Il Nordeste mostra di avere un grande potenziale di crescita, lo testimoniano gli ingenti investimenti infrastrutturali e lo sviluppo industriale.
Il Nordeste resta la regione più povera del Brasile: vi abita il 28% della popolazione, ma produce solamente il 14% del PIL, e un quinto degli adulti risulta essere analfabeta (il doppio rispetto alla media nazionale). Nonostante ciò il settimanale The economist definisce la regione come “la stella dell’economia brasiliana” in quanto nell’ultimo decennio il Pil è aumentato mediamente del 4,2% l’anno, rispetto al 3,6% relativo alla media nazionale. In particolare, nel 2010 l’economia del Pernambuco è cresciuta del 9,3%. Tale boom economico trova le proprie radici in primo luogo nel programma Bolsa Famìlia, per la lotta alla povertà lanciato da Luiz Inàcio Lula da Silvia, e in secondo luogo nell’aumento del salario minimo che ha registrato una crescita del 60% dal 2003 ad oggi.
La regione attrae numerosi investimenti da parte delle aziende estere, stimolati dagli incentivi statali, dalla politica fiscale e dal dinamismo economico, in particolare si ricordano Fiat e Kraft Foods – che ha recentemente installato un impianto di produzione di cioccolata e bibite in polvere. Tali investimenti hanno rilanciato la regione e molti degli abitanti emigrati altrove alla ricerca di un lavoro stanno tornando nella terra natale.
Ma non si tratta solo di uno sviluppo industriale: sono stati realizzati anche 52 centri commerciali dal 2006 e soprattutto sono migliorate le infrastrutture. Il Governo sta infatti investendo ingenti capitali in lavori pubblici come la continuazione dell’autostrada che corre lungo la costa atlantica, l’ampliamento del Porto di Suape, la costruzione della rete ferroviaria che collegherà Suape all’entroterra e il miglioramento le vie di comunicazione. La regione deve però ancora investire in educazione, il Nordeste spende meno della media nazionale in scuole e formazione e subisce la scarsità di manodopera specializzata.
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