercato e sulla promozione di azioni di formazione di tecnici qualificati. Il modello di business su cui si è basato l’intero corso è stato quello di successo delle PMI italiane: i partecipanti hanno potuto elaborare business plan e svolgere stage presso PMI gestite da discendenti di italiani installate nella zona di Rio de Janeiro e della Serra Gaucha del Rio Grande do Sul. Il progetto ha riscosso un notevole successo, basti pensare che una delle idee di impresa ha trovato subito realizzazione: un ostello ecosostenibile nella zona a sud di Rio de Janeiro. “Crea-Forma Impresa” è dunque un progetto che nasce per promuovere l’imprenditorialità italiana nel mondo, e, visto l'esito favorevole, si sta valutando la possibilità replicare questa esperienza anche in futuro.

giovedì 23 dicembre 2010

“Spazio Italia” si prepara al Carnevale di Rio

La Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro sta organizzando un’area riservata alle aziende italiane che desiderino sfruttare l’evento popolare per conoscere e farsi conoscere dal mercato brasiliano.

Il Carnevale di Rio non è più soltanto una grande festa popolare fatta di danza e musica, ma anche una grande e appetibile vetrina commerciale. Sulla base di questo principio la Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro ha lanciato un’iniziativa il cui slogan “Diamo ritmo al business” rispecchia perfettamente lo spirito dell’occasione che vede da un lato i colori e la musica della festa popolare e dall’altro imprese dinamiche che desiderano dare un nuovo impulso al loro business. L’iniziativa è rivolta non soltanto agli imprenditori italiani ma anche alle aziende interessate al mercato italiano e alla rete camerale. Durante il famoso carnevale carioca, che avrà luogo dal 4 all’8 marzo 2011, la Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro metterà a disposizione delle aziende e degli enti una zona VIP chiamata “Spazio Italia” nella quale i partecipanti potranno sviluppare contatti commerciali e istituzionali. Questa iniziativa nasce infatti per: favorire il networking aziendale, facilitare gli incontri commerciali e realizzare iniziative di marketing. Un progetto originale e significativo per lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi che si colloca in un contesto di estrema visibilità e dinamicità.

mercoledì 22 dicembre 2010

L’economia brasiliana continuerà a crescere nel 2011

Secondo i dati forniti dalla Confederazione Nazionale dell’Industria (CNI) nel 2011 l’economia brasiliana subirà un rallentamento generale ma continuerà la propria crescita.

La Confederazione Nazionale dell’Industria (CNI) ha reso noti i risultati delle proiezioni per il 2011. Sulla basi di tali dati si prevede una crescita costante dell’economia brasiliana ad un ritmo più contenuto rispetto al 2010. Si stima che l’anno in corso si concluderà con una crescita del PIL del 7,6%, la performance positiva continuerà anche nel 2011 ma con una crescita più lenta, intorno al 4,5%.
Le cause di questo rallentamento vanno cercate in diversi fattori critici quali: il calo del consumo interno che nel 2011 scenderà al 5,1% contro l’attuale 7,9%, la fine delle esenzioni fiscali per far fronte alla crisi e le difficoltà di ripresa livello internazionale, la contrazione della crescita industriale che diminuirà dal 10,9% di quest’anno al 4,5%, il termine del Programma di Sostegno dell’Investimento (PSI) della Banca Nazionale dello Sviluppo Economico e Sociale, le restrizioni al credito al consumatore decise all’inizio del mese di dicembre dalla Banca Centrale, infine gli investimenti che passeranno dal 24,5% attuale al 13,5%.
Il tasso di inflazione, grazie ad un controllo più rigido, diminuirà di quasi un punto percentuale, dal 5,8% attuale al 5%. Il tasso ufficiale di sconto si prevede che possa aumentare dal 10,75% di quest’anno al 12%, mentre il tasso medio reale dovrebbe passare dal 4,6% al 6,3%. Per quanto concerne la bilancia commerciale si stima che il surplus scenderà dagli attuali 15 miliardi di dollari a 4 miliardi di dollari nel 2011.
Nonostante le previsioni siano caute e mostrino un netto rallentamento economico, il Brasile continuerà la propria crescita economica anche nel 2011.

martedì 21 dicembre 2010

Al via il progetto di cooperazione italo-brasiliana

La presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, ha incontrato il Presidente uscente Luis Inacio Lula da Silva durante la sua ultima visita in Brasile. La motivazione principale di questo incontro ufficiale è la realizzazione del progetto di cooperazione “Cinque regioni italiane per lo sviluppo integrato del Brasile”.

Il progetto di cooperazione “Cinque regioni italiane per lo sviluppo integrato del Brasile”, sottoscritto tra le Regioni Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Liguria, il Ministero degli Affari Esteri ed il Governo brasiliano, è il più importante realizzato fino ad ora nel Paese sudamericano. Il programma, approvato per la prima volta nel 2004, entra ora nella fase operativa ed ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra gli Stati, le imprese e le università e favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese brasiliane. Si prevede altresì di realizzare dei progetti speciali in settori d’eccellenza come l’aerospazio, i beni culturali, la mobilità urbana e l’agroalimentare. Nel 2011-2012 avrà luogo il “Momento Italia-Brasil”, un’iniziativa per mostrare al Brasile i settori d’eccellenza italiani. “Sarà questa – ha detto Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria – un’occasione importante, perché le Regioni, a partire dall’Umbria, facciano avanzare concreti progetti capaci di mettere in opera la qualità del nostro sistema produttivo e di dare la qualità alla collaborazione tra Italia e Brasile, nel segno di quella reciprocità che è un tratto fondante della storia comune dei nostri due Paesi”.

lunedì 20 dicembre 2010

Casa Cor: la fiera brasiliana del design

L’evento più importante del calendario fieristico brasiliano è all’insegna del design. Casa Cor sarà allestita presso il “Jockey Club” di San Paolo, in uno spazio espositivo di 56mila metri quadrati ripartiti in 110 ambienti a tema che saranno progettati da oltre 150 professionisti.
Casa Cor è la fiera del design e della casa più importante e conosciuta dell’America latina. La ventesima edizione della manifestazione si aprirà a maggio del prossimo anno presso il sontuoso “Jockey Club” di San Paolo, durerà ben 51 giorni e si prevede un’affluenza di circa 160mila visitatori. Lo spazio espositivo, di 56mila metri quadrati, sarà progettato da oltre 150 professionisti, tra arredatori d’interni, paesaggisti e architetti per ospitare 110 ambienti a tema. Le singole aree saranno in seguito arredate da espositori provenienti da tutto il mondo. La manifestazione è da anni il principale punto di riferimento per gli appassionati di arredamento che seguono le nuove tendenze e cercano stile, tecnologia e sostenibilità. Saranno inoltre allestite tre mostre parallele: Casa Kids, Casa Hotel e Casa Talento. Casa Cor rappresenta la vetrina ideale per rendersi visibili nel mercato brasiliano dell’arredamento di fascia alta.

venerdì 17 dicembre 2010

Mato Grosso do Sul: terra di opportunità

La regione del Mato Grosso do Sul offre grandi opportunità di investimenti all’insegna della sostenibilità. Il numero delle nuove aziende è cresciuto in modo esponenziale e il Governo punta al miglioramento infrastrutturale per facilitare la crescita industriale del territorio.

Il Mato Grosso do Sul, nella parte Centro-Ovest del Brasile, si sta rivelando una Regione ricca di opportunità di investimento in diversi settori quali: l’allevamento, l’agricoltura, l’agroenergia, la produzione minerale e siderurgica, l’industria della cellulosa e della carta e infine l’industria turistica. A dimostrazione di ciò il numero delle nuove imprese registrate negli ultimi quattro anni è aumento del 19,58% passando dalle 24.037 nel 2006 alle 28.743 nel 2010. A trainare la crescita è la capitale Campo Grande dove sono state registrate ben il 58,6% delle nuove aziende. Attualmente il numero delle imprese attive è 115.025, nel 2010 soltanto due imprese hanno chiuso e negli ultimi tre anni solo 32 aziende hanno dichiarato fallimento. Questa crescita è dovuta in primo luogo alle condizioni ambientali favorevoli, in secondo luogo alla politica del Governo orientata a favorire gli investimenti esteri in entrata. A questo proposito il Governo assicura incentivi fiscali e punta al miglioramento della rete infrastrutturale a sostegno della crescita industriale. “La produzione e la diversificazione economica – afferma il Governatore, Andrè Pulcinelli – sono i nuovi pilastri del Mato Grosso do Sul”.

giovedì 16 dicembre 2010

Fiera Milano sbarca in Brasile

Fiera Milano punta ai mercati emergenti e dopo aver creato due società fieristiche rispettivamente in India e Cina in partnership con Fiera di Hannover, sbarca in Brasile.

Fiera Milano punta sull’internazionalizzazione e, dopo aver creato due società fieristiche in India e Cina in partnership con Fiera di Hannover, sbarca in Brasile. Fiera Milano è già attiva in Brasile da diversi anni attraverso un ufficio di rappresentanza a San Paolo presso la Promos, l’agenzia della Camera di Commercio di Milano. Il passo decisivo nasce con un accordo, recentemente sottoscritto, per acquistare il 75% del capitale del Grupo Cipa, affermato operatore fieristico che gestisce 14 manifestazioni pari a circa 100mila m² espositivi prevalentemente a San Paolo. L’investimento è stato valutato 16 milioni di euro e si prevede inoltre di costituire due joint-venture con aziende locali per ottimizzare l’amministrazione delle attività legate agli eventi fieristici. L’internazionalizzazione diventa un obiettivo di primaria importanza anche per il comparto fieristico, nell’ottica di una concorrenza globale sempre più intensa. Sfruttare la presenza internazionale di enti fieristici è di fondamentale importanza per entrare ed essere costantemente presenti nei mercati emergenti.

mercoledì 15 dicembre 2010

Fiat: nuovo investimento in Brasile

Dopo l’incontro con il presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva l’amministratore delegato di Fiat Automoveis, Cledorvino Belini, ha confermato oggi l’investimento da 3 miliardi di reais (circa 1,3 miliardi di euro) per la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo in Brasile.

È stato confermato l’investimento di Fiat in Brasile, il nuovo stabilimento sorgerà nel Complesso Industriale Portuario di Suape, nello Stato di Pernambuco, nel nordest del Paese. La manovra, valutata 3 miliardi di reais, rientra nel piano di investimenti da 10 miliardi destinati alla produzione brasiliana che il gruppo torinese ha annunciato per il periodo 2011-2014. Per la realizzazione di tale progetto Fiat dovrebbe beneficiare di incentivi fiscali previsti per lo sviluppo della regione Nordest da parte dei governo del presidente uscente Lula. Il nuovo impianto nasce dall’esigenza di soddisfare la domanda crescente del mercato brasiliano e di sopperire alla saturazione dell’esistente stabilimento di Betim, nello Stato di Minas Gerais. La nuova fabbrica, che avrà una capacità produttiva di 200mila unità l’anno e genererà circa 3.500 nuovi posti di lavoro diretti, sorgerà in un’area di 4,4 milioni di metri quadrati e sarà dotata di un centro di ricerca e sviluppo e di un centro per la formazione delle risorse umane. La produzione sarà focalizzata su nuovi modelli di autovetture destinate al mercato sudamericano e, con molta probabilità si produrrà la Nuova Uno che ha riscosso un notevole successo nel mercato brasiliano. "Il progetto che sarà realizzato in Pernambuco – ha affermato Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat – rappresenta una tappa importante per il rafforzamento internazionale di Fiat. Il Brasile, dove entro il 2014 prevediamo di raggiungere un volume di vendite di oltre un milione di veicoli l'anno, è un Paese strategico per la nostra espansione. Il nostro gruppo intende inoltre contribuire allo sviluppo economico, tecnologico e industriale del Brasile, in cui operiamo da quasi 40 anni". La Fiat si conferma quindi leader nel mercato brasiliano dove, a tutto novembre, ha venduto 560mila auto e 140mila veicoli commerciali, superando le vendite nel mercato italiano.

martedì 14 dicembre 2010

Il maggior partner commerciale del Brasile è la Cina

Da un decennio i rapporti tra i due colossi emergenti si stanno facendo sempre più solidi e collaborativi. La Cina è diventata il maggiore partner commerciale del Brasile, superando gli Stati Uniti e si prevede di raggiungere la quota di 10 miliardi di dollari di investimenti entro la fine di quest’anno.

Mentre l’Europa e gli Stati Uniti stanno ancora cercando di rialzarsi dalla crisi economica, la Cina registra una crescita del PIL dell’8,7% ed è diventata la seconda economia mondiale mutando così lo scenario economico e politico globale. La Cina sta dimostrando un particolare interesse verso l’America Latina e anche se attualmente solo il 6% egli Ide cinesi sono rivolti alla regione, tale quota è ben presto destinata ad aumentare. A dimostrazione dell’attenzione verso i paesi latini la Cina è diventata parte del Bid (Banca Interamericana di sviluppo) con un capitale di 350 milioni di dollari con l’intento di favorire la crescita economica e di finanziare opere infrastrutturali in tutta l’America Latina. La Cina ha scelto il Brasile come partner economico privilegiato e si prevede che entro la fine del 2010 gli investimenti cinesi nel Paese raggiungeranno i 10 miliardi di dollari. L’accordo più importante finora raggiunto riguarda il contratto di fornitura tra la compagnia petrolifera statale cinese Sinopec e la brasiliana Petrobras. Secondo tale accordo la compagnia petrolifera brasiliana si impegna a fornire 200mila barili di greggio al giorno alla Cina ricevendo in cambio un prestito di 10 miliardi dollari per dieci anni erogato dalla China Development Bank. Tale prestito andrà a sostegno di un ambizioso piano di espansione del valore di 174 miliardi di dollari. Altro accordo degno di nota è la joint-venture tra Sinopec e Repsol: la compagnia cinese controllerà il 40% della nuova unità brasiliana che effettuerà un aumento di capitale di 7,1 miliardi di dollari. Il prossimo passo sarà quello di promuovere una strategia comune creando sinergie e possibilità di investimenti, concretizzando un’agenda regionale commerciale e d’innovazione tecnologica.

lunedì 13 dicembre 2010

Lo sviluppo delle infrastrutture in vista dei mondiali

L’Inter-American Development Bank (IDB), la banca che incentiva lo sviluppo sostenibile dei Paesi dell’America latina e dei Carabi, erogherà un prestito da 150 milioni di dollari per migliorare le condizioni socio-sanitarie delle favelas di Rio de Janeiro in vista dei mondiali di calcio del 2014 e dei giochi olimpici di Rio del 2016.

I mondiali di calcio e i giochi olimpici hanno favorito un nuovo impulso in Brasile. Al fine di accogliere gli eventi sportivi sarà necessario sviluppare le infrastrutture e i servizi per raggiungere un livello adeguato all’avvenimento. L’obiettivo è di cogliere le opportunità nascenti per investire in progetti ad ampio respiro che portino al miglioramento generale della qualità della vita. Un aiuto concreto viene dall’Inter-American Development Bank (IDB) che contribuirà con un aiuto sostanziale allo sviluppo delle infrastrutture nelle favelas di Rio de Janeiro. Il programma prevede la bonifica di 30 favelas e sei insediamenti irregolari e provvederà al miglioramento delle condizioni di vita di 100.000 abitanti. Il piano si concentra innanzitutto su lavori di pubblica utilità quali: il rifacimento del sistema fognario, la fornitura di acqua, la mobilità urbana, il trattamento dei rifiuti, l’illuminazione stradale e la creazione di spazi verdi e di campi sportivi. In secondo luogo il denaro verrà investito nel miglioramento dell’efficienza dei servizi sociali e sanitari e nella promozione di campagne mirate a sensibilizzare la popolazione contro la violenza e l’uso di droga. Il problema della sicurezza è diventato di primaria importanza nelle città brasiliane e va affrontato non soltanto con l’aiuto delle forze dell’ordine, ma anche attraverso la promozione di attività preventive come campagne di educazione e sensibilizzazione, spazi sportivi e ricreativi per i ragazzi che altrimenti vivrebbero sulla strada.
In vista dell’appuntamento del 2014 il Brasile propone grandi opportunità di investimento non soltanto nel settore pubblico ma anche nel settore privato. Si prevede infatti ce vengano ampliati e migliorati i servizi alberghieri, i pubblici esercizi e le strutture sportive attraverso finanziamenti privati. Il presidente dell’Inter-American Development Bank (IDB), Luis Alberto Moreno, ha fatto notare il ruolo cruciale che rivestiranno i finanziamenti privati viste le potenzialità e l’interesse crescente nell’area anche da parte delle imprese italiane. A questo proposito l’IDB ha firmato un accordo con Intesa Sanpaolo nell’intento di finanziare progetti di sviluppo e soprattutto al fine di sostenere le Pmi italiane che vogliono investire in America latina.


venerdì 10 dicembre 2010

Brasile: non più solo meta turistica

Il turismo in Brasile cresce in tutti i sensi: sia dal punto di vista dell’offerta, sempre più completa e competitiva, che della domanda. Secondo uno studio di Ikp International realizzato per conto di Itb Berlino, l’ente che allestisce la fiera mondiale del turismo nella capitale tedesca, il Brasile starebbe diventando un mercato dal potenziale in forte crescita.

A seguito di un'indagine pubblicata nel “World travel trends report” a cura della società di consulenze Ipk International, è emerso che il Brasile sta diventando un mercato dal potenziale in forte crescita. La metà degli intervistati ha dichiarato di voler compiere almeno un viaggio nel 2011, una percentuale altissima che eguaglia solo i tedeschi. Nonostante l’offerta turistica brasiliana stia diventando sempre più competitiva, i brasiliani hanno voglia di viaggiare, anche all’estero e i dati parlano chiaro: il Banco Central ha diffuso i dati della spesa turistica all’estero nei primi dieci mesi del 2010, la quale ha registrato una cifra di circa13,1 miliardi di dollari. Una cifra da record che addirittura oltrepassa di molto le aspettative. Ma ciò non deve stupirci in quanto come commenta Martin Buck, direttore del "Competence center travel & logistics" della fiera di Berlino «i programmi di viaggio della gente, in futuro, saranno il riflesso della situazione economica dei rispettivi paesi di appartenenza. Brasile, India e altri mercati emergenti si stanno già dimostrando potenzialmente promettenti». L’Enit, l’agenzia italiana di promozione turistica, ha in effetti già notato le potenzialità di questo mercato ed ha organizzato a São Paulo un workshop finalizzato a far conoscere agli operatori turistici brasiliani le opportunità dell’offerta turistica italiana.

giovedì 9 dicembre 2010

Rallenta la deforestazione in Amazzonia

Sebbene la maggior parte delle notizie relative all’ambiente quest’anno sia stata piuttosto negativa – basti pensare all’incidente nel Golfo del Messico o al fango tossico in Ungheria – dal Brasile arrivano notizie incoraggianti.

Secondo l’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale, che ha effettuato delle riprese satellitari relativamente alla superficie terrestre occupata dalla foresta pluviale verdeoro, il ritmo di deforestazione della stessa, nel 2010, si è quasi dimezzato, e ha registrato un rallentamento dell'85 % rispetto alla situazione che si presentava nel 2004: questo dimostra che il Brasile ha rispettato l'impegno di ridurre la deforestazione dell'80 % con dieci anni di anticipo rispetto alla scadenza fissata. Tale trend stride con l’approvazione del piano per la realizzazione della controversa diga amazzonica di Belo Monte, destinata a divenire la terza per grandezza del pianeta, che porterà all'allagamento di oltre 414 chilometri quadrati di foresta e allo sradicamento di decine di migliaia di indigeni.Tuttavia, nel complesso, il Brasile sembra essere molto sensibile alle questioni inerenti l’ambiente e le problematiche ad esso connesse, tant’è vero che l'80% dei brasiliani afferma che le questioni ambientali dovrebbero essere considerate prioritarie, malgrado una maggiore attenzione in questo senso potrebbe comportare un rallentamento dell'economia. Un’ulteriore conferma di tale “tendenza ambientalista” si riscontra nello sbalorditivo risultato elettorale raggiunto dal partito dei Verdi in occasione delle recenti votazioni e nelle iniziative lanciate dal governo brasiliano a favore dell’ambiente; ne è un esempio l’Arco Verde, che prevede l’erogazione di incentivi economici ai cittadini brasiliani la cui sopravvivenza era legata alla vendita di legname. Inoltre, sono stati intensificati i controlli e l’applicazione delle normative vigenti in materia ambientale si è fatta più rigorosa.

martedì 7 dicembre 2010

L’Italia studia le votazioni elettroniche brasiliane

Ieri, lunedì 6 dicembre, il Ministro del Supremo tribunale federale del Brasile, Ricardo Lewandowski, ha illustrato il sistema di voto elettronico attualmente utilizzato in Brasile alle autorità italiane.

Alla presentazione delle modalità di funzionamento dell’urna elettronica, tenutasi a Roma, hanno presenziato un gruppo di accademici, diplomatici e tecnici e il ministro degli Interni italiano, Roberto Maroni, in qualità di responsabile della gestione delle elezioni in Italia.Nel corso della presentazioni il Ministro verdeoro ha posto l’accento sui vantaggi di tale sistema di voto, ovvero: trasparenza, sicurezza, efficienza e basso costo; tutte caratteristiche ambite dal governo italiano che ha dichiarato di voler sviluppare un rapporto di cooperazione relativamente a questo ambito con il colosso sudamericano. Non è la prima occasione in cui il Governo del Belpaese si mostra interessato a questo argomento: lo scorso giugno Gherardo La Francesca, l’Ambasciatore d’Italia in Brasile, aveva incontrato il Ministro Lewandowski e, nello stesso mese, il Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha richiesto al Ministro Maroni di raccogliere maggiori informazioni sul sistema di voto elettronico e di conteggio attuati in Brasile. Il viaggio del Presidente del Tribunale Superiore Elettorale (TSE), Lewandowski, era finalizzato a porre le basi per consentire l’accesso della tecnologia brasiliana nel Vecchio Continente: in Italia il terreno pare particolarmente fertile.

lunedì 6 dicembre 2010

I dati della BC sugli IDE in Brasile

La Banca Centrale del Brasile ha, di recente, annunciato i dati relativi agli investimenti stranieri nel Paese verdeoro.

L’ingresso di capitali esteri in Brasile, per quest’anno, ha già superato le aspettative della Banca Centrale (BC), sia per quanto riguarda gli investimenti in imprese, sia relativamente all’acquisto di titoli ed azioni: lo scorso 23 novembre, gli IDE, che secondo le previsioni delle autorità monetarie dovevano raggiungere i 30 miliardi di dollari, ne avevano totalizzati 31,6; mentre gli ingressi per investimenti azionari a ottobre avevano superato le aspettative della BC (22, 5 miliardi di dollari), arrivando a 28,5 miliardi di dollari.
Gli investimenti in Brasile sono distribuiti in più settori dell’economia, anche se i più favoriti risultano essere: l’industria estrattiva, l’industria automobilistica e i servizi finanziari. Secondo la BC, i numerosi movimenti rappresentano una conferma, nonché uno degli effetti, della favorevole situazione dell’economia brasiliana.
Nei primo dieci mesi di quest’anno, il passivo dei conti con l’estero ha raggiunto i 38,8 miliardi di dollari, più del doppio dei 15,1 miliardi registrati nello stesso periodo del 2009. Negli ultimi 12 mesi, il deficit è stato di 48 miliardi di dollari, pari al 2,43% del Pil. La previsione della BC per quest’anno, relativamente al conto corrente, è che quest’ultimo chiuda con un deficit di 49 miliardi di dollari, pari al 2,49% del Pil; mentre per il prossimo anno, la BC prevede un disavanzo di 60 miliardi di dollari, equivalente al 2,78% del Pil.

venerdì 3 dicembre 2010

Il mercato dell’auto cresce in USA e in Brasile

A differenza di quanto avviene in Italia, in alcuni paesi le vendite di auto sono aumentate, come è si è verificato in Brasile, dove, dopo 2 mesi di ribassi, le immatricolazioni hanno segnato un incremento sorprendente.

Secondo i dati ufficiali relativi al mese di novembre, nel Paese verdeoro, sono stati commercializzati 28.418 veicoli, con un aumento dell’ 8,4% rispetto a ottobre e del 30,5% del novembre 2009. Tali dati appaiono ancora più sbalorditivi se rapportati a quelli registrati nello stesso settore in Italia, dove le vendite di auto segnano il passo da parecchi mesi.
Il migliore andamento delle vendite in Brasile è, in parte, l’effetto degli sconti e delle promozioni lanciate dai concessionari al fine di ridurre l'elevato livello di scorte, ai massimi da tre anni. I dati positivi del colosso sudamericano riguardano produttori quali Fiat, Volkswagen, General Motors e Ford che hanno così potuto sollevare il loro fatturato.
Anche negli Stati Uniti sembra che il mercato dell’auto sia ripartito: durante il mese scorso, le vendite hanno raggiunto quota 750.000, con un incremento del 17% rispetto allo stesso mese del 2009. Tali risultati rassicurano le Case costruttrici a stelle e strisce, ma anche quelle straniere e il mercato automobilistico nel complesso, che legge in questo dato una futura ripresa anche in altri continenti.
Come in Italia, invece, anche in Giappone la situazione non è così rosea: si continuano ad avvertire gli effetti negativi portati dalla fine degli ecoincentivi statali; i dati di novembre, relativi alle vendite di nuovi veicoli, segnano un altro crollo del 30,7% su base annua, che segue il -26,7% di ottobre.

giovedì 2 dicembre 2010

Singapore Airlines: prima rotta in Sud America

La Singapore Airlines, una delle migliori compagnie aeree del mondo, d’ora in avanti volerà anche in Sud America: a partire da fine marzo del prossimo anno aggiungerà alle proprie rotte la Singapore-San Paolo, via Barcellona.

Singapore Airlines, attraverso l'hub di Barcellona della Spanair - compagnia aerea con cui ha siglato un accordo di codesharing - opererà tre volte a settimana sull'aeroporto internazionale Guarulhos di San Paolo. Questa nuova rotta avrà delle ripercussioni anche per l’Italia. Ora la compagnia asiatica vola da Singapore a Barcellona tutti i giorni via Milano, ma con l’inserimento della nuova tratta sul Brasile, 3 di questi 7 voli settimanali collegheranno Singapore direttamente a Barcellona. Tuttavia, la compagnia, oltre a mantenere la frequenza giornaliera sulla tratta Singapore-Milano, introdurrà tre nuovi voli interamente dedicati al mercato italiano, per i quali Milano sarà la destinazione finale del viaggio.Bey Soo Khiang, senior executive vice presidente marketing & corporate services di Singapore Airlines, ha dichiarato: “Siamo molto felici di poter offrire questo nuovo servizio, che contribuirà a stringere i rapporti tra Singapore e il Brasile, dando vita a nuove opportunità sia commerciali che turistiche tra l'Asia e il Sud America […] da tempo Singapore Airlines desiderava aprire il proprio network all'America Latina, un mercato in grande e rapida espansione”.

mercoledì 1 dicembre 2010

Le analogie tra Lula e Obama

Lo scorso 31 ottobre Lula ha stravinto, “attraverso l’erede Rousseff”, le elezioni brasiliane, mentre il presidente statunitense è uscito profondamente sconfitto dalle elezioni legislative di metà mandato dello scorso 2 novembre.

Tuttavia, malgrado i differenti risultati elettorali registrati di recente, Lula e Barak Obama presentano anche molte caratteristiche comuni.
Entrambi sono stati eletti - Lula nel 2002 e Obama nel 2008 - come candidati del cambiamento e della speranza; infatti, durante le rispettive campagne, entrambi hanno raccolto il sostegno popolare su larga scala, soprattutto da parte dei giovani elettori. Inoltre, sia il Presidente brasiliano, sia quello statunitense, possono essere considerati, dal punto di vista dei consueti processi politici dei rispettivi paesi, degli outsider: Lula era il primo presidente con un background operaio e Obama era il primo presidente afro-americano degli Stati Uniti. In nessuno dei due casi il presidente aveva un sostegno certo in parlamento, infatti sia Lula, sia Obama hanno dovuto accettare “compromessi politici”.
In entrambi i casi la priorità per i neo-eletti era quella di impedire che la situazione economica negativa di partenza minacciasse la realizzazione dei loro piani: Lula temeva un’inflazione incontrollata e l’allontanamento degli investitori; Obama voleva evitare il collasso delle banche e l’aumento della disoccupazione. Sia in Brasile, sia negli Stati Uniti si è deciso di far fronte a tali problemi attraverso provvedimenti di stampo «neoliberal» e di affidare la gestione del settore economico delle amministrazioni ad esperti piuttosto conservatori. Un approccio che sembrava l’unica soluzione possibile, almeno in un primo momento di transizione, ma che non soddisfava una larga fetta della loro base elettorale, come gli intellettuali di punta della sinistra e i leader dei movimenti sociali.
La reazione di Lula, così come quella di Obama, è stata quella di enfatizzare gli svariati programmi da loro realizzati per migliorare le condizioni socio-economiche degli strati più poveri della popolazione, come la campagna contro la fame nel caso del Brasile e la riforma sanitaria in quello degli Usa. Tuttavia, di fatto, le situazioni dei due Paesi presentano una grande differenza: l’andamento dell’ economia brasiliana durante il Governo Lula è migliorata notevolmente, mentre quella degli Usa è andata peggiorando. Evidentemente, il carisma di Obama e i vari provvedimenti positivi attuati dal suo esecutivo, non sono stati sufficienti per far fronte ad una situazione strutturale complessiva talmente negativa da far passare in secondo piano - se non, addirittura, da far sottostimare -le sue capacità di politico.

martedì 30 novembre 2010

I vincitori del “Prefeito Empreendedor” in Italia

Una delegazione di sindaci brasiliani, guidata dal Sebrae (Serviço brasileiro de apoio às micro e pequenas empresas), ha compiuto una serie di visite ufficiali in Spagna e in Italia.

Nei giorni scorsi, i primi cittadini verdeoro recenti vincitori della sesta edizione del premio "Prefeito Empreendedor", conferito dal Sebrae, hanno visitato Venezia e Milano. La coordinatrice nazionale del premio, Denise Donati, ha diffuso un comunicato in cui spiega che “il principale obiettivo del riconoscimento è rafforzare lo spirito imprenditoriale degli amministratori pubblici in Brasile, motivandoli e mettendoli a confronto con realtà differenti”. Lo scopo di tale missione, infatti, era quello di osservare e studiare casistiche imprenditoriali e iniziative rappresentative della buona gestione pubblica sviluppate nel Vecchio continente e illustrare le proprie esperienze agli omologhi europei.
Tra i presenti vi erano anche i sindaci dei piccoli comuni di Munhoz de Mello (Paraná), di Cariacica (Espírito Santo), di Itapetininga (São Paulo) e di Messias Targino (Rio Grande do norte).
Per quanto riguarda Milano, la delegazione ha preso parte ad una riunione con alcune piccole e medie imprese lombarde particolarmente attive nell'export con il colosso latinoamericano. A Venezia, invece, si è svolto un incontro con rappresentanti della Camera di commercio e con alcuni assessori comunali, focalizzato soprattutto sulle relazioni commerciali Italia-Brasile e sul sostegno al credito internazionale.Relativamente alle visite in Spagna, la delegazione brasiliana ha partecipato al Congresso internazionale di creatività e innovazione sociale tenutosi a Barcellona ed è stata successivamente ospite di "Barcelona activa", un’agenzia per lo sviluppo locale.

lunedì 29 novembre 2010

La rivolta dei narcos nelle favelas di Rio

Due anni fa, il Governo brasiliano aveva lanciato un’iniziativa che prevedeva la bonifica di alcune delle 165 favelas che circondano la città di Rio de Janeiro, al fine di estirpare il narcotraffico presente nella zona.

Il progetto di bonifica, all’interno del quale rientra il presidio di migliaia di poliziotti – polizia bacificadora – ha, di recente, scatenato un forte dissenso da parte dei narcos che, non accettando di perdere il loro potere, stanno costringendo il Governo Lula a rispondere con fermezza alla loro ribellione.
Il progetto è stato diviso in due fasi: la prima consiste in un'occupazione pacifica, finalizzata a ristabilire l’ordine e ad arginare la violenza; la seconda prevede l’avviamento di servizi sociali, scolastici e sanitari in zone da sempre considerate off limits, in cui milioni di diseredati sono ostaggio del narcotraffico e le condizioni di vita sono molto negative.
Precedentemente, il narcotraffico veniva affrontato attraverso le tropas de elite, corpi scelti che attuavano blitz con metodi brutali; la polizia pacificatrice è stata accolta dall’opinione pubblica e dalle vittime delle favelas come una vera e propria rivoluzione sociale. Il governo di Rio pare determinato a procedere nella repressione della violenza causata dalla ribellione dei narcotrafficanti nelle favelas e, anche in vista delle Olimpiadi del 2016 e i campionati del mondo di calcio, il presidente Lula (in carica fino a fine anno) ha autorizzato un'operazione che prevede l’impiego di nove blindati della Marina, 800 uomini, ad elicotteri, nella speranza che questa “guerra urbana” si concluda al più presto e possa ridurre il potere dei narcos.

venerdì 26 novembre 2010

Economie emergenti: sviluppo nel rispetto del clima

Secondo quanto emerso dai dati riportati da un recente studio del Wwf, i paesi emergenti “stanno agendo con maggiore determinazione, ambizione ed energia rispetto a molti dei paesi del mondo sviluppato” per la salvaguardia ambientale.

L’analisi dimostra che Brasile, Sudafrica, Cina, India e Messico, hanno intrapreso azioni strategiche per salvare il clima, adottando standard energetici e piani per la riduzione delle emissioni solidi e creando i presupposti per le ulteriori azioni che saranno necessarie nel futuro.
Il Messico si è impegnato a ridurre le emissioni del 50% entro il 2050 (rispetto ai livelli registrati nel 2000); la Cina si propone di agire in modo che il 15% di tutte le energie derivi da fonti rinnovabili entro il 2020, e di divenire il principale produttore mondiale di prodotti relativi a tale settore. Si tratta di uno degli obiettivi che fanno capo a quello più generale, preso in occasione del Summit Sul Clima delle Nazioni Unite a Copenhagen, di garantire la riduzione dell'intensità energetica del 20% nel 2010, rispetto ai livelli registrati nel 2005.
Il Sudafrica, malgrado l’elevata dipendenza dal carbone, si è focalizzato sulla pianificazione di uno sviluppo caratterizzato da basse emissioni di carbonio, e si sta impegnando per ottenere una riduzione pari a circa il 34% entro il 2020.
Il Brasile, dal canto suo, ha ridotto la deforestazione del 56% a partire dal 2004 e, per il 2017, ha stabilito un obiettivo che prevede di ridurla fino al 70% al di sotto del livello medio registrato tra il 1995 e il 2006. L'India, invece, nell'ambito del suo piano nazionale per la lotta ai cambiamenti climatici, sta sviluppando il settore dell'energia solare ed eolica ed è probabile che vada oltre il suo obiettivo di aumentare del 10% la generazione di energia mediante risorse rinnovabili entro il 2012. Mariagrazia Midulla, responsabile clima del Wwf Italia, ha affermato: “è incoraggiante notare come queste economie emergenti si siano impegnate per ribaltare le attuali tendenze crescenti delle emissioni e stiano seguendo strategie finalizzate a uno sviluppo caratterizzato da basse emissioni di carbonio” e ha aggiunto che “queste iniziative dovrebbero basarsi su un clima di maggiore collaborazione tra i paesi sviluppati, come la Ue, e le economie emergenti, e che un simile contesto potrebbero imprimere un nuovo slancio ai negoziati delle Nazioni Unite sul clima”.

giovedì 25 novembre 2010

Il Brasile punta sugli investimenti infrastrutturali

Tra i Paesi appartenenti al G-20, il Brasile è quello che intende stanziare il maggior volume di investimenti per lo sviluppo dei settori prioritari, come quello delle infrastrutture.

L'America latina è uscita pressoché indenne dalla più grave crisi dell'economia mondiale dalla Grande depressione. Quest’anno infatti è prevista una crescita del 7,5% per il Brasile, dell’8% per il Cile e del 10% per il Perù: questi Paesi, negli anni precedenti alla crisi del 2008, hanno saputo porre le basi per la stabilità macroeconomica, provvedendo a mantenere basso il debito pubblico e controllando l’inflazione. Grazie a tali provvedimenti, l’impatto della crisi globale non è stato avvertito a livello finanziario, ma solo in ambito commerciale, a causa della riduzione degli scambi internazionali; calo che è stato, tuttavia, ovviato dalla grande domanda di materie prime dall'Asia, che ha dato un notevole contributo alla crescita.
Il buon andamento dell’economia però, ha portato anche problemi nuovi per questi Paesi, in cui il continuo arrivo di denaro deve essere controllato, al fine di evitare un rapido apprezzamento del cambio che può comportare una minor competitività e la crescita di bolle speculative.
Dal punto di vista fiscale, il colosso latinoamericano, in occasione del G-20 di Seul, si è assunto l’impegno di raggiungere un avanzo primario equivalente al 3,3% del Pil dal 2011 al 2013, argomentando che tale saldo sarà possibile grazie alla riduzione dell’indebitamento pubblico netto al 30,8% entro il 2013. Quanto ai rischi legati all’apprezzamento artificiale della moneta, il Brasile ha sottolineato che si avvarrà di strumenti “macroprudenziali”, ossia di misure atte al controllo dei capitali; infine, per migliorare la competitività dell’industria nazionale il Brasile ha puntato sul settore delle infrastrutture e intende promuovere soprattutto quelle che favoriscono una crescita “solida, sostenibile ed equilibrata” nel medio periodo, con particolare attenzione per quelle che promuovono l’integrazione regionale (per esempio nei trasporti, che miglioreranno il sistema logistico del Paese, attualmente ancora inadeguato).
A questo proposito, il settore privato, come ha fatto notare il presidente della Banca interamericana di sviluppo (Idb), Luis Alberto Moreno, può giocare un ruolo primario; visto l’interesse crescente per l'area, che caratterizza anche le imprese italiane, l’Idb ha firmato un accordo con Intesa Sanpaolo per cofinanziare progetti infrastrutturali pubblici e privati e per sostenere le Pmi italiane che vogliono investire in America latina.

martedì 23 novembre 2010

Negozi al dettaglio brasiliani: un'inversione di tendenza

Le catene di aziende brasiliane hanno aumentato le quote investite nell’apertura di nuovi negozi al dettaglio che si affacciano sulla strada, al di fuori dei “costosi” centri commerciali.

I punti vendita che si affacciano sulla strada tornano nel mirino delle reti di vendita al dettaglio in Brasile, dopo decenni in cui le strategie di espansione di queste catene si erano focalizzate quasi esclusivamente sui centri commerciali. Secondo i dati della Confederazione Nazionale del Commercio (CNC) in Brasile, quest’anno, a livello di vendite, la crescita dei centri commerciali è risultata inferiore rispetto a quella di alcune imprese dedicate al commercio al dettaglio attraverso i negozi tradizionali, spesso collocati in punti strategici per l’elevata visibilità e il flusso di potenziali visitatori/acquirenti. Tale differenza è comprensibile se si considera che i negozi che si affacciano sulla strada costano in media il 10% in meno rispetto a quelli ubicati negli shopping center: il costo di questi ultimi è maggiore in quanto comprende il costo dell’affitto, il fondo per la promozione e, inoltre, la percentuale che i centri commerciali si riservano sulle vendite dei negozi che ospitano al loro interno.

lunedì 22 novembre 2010

Soja Livre: il Brasile investe nella soia OGM-Free

Secondo recenti studi, nei prossimi anni il commercio mondiale di mais vedrà una quota crescente di prodotto ogm, che potrebbe giungere fino all' 86% del totale.

Oltre l'85% dei mangimi nell'Unione europea contiene biotech e il 25% del mangime destinato agli allevamenti nazionali proviene dalle coltivazioni di soia ogm di Stati Uniti, Argentina e Brasile. Cia (Confederazione Italiana degli Agricoltori) e Vas (Associazione Verdi Ambiente e Società) sostengono che l’invasione di biotech potrebbe dilagare a livello internazionale: il Brasile ha destinato 21 milioni di ettari a coltivazioni ogm, un terzo rispetto ai 64 milioni degli Stati Uniti, mentre la Cina, sebbene abbia appena cominciato, è già a 3,7 milioni di ettari e l'India ha raggiunto quota 8 milioni di ettari. La produzione ogm sta, quindi, aumentando velocemente e, senza interventi mirati, è probabile che la disponibilità di mais ogm free a livello internazionale si riduca di circa il 70% entro i prossimi cinque anni.
Tuttavia, le associazioni dei produttori di soia del Mato Grosso - dove la soia transgenica costituisce già il 60% dell’offerta rispetto al 20% di tre anni fa - hanno ideato e avviato un programma per lo sviluppo delle varietà di soia non geneticamente modificata. Tale iniziativa, chiamata Soja Livre – Soia Libera, è nata attraverso il paternariato tra il Centro di ricerca agricola statale (EMBRAPA), l’Associazione dei produttori di soia del Mato Grosso (APROSOJA) e l’Associazione dei produttori e trasformatori di cereali non transgenici (ABRANGE). Il progetto, per il quale si investirà un milione di dollari, prevede la coltivazione di 18 varietà di semi di soia naturale in 13 aree del Mato Grosso e, in un secondo momento, la creazione di 24 “unità dimostrative”, per permettere ai coltivatori di testare la produttività delle varietà non geneticamente modificate. Si tratta di puntare su un prodotto di nicchia che può garantire un notevole guadagno e, inoltre, consentire di liberarsi dalla forte dipendenza nei confronti delle multinazionali del settore. Le organizzazioni coinvolte nell’iniziativa, a fronte dell’ampia richiesta di soia OGM-free da parte, soprattutto, dei paesi europei, si propongono di fare del Brasile il maggiore produttore/esportatore di tale prodotto nell’arco di sette anni.

venerdì 19 novembre 2010

La priorità del Brasile: una società egualitaria

Il processo elettorale brasiliano ha confermato il consolidamento della democrazia nel colosso dell’America Latina, la capacità di confronto delle idee e dei programmi presentati dai candidati e la capacità critica della popolazione.

Con la Rousseff, il Brasile ha scelto ancora la linea progressista rigorosa di sinistra incarnata da Lula, affinché si riduca ulteriormente la povertà e vengano mitigate le disuguaglianze sociali.
I dati emersi da un’indagine denominata “Conflitos no Campo”, effettuata dalla Commissione Pastorale della Terra (Cpt), dimostrano che, nei primi sette mesi del 2010, sono aumentati i conflitti sociali in Brasile: si tratta per lo più relativi all’incremento di episodi di violenza nei confronti di indigeni, piccoli agricoltori e comunità contadine. La causa scatenante di tali scontri è soprattutto l’oro blu. Nel 2009, i conflitti legati all’acqua sono stati 22: dal 1° gennaio al 31 luglio di quest’anno sono stati 29; inoltre, il numero delle famiglie coinvolte in tali contese è passato da 20.000 a più di 25.000. La maggior parte degli scontri legati all’acqua sono causati dalla costruzione delle dighe che, nel 2010, interessano 14 dei 26 stati che compongono la Federazione Brasiliana.
Una delle ragioni che hanno spinto la popolazione verdeoro a votare l’erede di Lula è la promessa dell’impegno per una società egualitaria: la Roussef si è incaricata della gestione del progetto Minha casa, Minha vida che prevede la costruzione di nuove case e la ristrutturazione delle villas (più comunemente chiamate favelas), immensi villaggi caratterizzati da situazioni di grave degrado e violenza, creatisi in seguito all’eliminazione della schiavitù (1888), a causa dell’indifferenza nei confronti dei milioni di schiavi neri e indios che, malgrado avessero ottenuta la libertà, si ritrovarono senza risorse e ancora discriminati. In questi ultimi 8 anni si è cercato di far fronte al debito interno attraverso una politica sociale inclusiva, che ha consentito a milioni di brasiliani di uscire dalla povertà, incrementando la classe media: tali provvedimenti non hanno impedito all’industria nazionale e agli investimenti provenienti dall’estero di trovare nella realtà economica verdeoro un contesto favorevole, ricco di opportunità.

mercoledì 17 novembre 2010

L’export brasiliano cresce soprattutto al Nord

Il MDIC - Ministero brasiliano dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero - venerdì scorso, 12 novembre, ha diffuso i dati relativi al commercio estero degli Stati e dei comuni da gennaio a ottobre 2010.

Nel periodo considerato, sono state registrate le informazioni riguardanti 26 Stati, del Distretto Federale e di oltre 2.300 comuni, attivi nel commercio internazionale. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentate del 42% le esportazioni della Regione Nord, passate da 8,3 a 11,9 miliardi di dollari; del 38% quelle del Sud-Est, che sono passate da 66,4 a 91,7 miliardi di dollari e del 37% le vendite esterne del Nord-Est, passate da 9,4 a 12,9 milioni di dollari. Per quanto riguarda il Sud, l’incremento dell’export è stato minore: quest’area ha registrato una crescita del 13%, passando da 27,4 a 31,1 miliardi di dollari. Anche nel Centro-Ovest, le spedizioni internazionali non sono state molto consistenti: qui l’incremento è stato dell’8% (da 12,2 a 13,3 miliardi di dollari).
I dati relativi alle esportazioni del mese di ottobre di quest’anno, paragonati a quelli registrati nello stesso periodo del 2009, indicano che il Nord, nel complesso, ha registrato la crescita delle esportazioni più consistente, con un fatturato di 1,6 miliardi di dollari: lo scorso anno era stato di 970 milioni di dollari. Il secondo posto è occupato dal Sud-Est, che ha effettuato vendite all’estero per 10,5 miliardi di dollari, segnando una crescita del 35%. Seguono il Sud (3,3 miliardi di dollari, +16%), il Centro-Ovest (1,2 miliardi di dollari, +13,9%) e il Nord-Est (1,3 miliardi di dollari, +13,8%).
San Paolo risulta essere lo Stato che ha esportato maggiormente, con 42,4 miliardi di dollari. Vi sono poi: Minas Gerais, con 24,9 miliardi dollari; Rio de Janeiro, con 14,8 miliardi di dollari, Rio Grande do Sul, con 12,9 miliardi di dollari, Paraná, con 11,8 miliardi di dollari e Pará, con 9,9.
San Paolo è al primo posto anche relativamente alle importazioni, con 55,7 miliardi di dollari. Seguono Rio de Janeiro, Paraná e Rio Grande do Sul, rispettivamente con: 13,6, 11,3 e 10,9 miliardi di dollari.
Gli unici stati che non hanno mostrato un incremento nel periodo preso in esame sono: relativamente alle esportazioni, il Mato Grosso, Piauí e Roraima; quest’ultimo e Amapá, per quanto riguarda le importazioni.

martedì 16 novembre 2010

Cresce il mercato cosmetico brasiliano

La riduzione della povertà e il maggior livello di benessere stanno modificando le abitudini dei brasiliani che ora possono concedersi la soddisfazione di nuovi bisogni secondari.

Tra gli effetti del miglioramento della situazione economica brasiliana vi è l’incremento degli acquisti relativi a prodotti cosmetici per l’igiene personale e la cura del corpo; l’attenzione verso il proprio aspetto ha portato il mercato dei cosmetici ad un incremento sbalorditivo: secondo una ricerca statistica diffusa
dall’ABIHPEC - Associaçao Brasileira de Industria e Higiene Pessoal Perfumaria e Cosmeticos – che risale allo scorso aprile e che ha preso in esame il periodo 1995-2009, tale settore è in continua crescita, con un aumento annuale del 10,9%; considerando soltanto i primi due trimestri del 2009 e 2010, il mercato dei cosmetici è incrementato del 15,2%. Inoltre, i ricavi attribuibili alla vendita dei profumi occupano il secondo posto nella classifica mondiale, preceduti dagli Stati Uniti.
Il Brasile dispone di molte materie prime ma è carente nell’ambito della produzione industriale, tuttavia sul territorio verdeoro sono presenti due grandi aziende produttrici nazionali - Natura e Boticiario - che distribuiscono il prodotto principalmente attraverso 3 modalità: vendita a domicilio (porta a porta), vendita al dettaglio e vendita attraverso catene di negozi (franchising). Molti profumi, essendo invece importati, approdano sul mercato al dettaglio ad un prezzo piuttosto elevato in rapporto a quello Europeo. Inoltre, rispetto al Vecchio Continente, vi è un'altra particolarità: i profumi in Brasile sono sempre stati oggetto del desiderio di persone appartamenti alla classe alta, per questa ragione nei negozi verdeoro solitamente si trovano solo le confezioni con i formati più grandi, mentre scarseggiano le quelle di dimensioni intermedie e piccole.
Avviare un negozio nel settore della cosmetica e profumeria, che in Brasile richiede un investimento di 87.000 R$ (circa 37.000 €), risulta quindi essere un investimento redditizio, a patto che si seguano le disposizioni della legislazione vigente in questo ambito e che - qualora si volessero offrire anche servizi di estetica o di consulenza all'interno della propria attività - all’interno della società via sia una persona munita di un regolare diploma di estetista.

lunedì 15 novembre 2010

11 le aziende italiane presenti alla Fimai 2010

Lo scorso 11 novembre si è conclusa la Fimai 2010, la fiera più importante per il settore ambientale in America Latina, cui hanno preso parte anche alcune aziende italiane.

L’evento, stato promosso dall’ICE e dal MATTM - l’Istituto Italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - si è tenuto presso l’Expo Center Norte di San Paolo; nel Padiglione ufficiale del Belpaese, erano presenti 11 aziende italiane, operanti nel settore delle tecnologie verdi e delle fonti energetiche alternative, interessate ad inserirsi nel mercato verdeoro dello sviluppo ecosostenibile e a confrontarsi con investitori e partners sudamericani intenzionati a valutare rapporti di collaborazione commerciale, industriale e tecnologico.
Le 11 aziende italiane che, grazie a tale fiera, hanno presentato la loro attività e i loro prodotti ai potenziali partners brasiliani del settore ambientale sono le seguenti: Air Clean Srl, Archimede Solar Energy, Astra Engineering Srl, Eurovix Srl, Irac Srl, Pagani Geotechnical Equipment Srl, Pro D3 Srl, Sereco Srl, Tecnoimpianti Water Treatment Srl, Vomm Impianti e Processi Spa e XEO4 Srl.
In occasione della fiera, Diego Tommasini, membro dell’Italian Environment Desk dell’ICE, ha affermato: “Il coinvolgimento delle imprese e la preoccupazione per l’ambiente sono in costante crescita, e la sostenibilità si presenta come un elemento di differenziazione competitiva. Le azioni in materia di sostenibilità rafforzano l’immagine aziendale e generano nuove opportunità di business”.

venerdì 12 novembre 2010

Al G-20 il Brasile accusa di protezionismo gli Usa

In occasione di uno dei dibattiti svoltisi nell’ambito del G-20 di Seul, il presidente brasiliano Lula e la neo eletta Dilma Rousseff, hanno criticato il protezionismo economico statunitense.

Il vertici della Federal Riserve, la banca centrale statunitense, hanno predisposto la stampa di 600 miliardi di dollari per acquistare obbligazioni del Tesoro americano. Tale provvedimento è finalizzato ad abbassare i tassi di interesse e a sradicare i due più gravi problemi dell’economia statunitense: crisi del settore immobiliare e disoccupazione. L’immissione di nuove banconote avrà l’effetto di indebolire la valuta americana e, di conseguenza, renderà i prodotti made in Usa molto più competitivi sui mercati mondiali, sfavorendo quei Paesi che –come la Germania, il Brasile e il Giappone, confidano nell’export per far fronte alla crisi.
L’annuncio della Federal Reserve, ha suscitato sgomento e dissenso negli esponenti di diverse nazioni presenti al G-20 di Seul; Dilma Roussef, che assumerà la presidenza del Brasile il prossimo 1° gennaio, ha contestato in modo deciso il provvedimento e affermato che si tratta di una strategia messa in campo dagli Stati Uniti per esercitare un protezionismo mascherato in favore delle proprie esportazioni. “Credo che la politica del dollaro debole è grave per il mondo intero, è un tema che fa in modo che l'aggiustamento nordamericano pesi sui conti di altre economie”, ha dichiarato l’erede di Lula che, a sua volta, ha ribadito il dissenso e ha, inoltre, evidenziato la necessità di diversificare il commercio sulla base di altre valute, senza il dollaro come intermediario. Il ministro brasiliano del Fisco, Guido Mantega, ha ricordato l'importanza di accordi internazionali sulle monete chiave atti ad evitare le manipolazioni cambiarie come quella adottata negli Stati Uniti, in quanto potrebbero portare ad uno squilibrio cambiario, ad una sorta di guerra commerciale in cui ogni nazione si difenderà attraverso il protezionismo economico.

Al G-20 il Brasile accusa di protezionismo Usa

In occasione di uno dei dibattiti svoltisi nell’ambito del G-20 di Seul, il presidente brasiliano Lula e la neo eletta Dilma Rousseff, hanno criticato il protezionismo economico statunitense.

Il vertici della Federal Riserve, la banca centrale statunitense, hanno predisposto la stampa di 600 miliardi di dollari per acquistare obbligazioni del Tesoro americano. Tale provvedimento è finalizzato ad abbassare i tassi di interesse e a sradicare i due più gravi problemi dell’economia statunitense: crisi del settore immobiliare e disoccupazione. L’immissione di nuove banconote avrà l’effetto di indebolire la valuta americana e, di conseguenza, renderà i prodotti made in Usa molto più competitivi sui mercati mondiali, sfavorendo quei Paesi che –come la Germania, il Brasile e il Giappone, confidano nell’export per far fronte alla crisi.
L’annuncio della Federal Reserve, ha suscitato sgomento e dissenso negli esponenti di diverse nazioni presenti al G-20 di Seul; Dilma Roussef, che assumerà la presidenza del Brasile il prossimo 1° gennaio, ha contestato in modo deciso il provvedimento e affermato che si tratta di una strategia messa in campo dagli Stati Uniti per esercitare un protezionismo mascherato in favore delle proprie esportazioni. “Credo che la politica del dollaro debole è grave per il mondo intero, è un tema che fa in modo che l'aggiustamento nordamericano pesi sui conti di altre economie”, ha dichiarato l’erede di Lula che, a sua volta, ha ribadito il dissenso e ha, inoltre, evidenziato la necessità di diversificare il commercio sulla base di altre valute, senza il dollaro come intermediario. Il ministro brasiliano del Fisco, Guido Mantega, ha ricordato l'importanza di accordi internazionali sulle monete chiave atti ad evitare le manipolazioni cambiarie come quella adottata negli Stati Uniti, in quanto potrebbero portare ad uno squilibrio cambiario, ad una sorta di guerra commerciale in cui ogni nazione si difenderà attraverso il protezionismo economico.

giovedì 11 novembre 2010

Turismo in Brasile e opportunità per le PMI italiane

L’8 novembre scorso, presso la sede di Unioncamere, si è tenuto un incontro focalizzato sul ruolo del turismo, del marketing e della comunicazione allo scopo di favorire e incrementare i flussi tra il Belpaese e il gigante latinoamericano.

All’evento - organizzato dalla Camera Italiana di Commercio e dell'Industria di Santa Catarina e dall'Associazione Giornali e Quotidiani dell'Interno (ADI) dello Stato brasiliano di Santa Catarina, con la collaborazione di Unioncamere e Assocamerestero – hanno partecipato una delegazione della stampa brasiliana e alcuni giornalisti italiani.
Il Governo federale brasiliano ha investito molto nel settore del turismo, basti pensare che, nel periodo 2003-2009, sono stati stanziati circa quattro miliardi di euro per la realizzazione di iniziative promozionali in tale comparto. I provvedimenti adottati hanno portato a risultati sorprendenti: negli ultimi tre anni, secondo le stime Isnart-Unioncamere, il numero dei turisti italiani in Brasile è aumentato di circa il 37% e, solo nel 2009, sono state 6,8 milioni le presenze turistiche registrate, corrispondenti ad una spesa di 501 milioni di euro.
In vista e in funzione dei prossimi eventi sportivi - Confederation Cup (2013), Coppa del Mondo (2014), Olimpiadi di Rio de Janeiro (2016) – verranno investiti circa 7,2 miliardi di euro, sommati ai 2,5 miliardi finalizzati alla costruzione di porti e aeroporti e ai 421 milioni destinati al settore dell'hospitality, nell’ambito di un programma specifico del Banco Nacional do Desenvolvimento Economico e Social (BNDES).
Durante l’incontro, il Presidente dell’ADI - Àmer Felix Ribeiro – ha voluto sottolineare l’importanza della visibilità che i media hanno il potere e il dovere di fornire alle opportunità legate a tali investimenti: "Strategico è il ruolo dei media brasiliani nel promuovere i rapporti con l'Italia, perché è grazie all'efficacia della loro azione che è possibile veicolare le attrattive turistiche del Brasile, anche nel campo del turismo d'affari, e la possibilità per le imprese italiane di partecipare alle opere di ammodernamento e sviluppo che interesseranno il Paese”.

martedì 9 novembre 2010

Brasile, il settore agricolo è in forte crescita

La produzione agricola brasiliana, in dieci anni, è aumentata del 79%, passando da 83 a 149 milioni di tonnellate: il gigante latino americano è così diventato la prima potenza agricola tropicale.

Il Brasile è leader mondiale nelle esportazioni di soia, carne vaccina, caffè, zucchero, tabacco, etanolo e succo di frutta. Ma è la produzione agricola che a segnato i risultati più sorprendenti, soprattutto grazie ai provvedimenti del governo Lula che ha predisposto interventi mirati, nella piccola, media e grande impresa agricola, soddisfando così sia le esigenze dei grandi produttori sia quelle dei nuclei famigliari. Come ha ricordato Francesco Pallaro, vicepresidente commerciale di New Holland, “il programma "trator solidario", introdotto nel 2008, ha concesso agevolazioni ai piccoli imprenditori, prestiti per macchinari agricoli rimborsabili con il 2% di interessi, facilitazioni creditizie per gli investimenti in macchinari”.
Il successo del Brasile nel settore agricolo va considerato anche alla luce dalla politica agraria gestita da Embrapa, la più grande agenzia agricola del mondo, che si occupa della pianificazione e della programmazione degli interventi basati sulle condizioni del mercato, domestico e internazionale. Ora il Brasile è in grado di competere con i cinque più grandi esportatori di alimenti: Stati Uniti, Canada, Australia e Unione europea.

lunedì 8 novembre 2010

Sao Paulo Prêt à Porter 2011

Dal 18 al 21 gennaio si terrà la prima edizione della manifestazione fieristica Sao Paulo Prêt à Porter 2011, presso l’Expo Center Norte di San Paolo.
L’evento è stato organizzato da Promos, ICE, Sistema Moda Italia ed Ente Moda Italia rientra tra le fiere selezionate da Regione Lombardia e sistema camerale lombardo relativamente al bando “Voucher per la partecipazione a fiere internazionali all’estero”, finalizzato ad elargire contributi per abbattere i costi di partecipazione.
L’iniziativa prevede la partecipazione di più di 400 espositori, provenienti dai più prestigiosi poli produttivi brasiliani e internazionali e i principali buyer al dettaglio del Sud America. Sarà predisposta un’area esclusiva dedicata ai Brand Premium, aziende con marchi prestigiosi e consolidati, già noti nel mercato brasiliano. Nella stessa settimana, sempre a San Paolo, avrà luogo anche Couromoda, la più importante fiera del settore delle calzature in America Latina.

venerdì 5 novembre 2010

Anche in Brasile cresce la domanda di spumante

Secondo una ricerca eseguita dal Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (CIVRE), nel primo semestre di quest’anno, il mercato internazionale degli spumanti ha registrato un forte incremento.

I tre maggiori esportatori di spumanti, stando ai dati CIVRE, sono: la Francia - che occupa il gradino più alto del podio grazie allo champagne - con una stima in valore di circa 2 milioni e 300 mila euro per il 2010, seguita dall'Italia, con una stima in valore di 408 milioni di euro, e, con circa 317 milioni di euro, la Spagna. Tuttavia, sempre per il 2010, se si considerano le stime per volume, l'Italia eguaglia la Francia, con circa 240 milioni di bottiglie.
Relativamente ai mercati di destinazione dell’export italiano, si riscontra che nel 2009 i dati non erano molto dissimili da quelli registrati nel 2004 per i grandi mercati; il primo paese era stato Germania (con il 20,4% del valore), seguito dagli Stati Uniti (16,4%), dal Regno Unito (10,9%) e dalla Svizzera (7,3%). I mercati medio-piccoli, invece, si sono rivelati in controtendenza rispetto alla contrazione generale: la Russia, per esempio, dal 2004 al 2009 ha più che raddoppiato l’importazione di spumanti italiani, passando dal 2,4% (2004) al 5,6% (2009) e l’Austria è passata dall’1,5% al 4,4%. Anche nei mercati emergenti il settore è cresciuto notevolmente: Brasile, Argentina ed Estonia stanno incrementando le loro importazioni di spumante.
La ricerca è stata presentata in occasione del Forum Spumanti d’Italia svoltosi a Venezia dal 15 al 17 ottobre a ha mostrato una realtà complessa e articolata da cui i produttori italiani di spumante possono trarre interessanti linee guida per migliorare la loro competitività al livello di export. Come ha affermato il Prof. Eugenio Pomarici - del Dipartimento di Politica ed Economia Agraria presso l'Università Federico II di Napoli - "l'Italia ha superato il periodo più profondo della crisi economica internazionale rafforzando la sua competitività e dovrebbe prestare maggiore attenzione ad alcuni mercati minori molto dinamici".

mercoledì 3 novembre 2010

Brasile: Dilma Roussef prima donna presidente

Le elezioni presidenziali brasiliane si sono concluse la scorsa domenica, con la vittoria di Dilma Roussef, la candidata del Partito dei Lavoratori, sostenuta dal Presidente uscente Lula.

Al secondo turno delle elezioni, Dilma Vana Rousseff, ha raggiunto il 55,43% dei voti, contro il 44,57% del rivale socialdemocratico Josè Serra, diventando la prima donna presidente della Repubblica Federativa del Brasile.
Malgrado sia cresciuta in una famiglia di classe medio-alta, la Roussef, economista, iniziò la sua carriera politica tra le file del socialismo e partecipò alla lotta armata contro la dittatura militare brasiliana alla fine degli anni ’60; tale coinvolgimento le costò 3 anni di prigionia. Nonostante avesse partecipato alla fondazione del PDT (Partito Democratico Trabalhista), nel 2002 ne era uscita a causa di contrasti con i vertici, per entrare a far parte del PT (Partido dos Trabalhadores). Nel 2002 era stata eletta Ministro delle Miniere e dell’Energia da Lula e poi nominata Ministro della Casa Civil (una sorta di Ministero dell’Interno), in quest’ambito aveva guidato il Programma di Accelerazione della Crescita (PAC), uno dei cavalli di battaglia del governo Lula, che prevedeva azioni in quasi tutti i settori, dalle infrastrutture alla sicurezza pubblica.La pupilla di Lula, che governerà il Brasile per il periodo 2010-2014, nel suo primo discorso dopo l’elezione, ha invitato tutti gli eletti a lavorare insieme per lo sviluppo del paese: “insieme a me sono stati eletti nuovi governatori, deputati e senatori. Congratulandomi con loro, invito tutti, indipendentemente dal partito di appartenenza, a partecipare ad un’azione determinata per il futuro del nostro paese”, ha affermato la Rouseff. Come aveva dichiarato durante la campagna elettorale, Dilma intende proseguire sulla linea di Lula, ovvero continuare ad accompagnare la crescita dell’economia con l’inclusione sociale: negli otto anni in cui ha governato il suo predecessore, 28 milioni di persone sono uscite dallo stato di povertà in Brasile e la Roussef punta a sradicare quest’ultima in modo permanente.

martedì 2 novembre 2010

Il Brasile punta sulle misure antidumping

Negli ultimi anni, in tema di misure di difesa commerciale, sono aumentate le richieste di apertura di investigazioni e le sanzioni applicate sulle importazioni effettuate in maniera sleale in Brasile.

Attualmente, presso il Decom - il Dipartimento di Difesa Commerciale brasiliano - sono in corso 30 investigazioni, sono in fase di analisi 25 richieste e sono in vigore 67 misure definitive, 28 delle quali sono applicate contro prodotti made in China: si tratta del 42% del totale.
Il Brasile, nel 2007/08 e nel 2008/09, è stato il terzo paese al mondo che ha applicato più misure antidumping: quelle atte a proteggere il mercato comunitario di un determinato prodotto dai danni al sistema produttivo derivanti dalle importazioni di beni offerti a prezzi inferiori ai prezzi degli stessi beni venduti sul mercato d’origine
Sebbene il Brasile sia una tra i principali utilizzatori di tali misure, le sue azioni di rado vengono contestate dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e, malgrado tutte le misure che il paese ha applicato dall’inizio del funzionamento dell’OMC, nei casi che riguardavano la difesa commerciale nel sistema di soluzione delle controversie, non ha mai perso. Il gigante sudamericano ha compreso quali sono i vantaggi dell’export e intende “invadere” sia il mercato europeo sia quello asiatico, ma intende farlo nel pieno rispetto delle regole.
Relativamente all’efficacia della difesa commerciale, oltre all’approvazione di regole specifiche riguardo alla certificazione di origine (in fase finale di analisi presso il parlamento brasiliano), è bene considerare l’innovazione introdotta dalla legge n. 11.786 del 2008, che prevede la possibilità di investigazioni “anticircumvention” in casi in cui si verifichino modifiche nell’attività commerciale con la finalità specifica di eludere le misure di difesa commerciale.

venerdì 29 ottobre 2010

Produzione industriale in Brasile: i dati IBGE

Secondo i dati dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), tra i mesi di luglio e agosto, la produzione industriale è calata in nove dei quattordici Stati verdeoro presi in esame.

Sebbene la ricerca dell’IBGE abbia riscontrato che la media della riduzione della produzione industriale a livello nazionale sia stata di -0,1%, in alcuni Stati la diminuzione è stata molto al di sotto di tale media. Lo Stato in cui il calo è stato più accentuato è il Paraná, che, a causa dell’impasse tecnica verificatasi nel settore della raffinazione del petrolio e dell’alcool, ha registrato una diminuzione del -7,2%. La diminuzione è stata al di sotto della media anche: in Goias (-4,8%), nel Rio Grande do Sul (-4,3%), nell’Amazzonia (-3,0%), nel Nordest (-1,9%), a Bahia (-1,7%) e nello Spirito Santo (-1,1%).
Nel Minas Gerais, invece, i dati relativi alla produzione sono risultati in linea con il buon andamento generale dell’industria: tra i due mesi la riduzione è stata minima, dello 0,1% appena. Altri Paesi sono stati addirittura caratterizzati da un’espansione nella produzione dell’industria: il Para ha segnato un aumento del 2,4%, Rio de Janeiro del 1,6%, San Paolo del 1,3%, il Ceará un +0,8% e Santa Catarina un +0,1%.Gli esiti del confronto con il 2009 sono ancora più incoraggianti. La ricerca ha mostrato che nei primi 8 mesi del 2010 il settore ha registrato dati positivi in tutti gli Stati, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, se si effettua un paragone con agosto del 2009, gli indici mostrano una crescita generalizzata, con aumento in tutte le località considerate, soprattutto nel Ceará, che segna un +17,4%, ma anche: nello Spirito Santo (+15,0%), nel Pará (+11,2%), nel Minas Gerais (+10,9%), a Rio de Janeiro (+9,6%), a San Paolo (+9,4%), nel Paraná (9,1%) e nell’Amazzonia (+9,0%).

giovedì 28 ottobre 2010

SIA-SSB sorveglierà i mercati finanziari brasiliani

SIA-SSB, società leader nel settore dell'Information & Communication Technolohy a livello europeo, ha vinto il bando di gara internazionale per la progettazione e la realizzazione del nuovo sistema tecnologico di sorveglianza del mercato dei capitali brasiliano.

Il Gruppo SIA-SSB è nato nel maggio 2007, dalla fusione tra SIA, società interbancaria per l’Automazione, e SSB, Società per i Servizi Bancari. La società - fornitrice di soluzioni e tecnologie per il settore bancario e finanziario - è attualmente presente in oltre 30 paesi ed opera anche attraverso società controllate in Belgio, Ungheria e Sud Africa. Ora, per la prima volta, SIA-SSB si trova ad operare in Sudamerica, per ideare una piattaforma che consenta di supportare lo sviluppo del settore dei servizi finanziari del mercato brasiliano che, nei primi sei mesi del 2010, ha registrato uno dei tassi di crescita più elevati a livello mondiale e in cui la capitalizzazione è aumentata del 26% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Il bando di gara è stato indetto dalla Comissão de Valores Mobiliários (Cvm), al fine di commissionare una nuova infrastruttura che consentirà all’ente - una sorta di Consob – di monitorare tutte le operazioni di negoziazione effettuate su Bm&FBovespa, una delle prime dieci piazze finanziarie al mondo e istituzione di riferimento per l’intermediazione delle transizioni in titoli sui mercati dei capitali brasiliani. Nel semestre del 2010, Bm&FBovespa ha registrato - tra azioni, obbligazioni e derivati - una media mensile di circa 10 milioni di transazioni, che sono state effettuate da 350 intermediari.
Il sistema tecnologico fornito dalla SIA-SSB registrerà tutte le informazioni relative alle negoziazioni avvenute nella piazza finanziaria brasiliana, per monitorare la correttezza degli scambi, per mantenere positiva la reputazione del mercato dei titoli brasiliani anche in ambito internazionale e garantirne l’affidabilità. Questa nuova iniziativa avrà delle ripercussioni anche sugli investitori finali, in quanto va considerata come una garanzia e una forma di tutela anche per questi ultimi.

martedì 26 ottobre 2010

Il World Pasta Congress di Rio

Si conclude domani il World Pasta Congress a Rio de Janeiro, la festa mondiale della pasta che si propone di favorire la diffusione del piatto simbolo della dieta mediterranea negli Stati in cui non è ancora molto utilizzato.

L’evento - organizzato dall’International Pasta Organisation (IPO), dall’Associazione dei pastai brasiliani (Abima) e dall’organizzazione no profit “Oldways” - è il quarto Congresso mondiale del noto alimento del Belpaese che ne è ancora il maggior consumatore: secondo il Censis, ogni italiano assume mediamente 26 kg di pasta ogni anno, mentre la media pro capite mondiale si aggira intorno ai 7/8 kg; il secondo consumatore è il Venezuela (12kg pro capite) e il terzo è la Grecia (10,4 kg).
L’Italia detiene il primato anche relativamente alla produzione, sia in quantità, sia in qualità: copre il 75% della produzione a livello europeo e il 26% a livello mondiale; la qualità della pasta nostrana e la professionalità delle industrie italiane del settore sono confermate dalla domanda proveniente dai mercati esteri e dall’andamento dell’ export del prodotto. Pur non essendo i principali consumatori, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, insieme assorbono il 63% delle esportazioni e, negli ultimi 10 anni, sono quadruplicate le importazioni di pasta effettuate dalla Cina: solo nel periodo gennaio-giugno 2010 si è registrato un +17% delle spedizioni verso il Dragone.
In Brasile il consumo di Pasta è favorito da “testimonial” di tutto rispetto, come i giocatori di calcio brasiliani che fanno parte delle squadre del campionato italiano che hanno dichiarato la loro passione per la pasta, contribuendo a consolidare l’idea che si tratti di un ottimo alimento anche per chi pratica sport. L’incremento del consumo del piatto tipico italiano a livello mondiale è un segnale positivo per tutte le aziende italiane del settore che possono considerare quello della pasta un mercato sicuro dal punto di vista dell’export, perlomeno in Brasile, in Cina e in tutti e Paesi europei.

lunedì 25 ottobre 2010

Gli Ide europei per il Brasile

Il presidente del consiglio consultivo di EuBrasil, associazione che promuove le relazioni fra Bruxelles e Brasilia, Alfredo Valladao, ha affermato che si sta verificando “un rovesciamento di ruoli” tra Europa e Brasile.

Se solo una decina di anni fa era l'Europa a sentirsi minacciata dalle condizioni di instabilità politico-economica in cui versava il Paese latinoamericano adesso si sta assistendo alla situazione opposta: “ora il Brasile è di moda in Europa, prima tutti guardavano a Cina e India, ora parlano tutti del Brasile” ha spiegato Valladao alla Bbc. L’interesse europeo nelle relazioni con il colosso sudamericano è confermato dagli investimenti diretti che arrivano in Brasile: grazie anche a regolamentazioni meno restrittive, gli Ide che il Brasile riceve dal Vecchio continente sono maggiori alla somma di quelli riservati a India e Cina. Tuttavia l’Europa presenta preoccupanti segnali di regressione: “l'Europa oggi è in crisi”, afferma Valladao, “è molto più difficile per i governi affrontare le lobbies, che sono piccole ma hanno grande forza politica”. A tal riguardo il banco di prova per il nuovo governo brasiliano sarà il negoziato fra Ue e Mercosul, il mercato comune sudamericano che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay: i sudamericani sperano in una riduzione delle tariffe europee sull'agricoltura, mentre gli europei auspicano di trovare nuovi sbocchi per le loro aziende, soprattutto relativamente al settore dell’auto e a quello dei servizi.

venerdì 22 ottobre 2010

Fiat: dopo la Polonia il Brasile

Il direttore commerciale della Fiat Automovies, Lelio Ramos, attraverso il quotidiano brasiliano O Estado de S. Paulo, ha reso noto che il Gruppo torinese, investirà in Brasile 4,4 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, di cui 3 miliardi, solo per il settore auto.
Gli ingenti investimenti del quinquennio 2011-2015 serviranno a potenziare anche gli asset dei veicoli commerciali e delle macchine agricole: attraverso il marchio Iveco per i primi, con il brand Case New Holland per le seconde.
Il Presidente di Fiat Automoveis, Cledorvino Belini, ha così spiegato le ragioni di tale budget: “oggi quello brasiliano è il quarto maggior mercato del mondo come vendite, ma siamo soltanto il sesto a livello di produzione”. La Fiat, che in Brasile è leader da 7 anni, intende lanciare 20 nuovi modelli entro il prossimo anno, a partire dalla Bravo che è stata realizzata interamente nel Paese verdeoro e che debutterà alla fine di quest’anno.
Considerando la recente chiusura dell’impianto di Termini Imprese e la delocalizzazione sempre più consolidata in Polonia, la notizia non sarà particolarmente gradita dalle migliaia di operai Fiat che, sia a nord sia a sud, non hanno prospettive molto positive per il loro futuro lavorativo.Per contro, sul fronte latino-americano, i vertici Fiat stanno ora valutando il progetto di incrementare la produzione attraverso l’impianto argentino di Cordoba, in quanto lo stabilimento di Betim, situato alle porte di Belo Horizonte, attualmente è al limite della sua capacità produttiva, che è paria circa 8000 unità all’anno.

giovedì 21 ottobre 2010

La foresta amazzonica in concessione ai privati

Il Brasile ha stabilito la messa all’asta di quasi 1 milioni di ettari della foresta amazzonica entro la fine dell’anno, che saranno gestiti da imprese forestali private e compagnie del legno, al fine di arginare il fenomeno del taglio illegale.

Come ha dichiarato alla Reuter Antonio Carlos Kummel, a capo del servizio forestale brasiliano, “il futuro dell'Amazzonia, la lotta alla deforestazione e al cambiamento climatico, si devono basare sulla gestione forestale, non vedo altra soluzione”. Per tale ragione, dopo anni di scontri legali e di opposizione politica, il governo brasiliano riapre alle concessioni forestali e cede le foreste nazionali ai privati. Attualmente le concessioni si estendono su 150.000 ettari: nel giro di 4 o 5 anni, gli ettari in concessione saranno quasi 11 milioni. Secondo il governo, tale provvedimento favorirà un maggiore controllo statale nella regione amazzonica, in quanto le concessioni costituiscono un ostacolo per i latifondisti e gli speculatori che tentano di impossessarsi illegalmente dei terreni pubblici.Se persistesse l'attuale tasso di deforestazione, le foreste tropicali, entro 20 anni, potrebbero scomparire. Dal punto di vista climatico e ambientale, il governo brasiliano propone il “taglio selettivo” che, a differenza di quello illegale e della pratica “slash and burn” - letteralmente “taglia e brucia” - consente alla foresta pluviale di rigenerarsi in modo naturale: vari studi hanno dimostrato che anche il taglio selettivo incide sulla biodiversità e può alterare l’habitat forestale, tuttavia, l’impatto globale di tale pratica è notevolmente più lieve rispetto a quello che comporterebbe il taglio a raso, responsabile della distruzione di quasi il 20% della foresta amazzonica.

mercoledì 20 ottobre 2010

Il Brasile nel mirino di Finmeccanica

Il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, ha affermato che l'azienda è intenzionata ad estendere il proprio raggio d’azione.

Finmeccanica, attualmente operativa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna – oltre che in Italia – ha deciso di puntare sul Brasile che, come l’India, sta investendo molto nella difesa e, soprattutto, nella sicurezza. In una nota diffusa agli organi di informazione, Guarguaglini ha dichiarato che “nel campo della difesa e in quello della sicurezza il Brasile sta investendo parecchio e richiede nuovi prodotti che performino, frutto di tecnologie all'avanguardia”.
In occasione del Salone "InnoTrans 2010", tenutosi recentemente a Berlino, la società ha confermato l'interesse relativo alla massiccia commessa, da venti miliardi di euro, legata alla creazione del consorzio Tav per l'alta velocità per il collegamento di Rio de Janeiro, Campinas e São Paulo. Il bando relativo alla gara d'appalto per il progetto, noto con il nome di "trem-bala", dovrebbe essere pubblicato a novembre dall'Agenzia nazionale per i trasporti terrestri di Brasilia; la gara è prevista per il 2011.
L’interesse di Finmeccanica in Brasile è rivolto anche al settore navale e al sistema di controllo terrestre. Inoltre, la società ha progetti relativi anche al comparto aeronautico: sono in corso trattative con Alitalia e Lufthansa per la fornitura del Superjet, velivolo in concorrenza con gli aerei da trasporto regionale del costruttore brasiliano Embraer. Finmeccanica guarda al Brasile anche in vista della Coppa del mondo di calcio 2014 e dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016: sono stati avviati da tempo contatti e negoziazioni con i ministeri brasiliani che pianificano le operazioni di allestimento necessarie per le due grandi manifestazioni sportive.

martedì 19 ottobre 2010

L’alleanza strategica Brasile-Cina

Si fanno sempre più stretti i rapporti tra Cina e Brasile e si prevede che la loro alleanza condizionerà l’andamento dei commerci e degli investimenti del prossimo decennio a livello globale.

In seguito alla grande crisi economico-finanziaria del 2008, il rapporto tra i due “paesi emergenti” ha preso la forma di una partnership che sembra non voler prendere in considerazione i mercati occidentali ancora in difficoltà, come se volessero avere garanzie per il futuro e ritenessero che questi ultimi non siano in grado di risollevarsi a breve.
Inizialmente i due Paesi erano legati solo dalle esportazioni brasiliane di soia o petrolio e dai pagamenti o investimenti cinesi in infrastrutture di base; oggi non si tratta più di un rapporto prettamente economico ma anche politico.
La Cina - che ha a disposizione ingenti riserve valutarie (ormai circa 2.500 miliardi di dollari), una moneta ancora sottovalutata e gruppi industriali di grandi dimensioni, ormai attivi a livello internazionale – vuole investire in infrastrutture nei paesi in via di sviluppo e favorire la creazione di mercati di consumo: buone infrastrutture permettono di veicolare più agevolmente e in quantità maggiore, le materie prime, così ambite e indispensabili al Dragone; mentre nuovi mercati sarebbero funzionali per la vendita della vasta gamma di beni a basso costo che il gigante asiatico può offrire. Anche il Brasile si è dato da fare in questo senso: nel corso dei suoi otto anni di presidenza, Lula ha visitato ben 68 paesi in via di sviluppo, vedendovi un’opportunità per perdere lo status di mero fornitore di materie prime ai paesi più o meno avanzati e dare vigore alla diversificazione dell'economia. Tuttavia, alla base dello sprint brasiliano vi è il finanziamento di Pechino che, lo scorso anno, ha superato gli Stati Uniti come maggiore partner commerciale del gigante sudamericano, e ora ha l’obiettivo di diventare anche il maggior investitore in Brasile entro il 2020. Probabilmente verranno dalla Cina i finanziamenti e i costruttori di una parte dell'alta velocità e delle infrastrutture che verranno realizzate in Brasile in vista dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi di Rio del 2016.

venerdì 15 ottobre 2010

Anche il Brasile è a rischio bolla?

Mentre le economie più sviluppate sono destinate ad attraversare un periodo prolungato di crescita debole, disoccupazione alta e tassi d'interesse bassi, le economie emergenti, come il Brasile, stanno reagendo molto meglio alla crisi e offrono migliori opportunità di investimento.

Mentre il tasso di cambio cinese è rimasto invariato, l’economia brasiliana, sebbene abbia registrato un breve periodo di forte declino del tasso di cambio nel primo periodo dopo il fallimento della Lehman, è stata caratterizzata anche da un forte incremento del potere d'acquisto della sua valuta.
Gli investitori dei paesi economicamente avanzati possono aspettarsi tassi d'interesse bassi e rendimenti bassi sugli investimenti, e dunque consistenti deflussi di capitali verso Paesi in via di sviluppo, Brasile in primis, che sono privi dei problemi di bilancio delle nazioni più ricche, hanno accumulato riserve ed evitato obbligazioni in valuta estera.
Tuttavia anche Paesi come il Brasile dovrebbero fare attenzione all’apprezzamento della valuta nazionale che, implicando un calo della domanda, comincia a produrre effetti negativi sulla loro economia. Il calo della domanda infatti comporta un maggiore disavanzo nel saldo con l'estero - squilibrio che si verifica quando le importazioni hanno un volume maggiore rispetto alle esportazioni – e può provocare una condizione di debito per quella nazione. Tale squilibrio può essere, in parte, compensato tagliando i tassi d'interesse a livello nazionale, tuttavia, se l'effetto contrattivo è molto consistente, quest’ultimo può, a sua volta, portare i mercati emergenti in una “trappola della liquidità”.
Inoltre potrebbe verificarsi un'«eccedenza di risparmi mondiale»: una condizione determinata principalmente dai surplus dei Paesi in via di sviluppo e che, probabilmente, è stata una delle principali cause della bolla immobiliare del 2008. Negli anni 90 alcune economie emergenti hanno cominciato a segnare forti eccedenze commerciali con i Paesi ricchi, al fine di accumulare riserve in valuta estera come assicurazione contro le crisi finanziarie, così hanno acquistato enormi quantità di obbligazioni e asset di nazioni come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Spagna, e questo ha generato grandi afflussi di capitale, che hanno portato verso il basso i tassi di interesse a lungo termine in America e in Europa. Di conseguenza, i prezzi delle case sono cresciuti a dismisura, e questo ha provocato quella bolla immobiliare che in futuro potrebbe interessare anche i Paesi in via di sviluppo.

giovedì 14 ottobre 2010

Elezioni brasiliane, Dilma favorita grazie a Lula

Lo scorso 3 ottobre, data del primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane, Dilma Rousseff, il candidato del partito al governo, ha ottenuto il miglior risultato alle urne grazie alla popolarità del suo predecessore.

La popolarità del Presidente uscente Lula, grazie al boom economico-sociale raggiunto dal Brasile durante il suo governo, è intorno all’80%. Non potendosi ricandidare ha deciso di sfruttare l’ampio consenso raccolto dagli elettori per sostenere e favorire “il legittimo erede”, Dilma Rousseff: 63 anni, economista, ex guerrigliera imprigionata e torturata negli anni della dittatura, con conseguente fama di “estremista”. Pur non essendo particolarmente nota, la Rousseff è riuscita ad arrivare in testa con il 47% dei voti, superando di ben 15 punti il principale rivale, Josè Serra, esponente del Partito Socialdemocratico, e Marina Silva, che ha ottenuto il 20% dei voti. Nonostante la netta differenza di risultato, anche quest’ultima candidata potrebbe costituire una minaccia per la Rousseff. Anche la Silva proviene dal Partito di Lula, quello dei Lavoratori, ed è politicamente contraddistinta da un intransigente "vangelo" ecologista, centrato sulla difesa della Grande Natura del Bacino delle Amazzoni: sebbene sia stata eliminata, la Silva è un’oratrice appassionata e trascinante, molto più di quanto non lo sia la Rousseff e ora dovrà decidere se convogliare i suoi sostenitori verso Dilma oppure portarli ad un’astensione di protesta, che potrebbe favorire Serra.Se il 31 ottobre Dilma Roussef avrà la meglio sull’opposizione, dovrà gran parte della sua vittoria alla popolarità del suo predecessore: la Rousseff, in quanto sua prediletta, è favorita dalla soddisfazione dei brasiliani per i due quadrienni di Lula che, pur essendo stato accolto con alcuni pregiudizi per il suo passato di sindacalista, ha saputo dare vigore all’iniziativa privata senza però privarla di “un’impronta sociale”, ha favorito gli investimenti stranieri e ha al contempo trasformato il proprio paese in un investitore all’estero. Lula ha reso il Brasile una delle maggiori potenze a livello mondiale, grazie ad un exploit simile a quello della Cina e dell’India ma con più libertà rispetto alla prima e più eguaglianza rispetto alla seconda.