Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

venerdì 30 aprile 2010

Focus del Banco Central do Brasil: aumentano il tasso di sconto e l’inflazione

I risultati emersi dalla ricerca Focus, divulgata un paio di settimane fa dal Banco Central do Brasil, portano a prevedere che il SELIC (tasso di sconto ufficiale) potrebbe arrivare a 11,50%, al posto dell’11,25% precedentemente previsto. Considerando i dati relativi all’inflazione, in continua ascesa, e l’odierno scenario economico, gli analisti prevedono che il SELIC, attualmente al tasso annuale dell’8,75%, potrebbe essere aumentato più frequentemente. Newton Rosa, economista capo della Sul America Investimentos, ha dichiarato che “la revisione delle previsioni mostra la sorpresa del mercato per la dinamicità dell’attività economica che sta proseguendo ad un ritmo insperato. Oltre a ciò, gli indici dei prezzi hanno sorpreso a tal punto che nessuno prevede che l’inflazione si attesti al di sotto dell’obiettivo del 4,5%”. Anche Rosa ha elevato la previsione del SELIC per fine anno, da 11% a 11,50%. “Nella prossima riunione, credo che il Copom (Comitato di politica monetaria) aumenti il tasso di sconto ufficiale per lo meno di 0,75 punti percentuali. Un aumento minore potrebbe generare una reazione negativa da parte del mercato”, ha dichiarato ancora Rosa. La ricerca Focus ha mostrato che le istituzioni finanziarie sono passate a lavorare con un IPCA – l’equivalente del nostro tasso di inflazione - al 5,32% nel 2010. Questa è stata la 13° settimana consecutiva in cui gli analisti hanno rivisto verso l’alto le aspettative per l’IPCA. Poco più di un mese fa, la previsione era che l’indice si attestasse al 5,10%. Negli scenari di pressione, come quello cui si assiste oggi, il Copom è solito aumentare il tasso di sconto per inibire il consumo e la scalata dei prezzi. L’obiettivo del Banco Central per l’inflazione nel 2010 è del 4,5% ma la previsione del mercato è sempre più lontana da questo valore. La ricerca ha mostrato anche una modifica nelle previsione sull’andamento del PIL del Brasile: il mercato attualmente crede che l’economia brasiliana crescerà del 5,81% all’anno, mentre solo una settimana prima della pubblicazione degli esiti della ricerca la previsione era di un aumento del 5,60%.

mercoledì 28 aprile 2010

Scarseggiano le risorse per la realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali brasiliani

Nei primi due mesi del 2010 il BNDES - Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social – ha concesso investimenti massicci per la realizzazione dei progetti infrastrutturali brasiliani: in gennaio ha erogato 3,2 miliardi di euro, il 74% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno, e 3,5 miliardi di euro a febbraio, con un aumento del 66% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Lo scorso anno il BNDES aveva concesso 57 miliardi di euro e la proiezione ufficiale di quest’anno prevede una concessione di finanziamenti per un valore di 52,5 miliardi: il BNDES ha reso noto che il valore totale dei finanziamenti previsti, sebbene sia inferiore a quello dello scorso anno, dovrebbe essere sufficiente perché si aspetta che il mercato privato assuma un ruolo più attivo nel mantenimento degli investimenti in aumento. Tuttavia, la Presidenza della Repubblica non ha una visione altrettanto ottimistica della questione e teme che le capacità di finanziamento del BNDES non bastino a soddisfare la crescente domanda nell’area delle infrastrutture e a realizzare i megaprogetti previsti dal PAC (Programma di Accelerazione della Crescita).
La centrale idroelettrica di Belo Monte e il Trem-Bala - progetto per la linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Rio de Janeiro e San Paolo – richiederanno da soli circa 14,5 milioni di euro nei prossimi anni, e in tale budget non sono compresi: le linee di trasmissione dagli impianti idroelettrici sul fiume Madeira, la costruzione della centrale nucleare di Angra 3, gli investimenti miliardari per complessi nell’area petrolchimica e la creazione di un “gigante nazionale” nell’area dell’energia.
Il settore finanziario privato è molto riluttante a entrare in progetti come quelli sopra citati (Bel Monte e Trem-Bala) perché richiedono un enorme volume di risorse e non sono considerati investimenti “sicuri”.Inoltre, se il Tesoro, che sta studiando una nuova capitalizzazione del BNDES, decidesse di fare un ulteriore stanziamento affinché quest’ultimo possa disporre delle risorse necessarie per portare a termine i progetti infrastrutturali, tale iniziativa, considerando che tutto il nuovo credito è finanziato da emissione di debito, potrebbe compromettere i conti pubblici.

venerdì 23 aprile 2010

Il Paternariato Strategico Italia-Brasile e il distretto motociclistico italiano di Manaus

Il 12 aprile scorso il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Presidente della Repubblica Federativa del Brasile Lula da Silva hanno firmato a Washington il Piano d’azione finalizzato al Paternariato strategico tra i due Paesi. Il Piano prevede la stipula di accordi valutabili tra i 10 e i 20 miliardi di euro per le imprese italiane nei prossimi 5 anni, nel settore delle infrastrutture, della difesa, dell’energia, del turismo e della cultura.
Le indicazioni programmatiche del Piano hanno trovato una prima concretizzazione con il “lancio” del distretto motociclistico italiano di Manaus, in Amazzonia, che darà la possibilità di produrre made in Italy in un grande mercato e per un grande mercato emergente qual è quello brasiliano, con orizzonti anche più ampi come Mercosur o le Americhe e, allo stesso tempo, di produrre di più in Italia: la zona franca di Manaus offre allettanti incentivi fiscali alle imprese tricolore, che potranno produrre in patria fino al 40% del contenuto di ogni moto.
Il vice ministro allo Sviluppo economico con delega al Commercio Estero, Adolfo Urso, ha affermato: “Il Brasile, lo si è visto negli ultimi anni attraverso esempi come quello di Fiat, è un partner strategico ed affidabile. A questo distretto non possiamo che augurare il più grande successo, sperando che possa trainarvi nuovi parchi industriali italiani. Del resto, le potenzialità brasiliane sono tali che certamente altri settori industriali italiani potranno sfruttarle”.L’Italia, 6° partner commerciale del Brasile, guarda con grande attenzione alla promozione reciproca degli investimenti, specialmente a quelli legati ai grandi eventi sportivi: in vista della Coppa del Mondo 2014 e delle Olimpiadi 2016, nei prossimi mesi il Ministero dello Sviluppo Economico organizzerà una missione imprenditoriale italiana in Brasile con lo scopo di conoscere e valutare le opportunità di affari e fornire alle imprese del Belpaese un quadro informativo degli incentivi statali e municipali agli investimenti stranieri.

martedì 20 aprile 2010

Gli IDE non bastano per coprire il deficit esterno brasiliano

Per la prima volta dal 2001, l’entrata di capitali esteri nel settore produttivo non sarà sufficiente per finanziare il deficit nelle transazioni del Brasile con l’estero.
In questi giorni, la Banca Centrale ha nuovamente visto al rialzo le previsioni di un risultato negativo dei conti correnti per il 2010: il deficit stimato passerebbe da 40 miliardi di dollari a 49. Questo risultato negativo sarà compensato soprattutto dall’entrata di investimenti diretti provenienti dall’estero che, secondo le stime della Banca Centrale, ammonterebbero a 45 miliardi di dollari. Malgrado ciò, il Paese resterà, come non accadeva da nove anni, dipendente dalle risorse destinate al mercato dei capitali e dei prestiti del settore finanziario per equilibrare i conti. Tuttavia, Secondo la Banca Centrale, questa volta i fattori che hanno provocato l’aumento del deficit sono connessi alla ripresa dell’economia brasiliana e non all’indebitamento esterno del Paese, com’era avvenuto nel 2001.Il dato relativo al mese di febbraio, con un deficit di 3,3 miliardi di dollari, è stato il peggior risultato su base mensile dal 1947. L’entrata del mercato finanziario supera del 90% i 4,7 miliardi di dollari che sono entrati a titolo di investimenti diretti in imprese. Tale importo copre appena il 43% del deficit nelle transazioni correnti in questo periodo.

venerdì 16 aprile 2010

Brasile: previsioni positive per la produzione industriale

L’industria di trasformazione brasiliana prevede il raggiungimento di un’espansione media del 14,6% della capacità produttiva entro la fine di quest’anno. La proiezione arriva dalla FGV-Fondazione Getulio Vargas ed è la più positiva dal 2002, anno in cui l’ente ha iniziato la sua serie storica di tale ricerca. Per il triennio 2010-2012, la crescita attesa è del 23,8%. La ricerca si è basata sulle dichiarazioni rilasciate da 723 imprese, intervistate nel periodo tra gennaio e febbraio di quest’anno.
Secondo Aloísio Campalo, economista della FGV, la prospettiva di un incremento della capacità produttiva rappresenta un segnale della fiducia nella ripresa dell’economia dopo la crisi internazionale che, lo scorso anno, ha provocato un crollo della produzione del 5,5%. A tale aumento può seguire anche la diminuzione delle possibilità per il paese di affrontare le pressioni inflazionistiche a causa dello squilibrio tra domanda e offerta.
A febbraio, il livello medio della capacità produttiva delle fabbriche ha raggiunto l’84%, solamente due punti percentuali sotto la soglia registratasi nel 2008, quando il livello era sceso al 77%. Grazie a tale aumento e al conseguente ottimismo che ne è scaturito, è cresciuta anche la propensione agli investimenti, soprattutto nel settore dei beni di consumo, dove l’aspettativa riguardo alla capacità produttiva è passata dal 13% dello scorso anno al 16% di quello in corso.
L’economista Campalo evidenzia che i risultati positivi della ricerca sono da attribuire soprattutto alla forza del mercato interno, che, nonostante la crisi, è cresciuto sorprendentemente nel 2009 e ha portato gli imprenditori a pensare che esso continuerà a farlo. L’80% delle imprese intervistate considera la domanda interna come uno dei fattori che influenzano positivamente le decisioni sugli investimenti; mentre la domanda esterna, che ha risentito degli effetti della crisi, è ritenuta stimolante solo dal 40% relativamente all’aumento della capacità produttiva.

mercoledì 14 aprile 2010

Brasile: una linea di credito per ridurre le emissioni di gas che causano l’effetto serra

José Serra, Governatore dello Stato di San Paolo, candidato alla Presidenza della Repubblica, ha lanciato la linea di credito “Economia Verde”, rivolta a progetti atti a favorire la riduzione dei gas responsabili dell’effetto serra. Si tratta di un’iniziativa posta in essere sulla base della Politica Statale sulle Mutazioni Climatiche (PEMC – Legge 13.798), approvata alla fine dello scorso anno, che ha posto come obiettivo la riduzione del 20% delle emissioni di gas che causano l’effetto serra entro il 2020. Tale linea di credito è destinata alle piccole e medie imprese con fatturato annuale compreso tra 100mila e 400mila euro; le imprese interessate ad aggiudicarsi i credito dovranno effettuare la richiesta attraverso le associazioni di categoria a cui appartengono. Il finanziamento sarà autorizzato dall’Agenzia di Sviluppo paulista Nossa Caixa Desenvolvimento.
La linea di credito, con un tasso di interesse al 6% all’anno indicizzato a un termine di pagamento fino a cinque anni, è diretta ai progetti riguardanti l’agroindustria, la sostituzione dei combustibili, la bonifica, il trattamento e utilizzo dei rifiuti, le energie rinnovabili, il trasporto, i processi industriali, il recupero forestale in aree urbane e rurali con relativa gestione dei rifiuti.Presentare programmi già realizzati o in via di realizzazione a San Paolo permettono a Serra di confrontarsi ad armi pari nel settore ambiente con la senatrice Marina Silva, anch’essa candidata alla carica di Presidente della Repubblica.

venerdì 9 aprile 2010

L’IBGE tira le somme sullo stato dell’economia brasiliana

Secondo i dati dell’IBGE, l’istituto di statistica brasiliano, lo scorso anno il PIL del Brasile ha registrato una variazione negativa dello 0,2% rispetto al 2008.
Negli ultimi anni il tasso di crescita che prende in esame 12 mesi consecutivi ha accelerato fino a raggiungere l’apice del 6,6% nel terzo trimestre del 2008. Successivamente si è verificato un rallentamento, fino ad arrivare al –1,0% nel terzo trimestre dello scorso anno e al –0,2% nel quarto.
Per quanto riguarda il settore agricolo e quello dell’allevamento, la diminuzione (-5,2%) è stata causata dalla riduzione di colture importanti, come il grano, il mais, il caffè e la soia (rispettivamente -16%, -13,5%, -12,8% e –4,8%).
Relativamente all’Industria tutte le attività hanno subito una diminuzione (-5,5%), la più grave si è registrata nell’industria della trasformazione (-7,0%) e nei servizi ad essa connessi: commercio all’ingrosso e al dettaglio (-1,2%) e trasporti, immagazzinamento e servizi postali (-2,3%). Anche il settore della costruzione civile è calato parecchio (-6,3%).
In merito al settore dei servizi (2,6%), i risultati sono stati particolarmente positivi per: intermediazione finanziaria e assicurazioni (6,5%), servizi di informazione (4,9%), amministrazione, salute ed educazione pubblica (3,2%) e servizi immobiliari e locazioni (1,4%).
Sul fronte della domanda, il commercio con l’estero ha perso peso: le esportazioni hanno registrato un calo del 10,3% e le importazioni dell’11,4%. La domanda interna invece è cresciuta, in particolare, la spesa del consumo delle famiglie è salita del 4,1% nel 2009: si tratta del sesto anno consecutivo di aumento.
Il tasso di investimento dello scorso anno è stato del 16,7% del PIL, il più basso dal 2006 (16,4%), mentre il tasso del risparmio ha raggiunto il 14,6% del PIL, il più basso dal 2001 (13,5%).
Con la variazione del PIL e la crescita dello 0,99% della popolazione residente, anche il PIL pro-capite si è abbassato dell’1,2%, attestandosi a 16.414 Reais (circa 6.840 Euro).

martedì 6 aprile 2010

A dispetto della crisi le imprese brasiliane incrementano il loro fatturato

Stando a quanto emerge dai dati congiunturali relativi al 2009, in Brasile la crisi ha debilitato soprattutto i settori dell’acciaio e dei minerali: le industrie siderurgiche e quelle operanti nel settore minerario, lo scorso anno, hanno perso circa 20 miliardi di euro, una cifra vicina all’equivalente del profitto di tutte le imprese del settore alimentare quotate in Borsa. Tuttavia, escludendo le imprese relative ai settori sopraccitati, gli effetti della crisi non hanno impedito alla maggioranza delle imprese brasiliane di aumentare il loro fatturato, tant’è vero che il profitto netto delle stesse è quasi raddoppiato e ha raggiunto il valore di circa 15 miliardi di euro.
Le imprese del settore alimentare hanno aumentato le vendite del 20%, quelle legate al dettaglio del 24% e quelle dei materiali da costruzione, persino del 52%. L’exploit maggiore ha riguardato le imprese con vendita al dettaglio del settore tessile.
Anche l’andamento delle aziende quotate in Borsa conferma le previsioni degli specialisti, secondo i quali gli amministratori cercherebbero di acquisire efficienza interna durante la crisi per aumentare la redditività. Sebbene il margine lordo, prendendo in esame solo i costi di produzione, mostri una riduzione del 5,1% (dal 36,7% al 31,6%), il margine operativo netto (escluse le spese amministrative e generali) registra un aumento che, nel confronto tra il 2009 e il 2008, va dal 14,5% al 15,9%.
L’anno scorso, nonostante le diversità, l’indebitamento netto delle imprese si è mantenuto stabile a 57 miliardi di euro.

venerdì 2 aprile 2010

Il governo brasiliano dà la priorità agli investimenti nei trasporti urbani

In occasione della quinta edizione del Forum Urbano Mondiale delle Nazioni Unite, appena tenutosi a Rio de Janeiro, il Ministro delle Città, Marcio Fortes, ha dichiarato che il secondo Programma di Accelerazione della Crescita (PAC 2) previsto dal Governo brasiliano darà un’importanza maggiore agli investimenti nell’area dei trasporti e della mobilità.
Il programma di accelerazione della crescita è stato introdotto per la prima volta dal Presidente Lula nel 2007, con l’obiettivo di favorire la crescita del Paese e combattere la povertà tramite investimenti in tutti i settori. Il Ministro Fortes ha spiegato che il secondo programma non prevede l’abbandono dei progetti abitativi e sanitari, ma ha specificato però la necessità di complementarli con miglioramenti nel settore dei trasporti.
I progetti futuri porranno particolare attenzione alle zone periferiche delle città brasiliane, cercando di assicurare ai cittadini che vi risiedono la possibilità di usufruire di servizi abitativi e di trasporto adeguati. Le preoccupazioni del Brasile riguardo a tali aree sono aumentate dopo i dati resi noti dall’Onu (secondo cui il 26% della popolazione brasiliana vive in condizioni precarie), poiché è proprio alle periferie delle grandi metropoli che sono andati sviluppandosi dei veri quartieri composti da baracche, le cosiddette favelas.
Secondo quanto dichiarato, il Brasile non ha intenzione di risolvere il problema abitativo che lo affligge distruggendo le migliaia di baraccopoli tuttora presenti sul suo territorio, fatto salvo per quelle che versano in condizioni di rischio. L’obiettivo che il Paese si è prefisso è quello di assicurare delle condizioni di vita migliori ai propri cittadini, devolvendo maggiori attenzioni alla parte più povera della popolazione.