Sebbene la maggior parte delle notizie relative all’ambiente quest’anno sia stata piuttosto negativa – basti pensare all’incidente nel Golfo del Messico o al fango tossico in Ungheria – dal Brasile arrivano notizie incoraggianti.
Secondo l’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale, che ha effettuato delle riprese satellitari relativamente alla superficie terrestre occupata dalla foresta pluviale verdeoro, il ritmo di deforestazione della stessa, nel 2010, si è quasi dimezzato, e ha registrato un rallentamento dell'85 % rispetto alla situazione che si presentava nel 2004: questo dimostra che il Brasile ha rispettato l'impegno di ridurre la deforestazione dell'80 % con dieci anni di anticipo rispetto alla scadenza fissata. Tale trend stride con l’approvazione del piano per la realizzazione della controversa diga amazzonica di Belo Monte, destinata a divenire la terza per grandezza del pianeta, che porterà all'allagamento di oltre 414 chilometri quadrati di foresta e allo sradicamento di decine di migliaia di indigeni.Tuttavia, nel complesso, il Brasile sembra essere molto sensibile alle questioni inerenti l’ambiente e le problematiche ad esso connesse, tant’è vero che l'80% dei brasiliani afferma che le questioni ambientali dovrebbero essere considerate prioritarie, malgrado una maggiore attenzione in questo senso potrebbe comportare un rallentamento dell'economia. Un’ulteriore conferma di tale “tendenza ambientalista” si riscontra nello sbalorditivo risultato elettorale raggiunto dal partito dei Verdi in occasione delle recenti votazioni e nelle iniziative lanciate dal governo brasiliano a favore dell’ambiente; ne è un esempio l’Arco Verde, che prevede l’erogazione di incentivi economici ai cittadini brasiliani la cui sopravvivenza era legata alla vendita di legname. Inoltre, sono stati intensificati i controlli e l’applicazione delle normative vigenti in materia ambientale si è fatta più rigorosa.
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