Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

martedì 31 maggio 2011

Mato Grosso: verso la produzione biologica.

Il Governo del Mato Grosso do Sul e l’ABPO puntano alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari biologici  all’estero.

L’economia brasiliana va verso la diversificazione delle attività produttive e il governo del Mato Grosso do Sul, in collaborazione con l’ABPO (Associazione Brasiliana di Prodotti Organici) puntano sulla valorizzazione dei prodotti agroalimentari biologici, in particolare attraverso la promozione della carne biologica prodotta nella regione Pantanal all’estero.
Secondo alcuni dati della Fiems (Federazione delle Industrie del Mato Grosso do Sul), le esportazioni di prodotti lavorati dello Stato sono aumentate complessivamente del 65% nel primo bimestre del 2011 rispetto ai dodici mesi precedenti, in particolare per quanto riguarda carne, carta, cellulosa, zucchero e alcool, cuoio e pelle. L’Italia rappresenta un mercato importante per le esportazioni del Mato Grosso do Sul, essendo uno dei maggiori destinatari delle esportazioni.
Il Governo del Mato Grosso do Sul e l’ABPO hanno messo in atto una serie di iniziative volte alla promozione dei prodotti agroalimentari biologici in Italia: tra queste, un gruppo di imprenditori italiani ha avuto la possibilità di visitare alcune aziende operanti nel settore agroalimentare nella regione del Pantanal, la più grande zona umida al mondo,  e la carne è stata sottoposta ai controlli dalle autorità sanitarie italiane per rilevarne la qualità.

lunedì 30 maggio 2011

Cresce la domanda di macchinari da costruzione

Cresce la domanda di macchinari da costruzione in Brasile sull’onda dello sviluppo economico e dei futuri eventi sportivi. Si prevede che le vendite possano aumentare di oltre il 20% rispetto al 2010.

Il boom economico, gli eventi sportivi, gli investimenti nelle infrastrutture, il potenziamento dell’agricoltura, il programma sociale “Minha Casa Minha Vida” e gli investimenti industriali hanno favorito l’aumento della domanda di macchinari da costruzione. Il Governo federale brasiliano ha, inoltre, messo in atto una serie di misure per incentivare il settore agricolo favorendo l’accesso al credito per tutti gli imprenditori intenzionati a investire nell’innovazione e nelle nuove tecnologie.
Nel 2010 sono stati venduti in Brasile 24,7 mila macchinari e si prevede che nel 2011 le vendite possano aumentare di oltre il 20%. Il dinamismo del settore è emerso dal successo riscosso da Agrishow, la manifestazione fieristica dedicata al settore delle macchine agricole che ha avuto luogo a Ribeirao Preto nello stato di San Paolo all’inizio di maggio.
La società Case Construction, ad esempio, ha stimato che il segmento delle costruzioni rappresenta il 60% del proprio fatturato in Brasile, e stima di mettere sul mercato 45.000 unità entro il 2016.
Secondo quanto affermato da Antonio Bonassi, presidente della Camera settoriale delle Macchine per il settore delle costruzioni dell’Abimaq (Associação Brasileira da Indústria de Maquinas e Equipamentos), verranno realizzate 9.500 opere nei prossimi cinque anni. Il Presidente di Abimaq, Luiz Auber, ha aggiunto che avranno maggiore successo in questo settore le imprese estere in quanto è più semplice importare che fabbricare in Brasile: si apre così un'ampio ventaglio di opportunità per le imprese italiane.

venerdì 27 maggio 2011

Nordeste: stella economica del Brasile

Il Nordeste mostra di avere un grande potenziale di crescita, lo testimoniano gli ingenti investimenti infrastrutturali e lo sviluppo industriale.

Il Nordeste resta la regione più povera del Brasile: vi abita il 28% della popolazione, ma produce solamente il 14% del PIL, e un quinto degli adulti risulta essere analfabeta (il doppio rispetto alla media nazionale). Nonostante ciò il settimanale The economist definisce la regione come “la stella dell’economia brasiliana” in quanto nell’ultimo decennio il Pil è aumentato mediamente del 4,2% l’anno, rispetto al 3,6% relativo alla media nazionale. In particolare, nel 2010 l’economia del Pernambuco è cresciuta del 9,3%. Tale boom economico trova le proprie radici in primo luogo nel programma Bolsa Famìlia, per la lotta alla povertà lanciato da Luiz Inàcio Lula da Silvia, e in secondo luogo nell’aumento del salario minimo che ha registrato una crescita del 60% dal 2003 ad oggi.
La regione attrae numerosi investimenti da parte delle aziende estere, stimolati dagli incentivi statali, dalla politica fiscale e dal dinamismo economico, in particolare si ricordano Fiat e Kraft Foods – che ha recentemente installato un impianto di produzione di cioccolata e bibite in polvere. Tali investimenti hanno rilanciato la regione e molti degli abitanti emigrati altrove alla ricerca di un lavoro stanno tornando nella terra natale.
Ma non si tratta solo di uno sviluppo industriale: sono stati realizzati anche 52 centri commerciali dal 2006 e soprattutto sono migliorate le infrastrutture. Il Governo sta infatti investendo ingenti capitali in lavori pubblici come la continuazione dell’autostrada che corre lungo la costa atlantica, l’ampliamento del Porto di Suape, la costruzione della rete ferroviaria che collegherà Suape all’entroterra e il miglioramento le vie di comunicazione. La regione deve però ancora investire in educazione, il Nordeste spende meno della media nazionale in scuole e formazione e subisce la scarsità di manodopera specializzata.

giovedì 26 maggio 2011

Il “nuovo” Brasile e l’Italia

Martedì 24 maggio si è tenuta, presso la sede dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) a Milano, la conferenza internazionale “Il nuovo Brasile e l’Italia”.

Martedì 24 maggio si è tenuta, presso la sede dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) a Milano, la conferenza internazionale “Il nuovo Brasile e l’Italia”. Hanno partecipato alla tavola rotonda, moderata da Alessandro Merli, giornalista de Il sole 24 Ore: Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli & C., Vittorio Ghisolfi, Presidente di Mossi & Ghisolfi, Antonio Calabrò, Direttore della Fondazione Pirelli e Roberto Formigoni, Presidente dei Regione Lombardia. L’iniziativa si inserisce nel programma della V Conferenza Nazionale Italia America Latina e Caraibi ed è stata organizzata in collaborazione con RIAL (Rete Italia America Latina). L’incontro prende spunto dalla pubblicazione del libro “Bandeirantes. Il Brasile alla conquista dell’economia mondiale”, scritto da Antonio e Carlo Calabrò che racconta un Brasile moderno e competitivo sui mercati internazionali, forte della continuità politica e della crescita demografica.
Il Brasile è un paese dalle grandi potenzialità, che è passato da semplice esportatore di materie prime a produttore industriale, un paese che investe nelle fonti alternative per raggiungere l’indipendenza energetica e che gode di una continuità politica da oltre 20 anni. Il paese sudamericano ha raggiunto una crescita del 7,5% nel 2010, le ragioni di questa performance vanno ricercate essenzialmente in tre fattori, quali: l’ascesa di una nuova classe media, la popolazione relativamente giovane e in crescita e, ultimo ma non meno importante le esportazioni di commodity.
Il rischio paese, inoltre, è stato recentemente rivisto da Fitch Ratings che lo ha portato a BBB e da Standards & Poor, la quale ha portato da stabili a positive le prospettive sul debito estero del paese ''ed e' atteso un rialzo del rating nei prossimi 6-12 mesi'', ha anticipato Carlo Calabrò, capo della Governance di Banco Votorantim.
È stato inoltre affrontato il tema dell’energia: il Brasile punta alla differenziazione delle risorse energetiche alternative. Una svolta viene dall’azienda italiana Mossi & Ghisolfi, leader nelle biotecnologie, che ha investito in Brasile per sviluppare la tecnologia per ricavare bioetanolo dagli scarti della canna da zucchero, ottenendo ottimi risultati. Il Brasile, infatti, necessita di investimenti nelle nuove tecnologie e di personale altamente qualificato.
Il “nuovo Brasile” di Dilma Rousseff ha un potenziale ancora inesplorato e le imprese italiane, forti delle affinità culturali, degli accordi bilaterali esistenti, delle migliori tecnologie e della dinamicità delle imprese, possono cogliere immense opportunità.

mercoledì 25 maggio 2011

Luxottica sbarca in Sudamerica

Luxottica ha aperto un nuovo punto vendita Sunglass Hut a Rio de Janeiro ed ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione del 97% di Multiopticas Internacional S.L. “L’America Latina rappresenta una regione strategica per lo sviluppo di Luxottica, dove prevediamo di crescere significativamente nei prossimi anni con entrambe le nostre divisioni”.

La società italiana Luxottica Group S.p.A., leader nel settore dell’ottica di fascia alta, ha comunicato l’apertura di un nuovo punto vendita Sunglass Hut in Brasile.
Sunglass Hut è un marchio leader nel settore degli occhiali da sole e appartiene al portafoglio marchi di Luxottica. Il gruppo italiano è già presente nel paese sudamericano con una società di commercio all’ingrosso ma, considerato il potenziale di crescita nel settore degli occhiali di fascia alta, di lusso e sportivi, ha deciso di scommettere sul mercato brasiliano presentando un proprio marchio: il punto vendita è stato inaugurato a Rio de Janeiro, all’interno del centro commerciale Fashion Mall.
Luxottica sta investendo molto nel Sudamerica, a prova di ciò ha recentemente sottoscritto un accordo per l’acquisizione del 57% di Multiopticas Internacional S.L., società che controlla oltre 470 negozi in Sudamerica e di cui gia' deteneva il 40%, salendo in tal modo a circa il 97%. Andrea Guerra, Chief Executive Officer di Luxottica ha infatti spiegato che “L’America Latina rappresenta una regione strategica per lo sviluppo di Luxottica, dove prevediamo di crescere significativamente nei prossimi anni con entrambe le nostre divisioni” e che “questa operazione ci consente di dotarci di una piattaforma già ben organizzata e un piano di sviluppo ben definito, e rappresenta un’ottima opportunità per rafforzare il posizionamento dei nostri marchi e in generale tutte le attività del Gruppo nell’area”.

martedì 24 maggio 2011

Classifica sulla competitività: Brasile in discesa

Resi noti i risultati dell’annuale classifica sulla competitività dell’International institute for management development: il Brasile perde posizioni.

Nonostante il boom economico, il Brasile appare meno appetibile agli investitori, infatti, per la prima volta dal 2007, scende nella classifica del World competitiveness yearbook, perdendo sei posizioni rispetto all’anno scorso, e collocandosi al quarantaquattresimo posto.
Quattro le cause rintracciate dal professor Carlos Arruda, membro della Fundação dom Cabral, che si è occupato dell’analisi del Brasile per il rapporto stilato dall’IMD: innanzitutto, l’elevato indebitamento delle famiglie brasiliane, causato dall’aumento dell’offerta di credito al consumo, e la crescente inflazione.
Oltre a ciò, hanno inciso la forte valorizzazione del real, che comporta la perdita di competitività all’estero dei prodotti locali, e il fatto che la produzione industriale risulta ancora poco efficiente, a causa della deindustrializzazione del sistema produttivo, fattore questo che è a sua volta dovuto alla supervalorizzazione della moneta nazionale e agli elevati costi di produzione, che fanno sì che sia più conveniente importare dall’estero.
Al vertice della classifica si sono piazzati a pari merito gli Stati Uniti e Hong Kong, seguiti da Singapore e Svezia; l’Italia invece si è posizionata al quarantaduesimo posto, superando di poco il Brasile.

lunedì 23 maggio 2011

Tim: ricavi trainati dal Brasile

“La Tim Brasile è un’impresa di grande successo che ha recuperato posizioni di mercato in misura notevole e che sta crescendo in termini di clienti e fatturato”, ha dichiarato Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia.

Il settore delle telecomunicazioni brasiliano ricopre una grande importanza strategica per Telecom: "La Tim Brasile è un’impresa di grande successo che ha recuperato posizioni di mercato in misura notevole e che sta crescendo in termini di clienti e fatturato", ha dichiarato Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia. La società ha già effettuato investimenti nel paese sudamericano per il valore di 6,4 miliardi di euro e intende investirne ulteriori 3,68 miliardi.
Il gruppo Telecom ha concluso il primo trimestre del 2011 con un utile in calo dell’8,7%. A trainare i ricavi sono Brasile e Argentina, dove Tim Participacoes sta guadagnando quote di mercato importanti, soprattutto dopo l’incorporazione di Telecom Argentina. Bernabé ha aggiunto che "I risultati del primo trimestre confermano la validità della strategia di rafforzamento in America Latina e di riposizionamento sul mercato domestico" evidenziando che, in Italia, è necessario mettere in atto nuove strategie per mantenere le quote di mercato, in particolare per quanto riguarda l’offerta di telefonia fissa.
Il Sudamerica rappresenta il primo mercato per Telecom in quanto mostra un forte aumento di popolazione e di potere d’acquisto.

venerdì 20 maggio 2011

Eventi internazionali: Brasile al nono posto.

Il Brasile si aggiudica il nono posto nella classifica dell’ICCA con 275 eventi organizzati. "Il Ministero del Turismo, attraverso il lavoro di Embratur, è sulla buona strada per raggiungere posizioni ancora più rilevanti nella classifica dell’ICCA” ha commentato il Ministro del Turismo.

Il turismo in Brasile è in forte crescita, spinto anche dal settore fieristico e congressuale. Nella classifica annuale dell’ICCA (International Congress and Convention Association), nel 2010 il Brasile si è aggiudicato il nono posto a livello mondiale: nel paese sudamericano sono stati organizzati 275 eventi, segnando un aumento del 443% rispetto al 2003, anno in cui Embratur ha iniziato a occuparsi della promozione all’estero.
Il Ministro del Turismo, Pedro Novais, ha espresso la sua soddisfazione, prevedendo che nei prossimi anni il numero di eventi aumenterà, in vista dei Mondiali di Calcio nel 2014 e delle Olimpiadi a Rio de Janeiro nel 2016. Novais ha aggiunto che "il Ministero del Turismo, attraverso il lavoro di Embratur, è sulla buona strada per raggiungere posizioni ancora più rilevanti nella classifica dell’ICCA”.
I settori congressuale e fieristico risultano essere altamente competitivi: oltre a mantenere la propria leadership in America Latina, e posizionarsi al secondo posto per importanza nelle Americhe, a livello nazionale il numero delle città che hanno puntato sull’organizzazione di eventi è aumentato considerevolmente. Tra queste San Paolo fa la parte del leone, seguita da Rio de Janeiro, Brasilia, Florianopolis, Porto Alegre, Iguaçu, Belo Horizonte e Salvador.

giovedì 19 maggio 2011

Misure antidumping contro le importazioni illegali

Le importazioni cinesi in Brasile sono sempre più pericolose: il governo di Brasilia dovrà agire in fretta per arginare le ricadute che le merci, che transitano giornalmente e ininterrottamente dalla triple frontera, hanno sull’economia verdeoro.

Le importazioni cinesi in Brasile sono sempre più pericolose: il governo di Brasilia deve far fronte a un aumento incontrollato di merci made in Cina che si stanno riversando nel paese danneggiando l’economia verdeoro ed erodendo la competitività delle imprese nazionali. Le merci, non potendo entrare direttamente in Brasile, sfruttano gli accordi previsti dal Mercosur, il trattato regionale di libero scambio a cui hanno aderito Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Le merci passano prima dai vicini Uruguay e Paraguay giungendo alla triple frontera, via d’accesso privilegiata per i traffici commerciali illeciti, già da anni nel mirino del governo brasiliano.
José Augusto de Castro, vicepresidente dell’Associazione del Commercio estero del Brasile ha sottolineato che “è molto semplice ciò che sta accadendo e per questo dobbiamo reagire in fretta: pneumatici, prodotti tessili e calzature, tutti made in Cina, ma provenienti da Uruguay e Paraguay entrano irregolarmente nei nostri confini”.
Si rende necessario mettere in atto delle misure antidumping, finalizzate a proteggere il mercato domestico dai danni causati da importazioni di beni offerti a prezzi inferiori ai prezzi applicati per gli stessi prodotti sul mercato domestico. Heitor Klein, direttore esecutivo dell’associazione calzaturieri del Brasile ha commentato che “Non possiamo certo rimanere inerti, anche perché la Cina non immette sui nostri mercati solo prodotti finiti ma anche componenti per calzature. Tutto fuori dai nostri accordi. Questa è concorrenza sleale”.
È evidente che il governo brasiliano dovrà agire in fretta per arginare le ricadute che le merci, che transitano giornalmente e ininterrottamente dalla triple frontera, hanno sull’economia verdeoro. Un esempio riguarda le importazioni di coperte dall’Uruguay che, nel primo trimestre del 2011, si sono sestuplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, raggiungendo il valore di 5,05 milioni di dollari. Le misure antidumping nel settore delle coperte sono in vigore dal 2009 ma non sono sufficienti a arginare il fenomeno, che causerà l’applicazione di severe sanzioni.
Per frenare il surriscaldamento dell’economia e ridare uno slancio alla competitività brasiliana diventa di primaria importanza adottare misure drastiche e stimolare le imprese manifatturiere nazionali.

mercoledì 18 maggio 2011

Brasile: opportunità per i professionisti internazionali

Il Brasile rappresenta la nuova frontiera per i professionisti internazionali: nonostante il boom economico, mancano personale qualificato e professionisti ad alto livello.

Il Brasile rappresenta la nuova frontiera per i manager americani ed europei che non trovano spazio nella loro terra natale. Il paese sudamericano, teatro del boom economico, lamenta la scarsità di personale qualificato e professionisti ad alto livello.
Si stima che, nel 2010, oltre 50mila manager internazionali siano sbarcati in Brasile trovando lavoro più facilmente che nel loro paese d’origine. Il Brasile rappresenta, oggi, una terra di opportunità economiche e lavorative: non solo nelle grandi città come San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia e Manaus, ma anche in centri secondari quali Porto Alegre e Fortaleza, solo per citarne alcuni.
La domanda di personale qualificato è molto alta: quasi il 70% delle grandi aziende è alla ricerca di professionisti e manager. I settori maggiormente interessati da questo fenomeno sono il settore energetico, petrolifero, alimentare, minerario, aerospaziale e industriale.
L’ambito energetico mostra una forza senza precedenti e le licitazioni sono all’ordine del giorno. Non solo. La ripresa brasiliana è spalmata su settori diversi e per questo si moltiplicano le opportunità per i manager internazionali”. Ha dichiarato Mauricio Tolmasquim, presidente di Epe (impresa di ricerche energetica).

martedì 17 maggio 2011

Presto disponibile la lista dei migliori clienti

Arriverà presto in Senato una proposta di legge che prevede la pubblicazione della lista dei “buoni pagatori”: previa autorizzazione dei consumatori sarà possibile controllarne l’affidabilità e la solvibilità.

La Camera dei Deputati ha dato il nulla osta per la creazione di una banca dati contenente la lista dei consumaori più affidabili. Si tratta di un progetto che offre la possibilità alle aziende private di avere informazioni inerenti l’affidabilità dei clienti: una volta che il soggetto ha autorizzato il trattamento dei dati personali, verrà inserito nella lista del “buon pagatore”, che sarà consultabile dalle istituzioni private a garanzia delle transazioni commerciali. La proposta di legge deve ora passare al Senato per l’approvazione. Il testo prevede, come riportato dall’ICE, che “le annotazioni dovranno essere chiare (senza termini tecnici, formule o abbreviazioni), obiettive (senza giudizi di valore), vere (esatte e con riserva di conferma) e di facile comprensione” e verranno rese disponibili per 15 anni. I consumatori potranno comunque accedere alle informazioni personali tramite un servizio online e sarà loro diritto ottenere la cancellazione dalla lista.
Tale strumento risulta estremamente utile per valutare l’affidabilità e la solvibilità dei consumatori e si crede che possa stimolare la riduzione dei tassi di interesse.

lunedì 16 maggio 2011

Restrizioni sulle importazioni di automobili

Il Governo brasiliano sta mettendo in atto una serie di misure per frenare le importazioni: dal 10 maggio è necessario ottenere una licenza che autorizzi l’importazione di automobili.

Il Brasile è diventato il primo mercato mondiale per la vendita di autoveicoli, raggiungendo la cifra di 3,5 milioni di mezzi venduti l’anno scorso. Vista l'attrattività del mercato il Governo brasiliano sta mettendo in atto una serie di misure per frenare le importazioni e rilanciare l’industria interna, in particolare nel settore automobilistico. A partire dal 10 maggio è in vigore una misura che impone l’ottenimento di una licenza che autorizzi l’importazione di automobili. Mentre fino al mese scorso si trattava di una procedura automatica, adesso l’approvazione della licenza può richiedere fino a sessanta giorni. La misura in questione è limitata alle importazioni di automobili e non coinvolge prodotti affini quali ricambi e accessori. I Paesi importatori che verranno maggiormente colpiti saranno Argentina, Giappone, Sud Corea, Stati Uniti e Messico.
La necessità di una tale riforma nasce dal fatto che il Brasile è stato colpito da un’ondata di importazioni (non solo nel settore automobilistico) che hanno influenzato negativamente la bilancia commerciale causando la perdita di competitività degli imprenditori verdeoro. Ma non è tutto, sono state applicate anche restrizioni sulle importazioni cinesi, in particolare di tessuti sintetici.

venerdì 13 maggio 2011

Aumentano i dazi sulle merci provenienti dal Brasile

L’Unione Europea ha stabilito che, a partire dal 2014, le merci provenienti da Brasile, India, Cina e Sudafrica non potranno più usufruire del regime doganale agevolato.

L’Unione Europea ha recentemente stabilito che, a partire dal 2014, le merci provenienti da Brasile, India, Cina e Sudafrica non potranno più usufruire degli sgravi doganali. La politica tariffaria agevolata è regolata da un decreto comunitario del 1971, il quale prevede l’applicazione di una tariffa inferiore sulle merci esportate nell’Unione Europea da parte di tutti quei paesi definiti “in via di sviluppo”. Tale politica aveva l’obiettivo di permettere ai paesi meno sviluppati di aumentare le esportazioni verso i paesi industrializzati e stimolare la produzione industriale.
Considerando i dati sullo sviluppo economico, il Brasile non rientra nel gruppo dei paesi emergenti e, di conseguenza non può più beneficiare del regime agevolato. L’Unione Europea non è la sola a prendere misure “protezionistiche”, anche Stati Uniti e Giappone si sono detti propensi a adottare la stessa misura.
Il nuovo regime tariffario danneggerà sicuramente le esportazioni brasiliane verso la Ue che si aggirano intorno a 3,4 miliardi di euro l’anno e rappresentano il 12% delle esportazioni totali: si tratta principalmente di prodotti tessili, chimici, agricoli, macchinari e ricambi per autoveicoli che subiranno un importante aumento di prezzo, con il rischio di perdere competitività nel mercato europeo. Diversi paesi, tra cui l’Italia, hanno espresso la propria avversione nei confronti di questo provvedimento, in quanto sarebbe d’ostacolo alle relazioni commerciali con il Brasile e il Mercosul in generale.

giovedì 12 maggio 2011

Il business del vino in Brasile

Il settore vitivinicolo brasiliano è in crescita: aumentano la produzione, l’esperienza, il mercato e i consumi. Le esportazioni di vino frizzante hanno superato il valore di 7 milioni di dollari durante il primo quadrimestre del 2011.

Il settore vitivinicolo brasiliano è ancora “alle prime armi” ma fa ben sperare per il futuro: crescono la produzione, l’esperienza, il mercato e i consumi. Molti non sanno che il Brasile conta, oggi, oltre 400 aziende vitivinicole concentrate, in particolare, nello stato del Rio Grande do Sul, vicino al confine uruguaiano. Mentre Cile e Argentina sono conosciuti a livello mondiale per la produzione di vini rossi corposi, il Brasile si sta imponendo per la produzione di vini frizzanti, infatti, le esportazioni hanno superato il valore di 7 milioni di dollari nel primo quadrimestre del 2011.
La produzione industriale di vino è cresciuta parecchio negli ultimi anni, in risposta alla crescita della domanda e del potenziale di mercato. Tale fenomeno va ricondotto principalmente all’ascesa della nuova classe media brasiliana, che rappresenta, oggi, circa il 50% della popolazione brasiliana ed ha influito sul cambiamento della struttura dei consumi.
Moët & Chadon, il rinomato produttore francese di champagne, è stata la prima azienda a riconoscere il potenziale del mercato brasiliano già nei primi anni Settanta, quando il mercato nazionale ha iniziato a muovere i primi passi.
Dal punto di vista geografico, i vitigni si concentrano nel sud del paese, dove i cambiamenti stagionali sono più marcati, in particolare nella Vale dos Vinhedos nel Rio Grande do Sul che sta emergendo a livello mondiale come regione vinicola. Tale zona di produzione si trova nella Serra Gaúcha, a circa 29 gradi di latitudine sud.
Diverse sono le famiglie italiane che sono emigrate in Brasile ed hanno fondato delle importanti aziende vitivinicole; tra queste Miolo e Casa Valduga, il cui Gran Reserva Extra Brut è stato insignito nel 2009 del premio per il migliore vino frizzante nazionale alla fiera Expovins, che ha luogo ogni anno a San Paolo.
Il settore, in forte espansione, rappresenta un mercato appetibile per le aziende italiane, forti del marchio Made in Italy e della rinomanza dei propri prodotti.

mercoledì 11 maggio 2011

Brasile: investimenti nel settore portuale

Avrà luogo a Roma il seminario “Brasile-Italia: cooperazione portuale e integrazione logistica”, con l'obiettivo di rendere note le opportunità di investimento presenti nel settore portuale brasiliano.

Il Brasile gode di 8,5mila chilometri di coste navigabili e di un sistema portuale che si compone di 37 porti pubblici (marittimi e fluviali), 42 ad uso esclusivo e 3 che operano per iniziativa privata.
Tale sistema portuale garantisce al Paese commerci floridi con il resto del mondo ma sta perdendo efficienza all’aumentare dei traffici. L’efficienza delle infrastrutture diventa la colonna portante degli scambi commerciali con l'estero: il settori portuale è di fondamentale importanza strategica, soprattutto tenendo conto che ogni anno in Brasile muove circa 700 milioni di tonnellate di merci e vede passare circa il 90% delle esportazioni.
 Vista l’importanza del settore, è stato organizzato un seminario che avrà luogo a Roma presso la sede dell’ Ambasciata del Brasile dal titolo “Brasile-Italia: cooperazione Portuale e Integrazione Logistica”. Saranno presenti all’evento il Ministro brasiliano della Segreteria per i Porti e il Direttore Generale dell’Agenzia brasiliana dei Trasporti Acquaviari (ANTAQ). L’obiettivo dell’incontro è quello di elencare le opportunità di investimento nel settore portuale brasiliano, in particolare per quanto riguarda il Porto di Santos, il porto di Suape e le società Brasil Terminal Portuário e Multiterminais, dando inoltre la possibilità di programmare incontri bilaterali tra aziende brasiliane e italiane.

martedì 10 maggio 2011

Rio de Janeiro: investimenti in vista delle Olimpiadi

Stanziati 590 milioni di dollari per la riqualificazione del parco olimpico in vista delle Olimpiadi del 2016.

Le autorità di Rio de Janeiro hanno pubblicato un bando di gara relativo alla riqualificazione delle strutture sportive in vista delle Olimpiadi che si terranno nel 2016: le adesioni al concorso pubblico sono presentabili entro e non oltre il 15 giugno.
L’importante evento sportivo internazionale attirerà appassionati, sportivi e turisti provenienti da tutto il mondo. Il Governo brasiliano ha ritenuto necessario effettuare un investimento al fine di ampliare le strutture sportive e migliorare l’efficienza delle aree circostanti, comprese le vie d’accesso
In particolare, il progetto prevede la riqualificazione, da un lato, del parco olimpico, che si trova nell’area si Barra Tijuca e comprende il Parque Maria Lenk, il Vélodromo e l’Arena di Rio, dall’altro il potenziamento del sistema infrastrutturale (strade e vie d’accesso) e dei parchi. L’intero progetto è stato valutato 590 milioni di dollari.
Una volta terminate le Olimpiadi, l’area verrà riconvertita in un centro olimpico di formazione e verranno realizzati alberghi, aree residenziali e commerciali nel pieno rispetto dell’ambiente circostante.

venerdì 6 maggio 2011

Brasile: maggiore esportatore di succo d’arancia.

La fusione tra Citrovita e Citrosuco darà origine a una nuova impresa, suscettibile di diventare il maggiore fornitore di succhi d’arancia al mondo.

I gruppi brasiliani Vototantim Participacoes SA e Fischer hanno annunciato la creazione di un’impresa comune nel settore della produzione di succo d’arancia, a partire dalle controllate Citrovita e Citrosuco. Con questa operazione verrà fondato il maggiore fornitore all’ingrosso di succhi d’arancia al mondo. La Commissione Europea Antitrust ha quindi aperto un’approfondita indagine per capire se tale fusione avrebbe causato problemi a livello di concorrenza all’interno dell’Unione Europea: la nuova azienda guadagnerebbe una forte di mercato non solo per quanto riguarda le esportazioni di succhi di frutta, ma anche i prodotti secondari quali l’essenza d’arancio. L’operazione è stata approvata e, come ha aggiunto Joaquin Almunia, responsabile della concorrenza e vicepresidente della Commissione Europea, “la Commissione, al termine di una valutazione minuziosa ed esaustiva sull’operazione prevista, ha acquisito la convinzione che la concorrenza resterebbe sufficiente e che i consumatori europei non subirebbero nessun effetto negativo”. Nonostante ciò, l’operazione di fusione è ancora in attesa dell’approvazione da parte dell’Antitrust brasiliano. Citrus e Citrovita posseggono sei impianti di produzione in Brasile e uno in Florida e otto terminali portuali in Brasile, Europa e Asia.

giovedì 5 maggio 2011

Petrobras: nuovi investimenti nelle coste al largo di San Paolo

Il gruppo brasiliano Petrobras si prepara a investire 73 miliardi di dollari nel bacino petrolifero pre-sal Santos. Tale scoperta potrebbe potenzialmente trasformare il Sud America in uno dei maggiori esportatori di greggio al mondo.

Il gruppo brasiliano Petrobras si prepara a investire 73 miliardi di dollari nel bacino petrolifero pre-sal Santos, nello Stato di San Paolo. Il giacimento, di recente scoperta, si trova nella piattaforma offshore Albacora Leste, nel bacino di Campos, e il greggio si trova a una profondità di 4.385 metri(14.377 piedi). Il progetto sarà realizzato in un periodo di cinque anni, dal 2011 al 2015,e rappresenta il 74% del valore totale del paino di sviluppo: il restante 26% verrà infatti versato dai partner BG Group, Repsol, YPF, e Galp Energia. Secondo quanto dichiarato in un comunicato stampa rilasciato dalla stessa Petrobras, le analisi preliminari sul giacimento hanno rilevato che il deposito Albacora Leste contiene circa 350 milioni di barili di greggio di alta qualità.
L’intera area si estende su una superficie di 160.000 chilometri quadrati e si stima che contenga una quantità di greggio pari a 80 miliardi di barili. Tale scoperta potrebbe potenzialmente trasformare il Sud America in uno dei maggiori esportatori di greggio al mondo: si stima che l’estrazione subirà un impennata passando da 108.000 barili al giorno rilevati nel periodo 2010-2014 a 613.000.
Restano ancora grandi difficoltà tecniche in quanto le riserve si trovano fino ad una profondità di 7.000 metri (22.950 piedi) e pongono problemi di estrazione e controllo del greggio: i drastici cambiamenti di temperatura che deve subire il petrolio greggio prima di raggiungere la superficie causano non pochi problemi di ordine tecnico.
Una legge firmata lo scorso anno stabilisce che la proprietà dei bacini petroliferi spetta allo Stato e che tali giacimenti vengano esplorati per l’estrazione da un consorzio di cui fa parte Petrobras. Il colosso energetico è l’operatore privilegiato di tutti i progetti e può aggiudicarsi i contratti di esplorazione senza una procedura di gara. La legge stabilisce, inoltre, un modello di condivisione della produzione, secondo il quale il consorzio deve cedere al governo brasiliano una percentuale del greggio estratto.

mercoledì 4 maggio 2011

Sessa Marine investe in Brasile

La società Sessa Marine ha effettuato un investimento del valore di 6 milioni di euro per la realizzazione di uno stabilimento produttivo in Brasile. La società prevede di generare utili per almeno 20 milioni nei prossimi 3-4 anni.

Sessa Marine, azienda nautica italiana, ha effettuato un investimento del valore di 6 milioni di euro per la realizzazione di uno stabilimento produttivo in Brasile, nell'area metropolitana di Florianópolis, capitale dello stato di Santa Catarina. La società della famiglia Radice ha effettuato una joint venture con il partner locale Luís Neto, titolare del marchio Intech, creando la Sessa Marine Brasil Ltda. La collaborazione con Luìs Neto, specializzato nel settore delle imbarcazioni militare a ad alta tecnologia, garantisce standard qualitativi elevati.
Questa manovra permetterà alla Sessa Marine di superare i problemi legati ai pesanti dazi doganali che gravano sulle importazioni, in particolare sul prezzo delle piccole e medie imbarcazioni. La collaborazione con un partner locale e la produzione in loco favoriranno una maggiore presenza sul territorio brasiliano e, in un secondo momento anche in Messico e nel Sudamerica, stimolando le vendite: si prevede che la società genererà utili per una valore pari a 20 milioni di euro nell’arco di 3-4 anni.
Produrremo barche fino a 40 piedi realizzate su progettazione italiana, con stampi provenienti dall’Italia e accessori made in Italy. I prodotti saranno indirizzati al mercato brasiliano ma non escludiamo di estenderci, in futuro, al Messico, dove già importiamo dall’Italia, tramite un dealer locale. Quest’anno intendiamo produrre una trentina di barche per arrivare a 100 in 3-4 anni” ha precisato Raffaella Radice, presidente di Sessa Marine.
Il mercato nautico brasiliano è in forte espansione e offre ottime opportunità e i maggiori gruppi italiani stanno stanno mettendo in atto strategie di delocalizzazioen: oltre a Sessa Marine, infatti, sono presenti Azimut e Ferretti.

martedì 3 maggio 2011

Il Brasile investe nei biocombustibili

Si prevede che nei prossimi anni la domanda di biocombustibili a livello mondiale possa raddoppiare. In Brasile gli investimenti nella lavorazione degli scarti provenienti dalla coltivazione di canna da zucchero sono in crescita, in particolare per ricavare etanolo, impiegato come carburante per autoveicoli.

Il consumo di biocombustibile in Brasile è in forte crescita e si prevede che, nei prossimi dieci anni, la domanda a livello mondiale possa raddoppiare. L’etanolo da cellulosa, in particolare è ampiamente impiegato come carburante per autoveicoli. Per questo motivo la Royal Dutch Shell Plc, il maggiore distributore di biocombustibili al mondo, in collaborazione con Iogen Corp. e Codexis sta concentrando gli investimenti nella ricerca di enzimi per la produzione di etanolo da cellulosa attraverso la lavorazione degli scarti derivanti dalla lavorazione di frumento e zucchero di canna.
La città di Ribeirão Preto, a nord di San Paolo, è il maggiore produttore di zucchero ed etanolo del Brasile: la produzione e la trasformazione avvengono in luogo in quanto gli scarti dello zucchero di canna si seccano molto velocemente dopo la mietitura e non permettono il trasferimento. La produzione di etanolo ha cambiato la struttura dell’industria brasiliana diminuendo la dipendenza dal petrolio: in trentacinque anni la produzione di etanolo è passata da 611 milioni di litri a 27,7 miliardi nel 2010 mentre la produzione di zucchero è quintuplicata raggiungendo 37,7 milioni di tonnellate nel 2010.
Lo sviluppo dell’industria relativa alla canna da zucchero ha stimolato anche altri settori quali l’elettricità, la plastica e i prodotti chimici, i fertilizzanti e gli enzimi. La ricerca scientifica e tecnologica ha visto una forte spinta in avanti e ha favorito l’apertura di centri di ricerca. La crescita ha anche stimolato la domanda di macchinari ad alto contenuto tecnologico al fine di rendere più efficiente il raccolto, la trasformazione e la produzione di energia.
Si tratta di un settore in forte espansione che offre ottime opportunità di investimento.

lunedì 2 maggio 2011

America Latina: il Brasile fa la parte del leone

Secondo la Banca Interamericana di Sviluppo, l’America Latina sarebbe divisa in due macro distretti: i Paesi dell’America Meridionale e i Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi. Il Brasile risulta essere il motore del Sudamerica grazie alle relazioni commerciali con gli altri emergenti.

Secondo la IDB, la Banca Interamericana di Sviluppo, l’America Latina sarebbe idealmente divisa in due macro distretti: il primo comprende i Paesi dell’America Meridionale mentre il secondo i Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi. Il primo distretto ruota attorno al Brasile, motore della crescita dell’intera America Latina e vero e proprio gigante della domanda: la crescita economica prevista per l’anno 2011 è di circa il 5% e gode di una fitta rete di relazioni non solo verso il mondo sviluppato, ma anche verso i paesi in via di sviluppo. Le esportazioni del Brasile sono infatti indirizzate per il 19%verso gli altri paesi BRIC e per il 32% verso gli emergenti. Ma i due distretti non seguono lo stesso sviluppo: la regione dell'America Centrale è meno dinamica e crescerà, nel 2011 del 2,7%. Le ragioni di questa differenza stanno nel fatto che tale distretto non ha instaurato relazioni commerciali proficue con gli altri emergenti, restando profondamente legata e dipendente dalle economie avanzate, che sono tuttora in lenta ripresa dalla la crisi economico-finanziaria. Si stima che il Messico esporti solo il 3% dei propri prodotti e materie prime verso i BRIC e il 10% verso gli altri emergenti. Si tratta quindi di una differenza di tipo strutturale e strategico e non di politica macro-finanziaria. La fase attuale è molto positiva per entrambi i distretti ma, secondo la Banca Interamericana di Sviluppo si rende necessario mettere in atto politiche diverse: in particolare, il Brasile deve continuare nella politica antinflazionistica e con il controllo sui capitali.