Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

venerdì 29 ottobre 2010

Produzione industriale in Brasile: i dati IBGE

Secondo i dati dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), tra i mesi di luglio e agosto, la produzione industriale è calata in nove dei quattordici Stati verdeoro presi in esame.

Sebbene la ricerca dell’IBGE abbia riscontrato che la media della riduzione della produzione industriale a livello nazionale sia stata di -0,1%, in alcuni Stati la diminuzione è stata molto al di sotto di tale media. Lo Stato in cui il calo è stato più accentuato è il Paraná, che, a causa dell’impasse tecnica verificatasi nel settore della raffinazione del petrolio e dell’alcool, ha registrato una diminuzione del -7,2%. La diminuzione è stata al di sotto della media anche: in Goias (-4,8%), nel Rio Grande do Sul (-4,3%), nell’Amazzonia (-3,0%), nel Nordest (-1,9%), a Bahia (-1,7%) e nello Spirito Santo (-1,1%).
Nel Minas Gerais, invece, i dati relativi alla produzione sono risultati in linea con il buon andamento generale dell’industria: tra i due mesi la riduzione è stata minima, dello 0,1% appena. Altri Paesi sono stati addirittura caratterizzati da un’espansione nella produzione dell’industria: il Para ha segnato un aumento del 2,4%, Rio de Janeiro del 1,6%, San Paolo del 1,3%, il Ceará un +0,8% e Santa Catarina un +0,1%.Gli esiti del confronto con il 2009 sono ancora più incoraggianti. La ricerca ha mostrato che nei primi 8 mesi del 2010 il settore ha registrato dati positivi in tutti gli Stati, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, se si effettua un paragone con agosto del 2009, gli indici mostrano una crescita generalizzata, con aumento in tutte le località considerate, soprattutto nel Ceará, che segna un +17,4%, ma anche: nello Spirito Santo (+15,0%), nel Pará (+11,2%), nel Minas Gerais (+10,9%), a Rio de Janeiro (+9,6%), a San Paolo (+9,4%), nel Paraná (9,1%) e nell’Amazzonia (+9,0%).

giovedì 28 ottobre 2010

SIA-SSB sorveglierà i mercati finanziari brasiliani

SIA-SSB, società leader nel settore dell'Information & Communication Technolohy a livello europeo, ha vinto il bando di gara internazionale per la progettazione e la realizzazione del nuovo sistema tecnologico di sorveglianza del mercato dei capitali brasiliano.

Il Gruppo SIA-SSB è nato nel maggio 2007, dalla fusione tra SIA, società interbancaria per l’Automazione, e SSB, Società per i Servizi Bancari. La società - fornitrice di soluzioni e tecnologie per il settore bancario e finanziario - è attualmente presente in oltre 30 paesi ed opera anche attraverso società controllate in Belgio, Ungheria e Sud Africa. Ora, per la prima volta, SIA-SSB si trova ad operare in Sudamerica, per ideare una piattaforma che consenta di supportare lo sviluppo del settore dei servizi finanziari del mercato brasiliano che, nei primi sei mesi del 2010, ha registrato uno dei tassi di crescita più elevati a livello mondiale e in cui la capitalizzazione è aumentata del 26% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Il bando di gara è stato indetto dalla Comissão de Valores Mobiliários (Cvm), al fine di commissionare una nuova infrastruttura che consentirà all’ente - una sorta di Consob – di monitorare tutte le operazioni di negoziazione effettuate su Bm&FBovespa, una delle prime dieci piazze finanziarie al mondo e istituzione di riferimento per l’intermediazione delle transizioni in titoli sui mercati dei capitali brasiliani. Nel semestre del 2010, Bm&FBovespa ha registrato - tra azioni, obbligazioni e derivati - una media mensile di circa 10 milioni di transazioni, che sono state effettuate da 350 intermediari.
Il sistema tecnologico fornito dalla SIA-SSB registrerà tutte le informazioni relative alle negoziazioni avvenute nella piazza finanziaria brasiliana, per monitorare la correttezza degli scambi, per mantenere positiva la reputazione del mercato dei titoli brasiliani anche in ambito internazionale e garantirne l’affidabilità. Questa nuova iniziativa avrà delle ripercussioni anche sugli investitori finali, in quanto va considerata come una garanzia e una forma di tutela anche per questi ultimi.

martedì 26 ottobre 2010

Il World Pasta Congress di Rio

Si conclude domani il World Pasta Congress a Rio de Janeiro, la festa mondiale della pasta che si propone di favorire la diffusione del piatto simbolo della dieta mediterranea negli Stati in cui non è ancora molto utilizzato.

L’evento - organizzato dall’International Pasta Organisation (IPO), dall’Associazione dei pastai brasiliani (Abima) e dall’organizzazione no profit “Oldways” - è il quarto Congresso mondiale del noto alimento del Belpaese che ne è ancora il maggior consumatore: secondo il Censis, ogni italiano assume mediamente 26 kg di pasta ogni anno, mentre la media pro capite mondiale si aggira intorno ai 7/8 kg; il secondo consumatore è il Venezuela (12kg pro capite) e il terzo è la Grecia (10,4 kg).
L’Italia detiene il primato anche relativamente alla produzione, sia in quantità, sia in qualità: copre il 75% della produzione a livello europeo e il 26% a livello mondiale; la qualità della pasta nostrana e la professionalità delle industrie italiane del settore sono confermate dalla domanda proveniente dai mercati esteri e dall’andamento dell’ export del prodotto. Pur non essendo i principali consumatori, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, insieme assorbono il 63% delle esportazioni e, negli ultimi 10 anni, sono quadruplicate le importazioni di pasta effettuate dalla Cina: solo nel periodo gennaio-giugno 2010 si è registrato un +17% delle spedizioni verso il Dragone.
In Brasile il consumo di Pasta è favorito da “testimonial” di tutto rispetto, come i giocatori di calcio brasiliani che fanno parte delle squadre del campionato italiano che hanno dichiarato la loro passione per la pasta, contribuendo a consolidare l’idea che si tratti di un ottimo alimento anche per chi pratica sport. L’incremento del consumo del piatto tipico italiano a livello mondiale è un segnale positivo per tutte le aziende italiane del settore che possono considerare quello della pasta un mercato sicuro dal punto di vista dell’export, perlomeno in Brasile, in Cina e in tutti e Paesi europei.

lunedì 25 ottobre 2010

Gli Ide europei per il Brasile

Il presidente del consiglio consultivo di EuBrasil, associazione che promuove le relazioni fra Bruxelles e Brasilia, Alfredo Valladao, ha affermato che si sta verificando “un rovesciamento di ruoli” tra Europa e Brasile.

Se solo una decina di anni fa era l'Europa a sentirsi minacciata dalle condizioni di instabilità politico-economica in cui versava il Paese latinoamericano adesso si sta assistendo alla situazione opposta: “ora il Brasile è di moda in Europa, prima tutti guardavano a Cina e India, ora parlano tutti del Brasile” ha spiegato Valladao alla Bbc. L’interesse europeo nelle relazioni con il colosso sudamericano è confermato dagli investimenti diretti che arrivano in Brasile: grazie anche a regolamentazioni meno restrittive, gli Ide che il Brasile riceve dal Vecchio continente sono maggiori alla somma di quelli riservati a India e Cina. Tuttavia l’Europa presenta preoccupanti segnali di regressione: “l'Europa oggi è in crisi”, afferma Valladao, “è molto più difficile per i governi affrontare le lobbies, che sono piccole ma hanno grande forza politica”. A tal riguardo il banco di prova per il nuovo governo brasiliano sarà il negoziato fra Ue e Mercosul, il mercato comune sudamericano che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay: i sudamericani sperano in una riduzione delle tariffe europee sull'agricoltura, mentre gli europei auspicano di trovare nuovi sbocchi per le loro aziende, soprattutto relativamente al settore dell’auto e a quello dei servizi.

venerdì 22 ottobre 2010

Fiat: dopo la Polonia il Brasile

Il direttore commerciale della Fiat Automovies, Lelio Ramos, attraverso il quotidiano brasiliano O Estado de S. Paulo, ha reso noto che il Gruppo torinese, investirà in Brasile 4,4 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, di cui 3 miliardi, solo per il settore auto.
Gli ingenti investimenti del quinquennio 2011-2015 serviranno a potenziare anche gli asset dei veicoli commerciali e delle macchine agricole: attraverso il marchio Iveco per i primi, con il brand Case New Holland per le seconde.
Il Presidente di Fiat Automoveis, Cledorvino Belini, ha così spiegato le ragioni di tale budget: “oggi quello brasiliano è il quarto maggior mercato del mondo come vendite, ma siamo soltanto il sesto a livello di produzione”. La Fiat, che in Brasile è leader da 7 anni, intende lanciare 20 nuovi modelli entro il prossimo anno, a partire dalla Bravo che è stata realizzata interamente nel Paese verdeoro e che debutterà alla fine di quest’anno.
Considerando la recente chiusura dell’impianto di Termini Imprese e la delocalizzazione sempre più consolidata in Polonia, la notizia non sarà particolarmente gradita dalle migliaia di operai Fiat che, sia a nord sia a sud, non hanno prospettive molto positive per il loro futuro lavorativo.Per contro, sul fronte latino-americano, i vertici Fiat stanno ora valutando il progetto di incrementare la produzione attraverso l’impianto argentino di Cordoba, in quanto lo stabilimento di Betim, situato alle porte di Belo Horizonte, attualmente è al limite della sua capacità produttiva, che è paria circa 8000 unità all’anno.

giovedì 21 ottobre 2010

La foresta amazzonica in concessione ai privati

Il Brasile ha stabilito la messa all’asta di quasi 1 milioni di ettari della foresta amazzonica entro la fine dell’anno, che saranno gestiti da imprese forestali private e compagnie del legno, al fine di arginare il fenomeno del taglio illegale.

Come ha dichiarato alla Reuter Antonio Carlos Kummel, a capo del servizio forestale brasiliano, “il futuro dell'Amazzonia, la lotta alla deforestazione e al cambiamento climatico, si devono basare sulla gestione forestale, non vedo altra soluzione”. Per tale ragione, dopo anni di scontri legali e di opposizione politica, il governo brasiliano riapre alle concessioni forestali e cede le foreste nazionali ai privati. Attualmente le concessioni si estendono su 150.000 ettari: nel giro di 4 o 5 anni, gli ettari in concessione saranno quasi 11 milioni. Secondo il governo, tale provvedimento favorirà un maggiore controllo statale nella regione amazzonica, in quanto le concessioni costituiscono un ostacolo per i latifondisti e gli speculatori che tentano di impossessarsi illegalmente dei terreni pubblici.Se persistesse l'attuale tasso di deforestazione, le foreste tropicali, entro 20 anni, potrebbero scomparire. Dal punto di vista climatico e ambientale, il governo brasiliano propone il “taglio selettivo” che, a differenza di quello illegale e della pratica “slash and burn” - letteralmente “taglia e brucia” - consente alla foresta pluviale di rigenerarsi in modo naturale: vari studi hanno dimostrato che anche il taglio selettivo incide sulla biodiversità e può alterare l’habitat forestale, tuttavia, l’impatto globale di tale pratica è notevolmente più lieve rispetto a quello che comporterebbe il taglio a raso, responsabile della distruzione di quasi il 20% della foresta amazzonica.

mercoledì 20 ottobre 2010

Il Brasile nel mirino di Finmeccanica

Il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, ha affermato che l'azienda è intenzionata ad estendere il proprio raggio d’azione.

Finmeccanica, attualmente operativa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna – oltre che in Italia – ha deciso di puntare sul Brasile che, come l’India, sta investendo molto nella difesa e, soprattutto, nella sicurezza. In una nota diffusa agli organi di informazione, Guarguaglini ha dichiarato che “nel campo della difesa e in quello della sicurezza il Brasile sta investendo parecchio e richiede nuovi prodotti che performino, frutto di tecnologie all'avanguardia”.
In occasione del Salone "InnoTrans 2010", tenutosi recentemente a Berlino, la società ha confermato l'interesse relativo alla massiccia commessa, da venti miliardi di euro, legata alla creazione del consorzio Tav per l'alta velocità per il collegamento di Rio de Janeiro, Campinas e São Paulo. Il bando relativo alla gara d'appalto per il progetto, noto con il nome di "trem-bala", dovrebbe essere pubblicato a novembre dall'Agenzia nazionale per i trasporti terrestri di Brasilia; la gara è prevista per il 2011.
L’interesse di Finmeccanica in Brasile è rivolto anche al settore navale e al sistema di controllo terrestre. Inoltre, la società ha progetti relativi anche al comparto aeronautico: sono in corso trattative con Alitalia e Lufthansa per la fornitura del Superjet, velivolo in concorrenza con gli aerei da trasporto regionale del costruttore brasiliano Embraer. Finmeccanica guarda al Brasile anche in vista della Coppa del mondo di calcio 2014 e dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016: sono stati avviati da tempo contatti e negoziazioni con i ministeri brasiliani che pianificano le operazioni di allestimento necessarie per le due grandi manifestazioni sportive.

martedì 19 ottobre 2010

L’alleanza strategica Brasile-Cina

Si fanno sempre più stretti i rapporti tra Cina e Brasile e si prevede che la loro alleanza condizionerà l’andamento dei commerci e degli investimenti del prossimo decennio a livello globale.

In seguito alla grande crisi economico-finanziaria del 2008, il rapporto tra i due “paesi emergenti” ha preso la forma di una partnership che sembra non voler prendere in considerazione i mercati occidentali ancora in difficoltà, come se volessero avere garanzie per il futuro e ritenessero che questi ultimi non siano in grado di risollevarsi a breve.
Inizialmente i due Paesi erano legati solo dalle esportazioni brasiliane di soia o petrolio e dai pagamenti o investimenti cinesi in infrastrutture di base; oggi non si tratta più di un rapporto prettamente economico ma anche politico.
La Cina - che ha a disposizione ingenti riserve valutarie (ormai circa 2.500 miliardi di dollari), una moneta ancora sottovalutata e gruppi industriali di grandi dimensioni, ormai attivi a livello internazionale – vuole investire in infrastrutture nei paesi in via di sviluppo e favorire la creazione di mercati di consumo: buone infrastrutture permettono di veicolare più agevolmente e in quantità maggiore, le materie prime, così ambite e indispensabili al Dragone; mentre nuovi mercati sarebbero funzionali per la vendita della vasta gamma di beni a basso costo che il gigante asiatico può offrire. Anche il Brasile si è dato da fare in questo senso: nel corso dei suoi otto anni di presidenza, Lula ha visitato ben 68 paesi in via di sviluppo, vedendovi un’opportunità per perdere lo status di mero fornitore di materie prime ai paesi più o meno avanzati e dare vigore alla diversificazione dell'economia. Tuttavia, alla base dello sprint brasiliano vi è il finanziamento di Pechino che, lo scorso anno, ha superato gli Stati Uniti come maggiore partner commerciale del gigante sudamericano, e ora ha l’obiettivo di diventare anche il maggior investitore in Brasile entro il 2020. Probabilmente verranno dalla Cina i finanziamenti e i costruttori di una parte dell'alta velocità e delle infrastrutture che verranno realizzate in Brasile in vista dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi di Rio del 2016.

venerdì 15 ottobre 2010

Anche il Brasile è a rischio bolla?

Mentre le economie più sviluppate sono destinate ad attraversare un periodo prolungato di crescita debole, disoccupazione alta e tassi d'interesse bassi, le economie emergenti, come il Brasile, stanno reagendo molto meglio alla crisi e offrono migliori opportunità di investimento.

Mentre il tasso di cambio cinese è rimasto invariato, l’economia brasiliana, sebbene abbia registrato un breve periodo di forte declino del tasso di cambio nel primo periodo dopo il fallimento della Lehman, è stata caratterizzata anche da un forte incremento del potere d'acquisto della sua valuta.
Gli investitori dei paesi economicamente avanzati possono aspettarsi tassi d'interesse bassi e rendimenti bassi sugli investimenti, e dunque consistenti deflussi di capitali verso Paesi in via di sviluppo, Brasile in primis, che sono privi dei problemi di bilancio delle nazioni più ricche, hanno accumulato riserve ed evitato obbligazioni in valuta estera.
Tuttavia anche Paesi come il Brasile dovrebbero fare attenzione all’apprezzamento della valuta nazionale che, implicando un calo della domanda, comincia a produrre effetti negativi sulla loro economia. Il calo della domanda infatti comporta un maggiore disavanzo nel saldo con l'estero - squilibrio che si verifica quando le importazioni hanno un volume maggiore rispetto alle esportazioni – e può provocare una condizione di debito per quella nazione. Tale squilibrio può essere, in parte, compensato tagliando i tassi d'interesse a livello nazionale, tuttavia, se l'effetto contrattivo è molto consistente, quest’ultimo può, a sua volta, portare i mercati emergenti in una “trappola della liquidità”.
Inoltre potrebbe verificarsi un'«eccedenza di risparmi mondiale»: una condizione determinata principalmente dai surplus dei Paesi in via di sviluppo e che, probabilmente, è stata una delle principali cause della bolla immobiliare del 2008. Negli anni 90 alcune economie emergenti hanno cominciato a segnare forti eccedenze commerciali con i Paesi ricchi, al fine di accumulare riserve in valuta estera come assicurazione contro le crisi finanziarie, così hanno acquistato enormi quantità di obbligazioni e asset di nazioni come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Spagna, e questo ha generato grandi afflussi di capitale, che hanno portato verso il basso i tassi di interesse a lungo termine in America e in Europa. Di conseguenza, i prezzi delle case sono cresciuti a dismisura, e questo ha provocato quella bolla immobiliare che in futuro potrebbe interessare anche i Paesi in via di sviluppo.

giovedì 14 ottobre 2010

Elezioni brasiliane, Dilma favorita grazie a Lula

Lo scorso 3 ottobre, data del primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane, Dilma Rousseff, il candidato del partito al governo, ha ottenuto il miglior risultato alle urne grazie alla popolarità del suo predecessore.

La popolarità del Presidente uscente Lula, grazie al boom economico-sociale raggiunto dal Brasile durante il suo governo, è intorno all’80%. Non potendosi ricandidare ha deciso di sfruttare l’ampio consenso raccolto dagli elettori per sostenere e favorire “il legittimo erede”, Dilma Rousseff: 63 anni, economista, ex guerrigliera imprigionata e torturata negli anni della dittatura, con conseguente fama di “estremista”. Pur non essendo particolarmente nota, la Rousseff è riuscita ad arrivare in testa con il 47% dei voti, superando di ben 15 punti il principale rivale, Josè Serra, esponente del Partito Socialdemocratico, e Marina Silva, che ha ottenuto il 20% dei voti. Nonostante la netta differenza di risultato, anche quest’ultima candidata potrebbe costituire una minaccia per la Rousseff. Anche la Silva proviene dal Partito di Lula, quello dei Lavoratori, ed è politicamente contraddistinta da un intransigente "vangelo" ecologista, centrato sulla difesa della Grande Natura del Bacino delle Amazzoni: sebbene sia stata eliminata, la Silva è un’oratrice appassionata e trascinante, molto più di quanto non lo sia la Rousseff e ora dovrà decidere se convogliare i suoi sostenitori verso Dilma oppure portarli ad un’astensione di protesta, che potrebbe favorire Serra.Se il 31 ottobre Dilma Roussef avrà la meglio sull’opposizione, dovrà gran parte della sua vittoria alla popolarità del suo predecessore: la Rousseff, in quanto sua prediletta, è favorita dalla soddisfazione dei brasiliani per i due quadrienni di Lula che, pur essendo stato accolto con alcuni pregiudizi per il suo passato di sindacalista, ha saputo dare vigore all’iniziativa privata senza però privarla di “un’impronta sociale”, ha favorito gli investimenti stranieri e ha al contempo trasformato il proprio paese in un investitore all’estero. Lula ha reso il Brasile una delle maggiori potenze a livello mondiale, grazie ad un exploit simile a quello della Cina e dell’India ma con più libertà rispetto alla prima e più eguaglianza rispetto alla seconda.

mercoledì 13 ottobre 2010

Santa Caterina, una missione promozionale in Italia

La Camera italiana di Commercio e Industria di Santa Caterina sta programmando una missione istituzionale in Italia, di cui sarà protagonista una delegazione dell’ADI - Associazione Giornali e Quotidiani dell’Interno dello stato federale brasiliano.

Di tale Associazione fanno parte i rappresentanti dei quotidiani e dei giornali pubblicati nello stato di Santa Caterina - eccetto quelli di Florianopolis, la capitale – letti, mediamente, da 360 mila persone.
La delegazione brasiliana arriverà in Italia domenica 7 novembre e si fermerà a Roma, in Veneto e a Milano. Sarà composta da circa 15 persone del settore (giornalisti e imprenditori) oltre ad alcuni importanti rappresentanti istituzionali, tra i quali: Amer Felix Ribeiro, Presidente dell’Associazione Giornali e Quotidiani dell’Interno di Santa Catarina, Ademir Arnon, Presidente dell’Associazione dei giornalisti dello Stato e Vanceslao Soligo, Presidente dell’Associazione Stampa Italiana in Brasile.
La missione nel Belpaese è una delle iniziative relative al progetto “Missão da Associação dos Jornais Diários do Interior de Santa Catarina/Brasil à Itália”, approvato dal governo dello stato di Santa Caterina e ha lo scopo di presentare in Italia tale stato - quello con la maggiore concentrazione di discendenti italiani – soprattutto relativamente a settori quali la comunicazione, i servizi, la stampa e il turismo. Nello specifico, la delegazione intende incontrare giornalisti e imprenditori per poter dare vita a: confronti e scambi di esperienze, interscambi con rappresentanti italiani del settore - che si recheranno in Brasile in un secondo momento - e iniziative per la promozione del turismo, al fine di incrementare i flussi turistici tra i due Paesi.

martedì 12 ottobre 2010

Invest your talent in Italy

Il Ministero degli Esteri, quello dello Sviluppo Economico, le Camere di Commercio e l’Ice promuovono “Invest your talent in Italy”, un’iniziativa studiata per far conoscere i corsi universitari italiani in Brasile, India e Turchia e attrarre studenti stranieri in Italia.

Si tratta di un progetto piuttosto coraggioso se si considera che, secondo quanto riportato dall’Ocse, gli studenti stranieri in Italia – quelli che concludono nel Belpaese un ciclo di studi universitari e post universitari - sono appena il 2%.
Attraverso “Invest your talent in Italy”, sono arrivati più di 200 studenti dall’India e dalla Turchia in alcuni dei più prestigiosi atenei italiani, per frequentare corsi di laurea specialistica e master in lingua inglese, grazie al contributo delle borse di studio del Ministero degli Esteri.
Il programma è iniziato nel 2006, quando un piccolo gruppo di atenei si è recato a Mumbai, Chennai e Bangalore; l’anno successivo è proseguito con il “World Grad School Tour” che prevedeva la visita di sei città indiane: New Delhi, Bangalore, Hyderabad, Mumbai, Chennai e Calcutta. Nel 2008 il tour è proseguito in Turchia - a Istanbul – e quest’anno è il turno del Brasile, a Rio de Janeiro e a San Paolo. L’iniziativa che, attualmente, coinvolge 17 università, rappresenta un’occasione importante sotto più punti di vista: permette alle nostre università non solo di attrarre studenti brasiliani ma anche di stabilire paternariati con le università del posto. Inoltre, la rete delle Camere di Commercio, grazie alla presenza degli studenti stranieri impiegati in qualità di “stagisti”, può generare dei collegamenti per gli imprenditori del territorio che intendono puntare sui mercati del Paese d’origine di tali stranieri.

lunedì 11 ottobre 2010

Una degustazione di vini brasiliani a Milano

Il Consolato Generale del Brasile, l’Istituto brasiliano del Vino (IBRAVIN) e l’Associazione BrazilPlanet promuovono - in occasione della presentazione del cavatappi Lacador, simbolo della campagna promozionale “Wines of Brasil” - una degustazione di vini brasiliani a Milano.

L’evento si svolgerà domani, martedì 12 ottobre, presso la Residenza Ufficiale del Console Generale del Brasile ad è rivolto a sommelier, ristoratori, importatori e distributori di vini, giornalisti e opinion leader. Tale iniziativa rientra nella partnership tra il Ministero brasiliano delle Relazioni Estere e IBRAVIN - Istituto Brasiliero do Vinho che prevede anche la promozione dei vini brasiliani all’estero.
Il cavatappi Lacador è un accessorio funzionale alla nuova strategia di marketing dell’IBRAVIN - "Apri la tua mente, apri un vino brasiliano" - per valorizzare i vini brasiliani e posizionarli nel mercato interno ed estero: come ha affermato Carlos Raimundo Paviani, direttore esecutivo dell'Istituto, "questo simbolo rappresenta la volontà di far conoscere e far nascere nelle persone la voglia di provare i vini brasiliani".
Alla degustazione saranno presenti i rappresentanti di alcune aziende vinicole brasiliane, Fernando e Humberto Campana, i designer brasiliani creatori del cavatappi sviluppato dalla marca Tramontina. A tal proposito, come ha affermato Andrea Gentilini - responsabile per la promozione commerciale di "Wines of Brasil" - la scelta della città lombarda per il lancio dell’icona dei vini brasiliani è stata basata sul fatto che Milano è ormai un punto di riferimento mondiale del design.
I vini brasiliani saranno presentati anche in occasione degli eventi promossi dal Triennale Design Museum in concomitanza con l'inaugurazione della mostra "Anticorpi. Antibodies - Fernando e Humberto Campana 1989-2010", prodotta dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein (Germania ), in programma dal 14 ottobre 2010 al 16 gennaio 2011.
L’evento può rappresentare un’opportunità preziosa per chi, operando nel settore, è interessato ad approfondire la propri conoscenza dei prodotti vinicoli brasiliani, come importatori e distributori di vino e i ristoratori che intendono includere anche il vino verdeoro tra le loro proposte.

venerdì 8 ottobre 2010

Anche il Brasile tra “i big” del turismo medico

Il turismo medico in terra verdeoro è notevolmente incrementato: secondo i dati del ministero del Turismo brasiliano, dal 2008, sono più di 180mila le persone che si sono recate in Brasile per ricoveri ospedalieri.
Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale del turismo, a livello mondiale, quest'anno lo speciale segmento segnerà un fatturato di 100 miliardi di dollari e il Brasile, come India, Tailandia, Malesia e Corea del sud, ne sarà uno dei maggiori beneficiari.
Qualche settimana fa, a São Paulo, si è svolta la fiera "Medical travel meeting Brazil 2010", organizzata dalla società Medical Travel Brasil; si è trattato del primo evento brasiliano dedicato al settore del turismo medico e le cifre registrate in questo ambito dimostrano che tale fenomeno oggi non riguarda più solo la chirurgia estetica - "specialità medica" brasiliana per eccellenza - ma vari campi della medicina. Per portare solo un esempio, dal 2009 al 2010, i casi di pazienti giunti dall'estero per sottoporsi a cure cardiologiche, sono aumentati del 60%. Altre comparti particolarmente “gettonati” sono l'oftalmologia, l'ortopedia, la gastroplastica, l'odontoiatria e la fecondazione assistita.
Mariana Palha, responsabile del sopra citato "Medical travel meeting Brazil 2010", sostiene che «tra i fruitori stranieri di servizi ospedalieri in Brasile, in prima posizione vi sono i turisti di nazionalità statunitense, seguiti da canadesi, italiani, portoghesi, cinesi e angolani».
Il boom, prosegue la Palha, «rende ormai necessario un ampliamento delle prestazioni accessorie fornite, come la ricezione multilingue all'interno delle case di cura e il trasporto assistito dei pazienti dall'aeroporto di arrivo. Lo sviluppo del turismo medico previsto per i prossimi anni servirà anche come incentivo alla ulteriore modernizzazione dei nostri ospedali».
L’andamento positivo di tale trend potrebbe costituire un’opportunità per le imprese italiane coinvolte, a vario titolo, nel settore.

giovedì 7 ottobre 2010

Brasile, una crescita di qualità

Secondo i dati riportati dalla Ricerca Nazionale per Campione a Domicilio (Pnad), effettuata dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), il reddito dei brasiliani più poveri è cresciuto ad un ritmo superiore, di quasi tre volte, rispetto a quello dei più ricchi nel 2009.

Da quanto emerge da uno studio dell’economista Marcelo Neri, della Fondazione Getulio Vargas (FGV), il reddito dei brasiliani ha registrato un incremento maggiore del Pil: dal 2003 al 2008, quest’ultimo è cresciuto del 3,78% all’anno, mentre il reddito, a livello pro capite, è aumentato del 5,26% all’anno. Inoltre, in seguito alla crisi internazionale il Pil pro capite è diminuito dell’1,5%, mentre il reddito ha segnato un aumento del 2,04%.
L’economista fa notare che i dati della ricerca sopra citata hanno mostrato che si sta assistendo ad un “fatto storico”, ovvero che ora il 50% della popolazione fa parte della classe di reddito C: una sorta di middle class che comprende i nuclei familiari con reddito mensile compreso tra i 1.116 reais e i 4.854 reais (tra i 500 euro e i 2.200 euro circa). L’anno scorso, questa classe rappresentava il 49,2% dei brasiliani, e solo il 32,5% nel 1982.
Neri ha anche affermato che il Brasile sta vivendo una crescita che, per alcuni aspetti, può essere paragonata a quella della Cina, ma che il boom dell’economica brasiliana sarebbe di qualità superiore a quella del Dragone, perché caratterizzato da una maggiore equità: in Brasile il 40% dei meno abbienti ha ottenuto miglioramenti del 3,15% nel 2009 e il 10% dei più ricchi dell’1,09% - quindi, anche se tutti gli strati sociali hanno ottenuto dei vantaggi, sono cresciuti maggiormente i redditi dei meno abbienti - mentre la Cina si trova in una situazione di crescente disuguaglianza.Secondo l’economista Claudio Dedecca, dell’Università di Campinas (Unicamp), le differenze a livello di reddito sono diminuite perché vi è stato un miglioramento per i redditi più bassi e stabilità o diminuzione per il reddito degli strati sociali più ricchi: “le disuguaglianze si sono ridotte grazie alla convergenza dei redditi più elevati verso quelli meno elevati”.

martedì 5 ottobre 2010

Il seminario dell’Abracex a San Paolo

L’Associazione Brasiliana del Commercio con l’Estero (Abracex) ha organizzato un seminario nel corso del quale si è discusso del progresso brasiliano nel commercio estero e delle relazioni del Paese verdeoro con l’Italia.

In occasione dell’incontro, avvenuto la scorsa settimana presso la sede della Aduaneiras a San Paolo, sono intervenuti: il Presidente dell’Abracex, Primo Roberto Segatto; il Segretario per il Commercio Estero del Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio (MDIC), Welber Barral e l’Avv. Giacomo Guarnera, avvocato in Italia e in Brasile e vicepresidente della Brazil Planet, Associazione Italo-brasiliana con sede a Milano, che ha per mission lo sviluppo delle relazioni commerciali tra i due paesi.
Il primo relatore, Barral, ha illustrato una previsione sulla chiusura delle importazioni e delle esportazioni in relazione all’anno in corso: si prevede che i dati di fine anno coincideranno con quelli del 2008, periodo antecedente alla crisi economica, anche se “si registrerà una diminuzione nel saldo della bilancia commerciale, in virtù dell’elevata crescita degli acquisti esteri”. Relativamente alle importazioni, Barral ha precisato che il 17% delle acquisizioni riguarda i beni di consumo e il 22% beni di capitale e sostiene che tale percentuale debba aumentare, considerando che nei prossimi anni “vi saranno incentivi per modernizzare le industrie, soprattutto in virtù degli investimenti che si renderanno necessari”.
Per quanto riguarda le esportazioni, il Segretario auspica una riforma tributaria e provvedimenti che riducano l’eccesso di burocrazia che riduce la competitività dei prodotti brasiliani.
Il Presidente dell’Abracex – Segatto – ha ribadito l’urgenza della sopra citata riforma e ha posto l’accento sulla necessità di rivedere e “aggiornare” l’assetto tecnologico dell’industria brasiliana che sarebbe “in ritardo di 15 anni rispetto allo sviluppo mondiale”, sebbene tale processo sia già cominciato: fino ad agosto il Brasile ha importato macchine ed attrezzature dall’Italia per 301 milioni di dollari.
L’economista ha anche sottolineato l’esigenza di una politica industriale atta a rafforzare e incrementare la partecipazione delle micro e piccole imprese nel commercio estero.L’intervento conclusivo è stato affidato all’Avv. Guarnera (Brazil Planet) che ha paragonato l’esperienza delle PMI italiane con il contesto del Paese latinoamericano e ha affermato che l’Italia può fungere da esempio per la ricerca di soluzioni relative alle difficoltà burocratiche e tributarie presenti in Brasile.

lunedì 4 ottobre 2010

Marmomacc e le iniziative per il Brasile

Sabato 2 ottobre si è conclusa a Verona la 45° edizione di “Marmomacc”, la mostra internazionale del comparto marmo e pietra - leader a livello mondiale - nell’ambito del quale è stata molto significativa la presenza brasiliana.

Quest’anno l’evento fieristico, aperto ai soli operatori professionali, ha ospitato più di 1.500 espositori, dei quali più del 50% stranieri, provenienti da più di 130 Paesi. La manifestazione - iniziata lo scorso mercoledì 29 settembre e conclusasi sabato 2 ottobre – ha visto la partecipazione di ben 56 mila visitatori (il 6% in più rispetto al 2009).
Gli operatori brasiliani – cui è stato dedicato un grande stand collettivo, presso il padiglione 10 all’interno di Veronafiere – provenivano dagli stati di São Paulo, Rio de Janeiro, Ceará, Paraíba, Espírito Santo, Minas Gerais e Paraná.
Il vicepresidente di Veronafiere, ha voluto mettere in evidenza alcune delle più recenti tendenze del settore e ha dichiarato che, sebbene la crisi non possa ancora essere considerata un problema relativo al passato, nel settore del marmo si stanno registrando dei segnali positivi, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni: “hanno ripreso a comprare Brasile, Cina, Russia, Medio ed Estremo Oriente. La produzione mondiale è stabile. Nel 2009, i sette maggiori produttori (nell’ordine, Cina, India, Turchia, Italia, Iran, Brasile e Spagna) hanno espresso il 75% dell’estrazione globale”.
Tra le iniziative rivolte al Brasile vi è quella congiunta di Marmomacc e Università di Trento, che hanno redatto un documento denominato “Linee guida per l’applicazione dei crediti Leed alle pietre e ai marmi ornamentali”, relativo a un metodo per la certificazione degli edifici che verrà utilizzato nell’ambito dei lavoro per i Campionati mondiali di calcio del 2014.
Inoltre, l’associazione “Veronesi nel mondo”, in collaborazione con la scuola del marmo P. Brenzoni (Valpolicella - Verona), ha organizzato il corso “Nuove tecniche e tecnologie avanzate nella lavorazione del marmo e della pietra”, cofinanziato dalla regione Veneto e riservato a dieci giovani brasiliani, figli di seconda o terza generazione di emigrati veneti - scelti per livello di preparazione conoscenza della nostra lingua - che lavorano in industrie del settore in Brasile e che, quindi, hanno portato in sud America le tradizioni della lavorazione del marmo. Tale corso durerà tre settimane e prevede 150 ore di lezioni inerenti la petrografia applicata, l’evoluzione tecnologica del settore e la visita alle aziende più importanti in quest’ambito, con particolare riguardo all’aspetto ambientale ed energetico.

venerdì 1 ottobre 2010

Money transfer dall’Italia: Brasile quarto

Lo scorso 27 settembre a Roma presso Palazzo Altieri, sede dell'Associazione bancaria italiana (Abi), è stata presentata l’edizione 2010 dell'annuale rapporto Abi-Cespi.

I dati emersi dalla della ricerca, relativi al 2009, indicano che il valore totale delle rimesse effettuate dagli immigrati residenti in Italia verso i paesi d’origine, attraverso il sistema bancario tradizionale è molto elevato: gli immigrati che vivono in Italia hanno effettuato oltre 92mila operazioni del valore medio di 1.543 euro, sette volte superiore alla media internazionale.
Nella classifica dei flussi per nazionalità i brasiliani - che lo scorso anno hanno effettuato trasferimenti bancari dall'Italia al Brasile per quasi 10,2 milioni di euro - sono quarti per volume totale, preceduti da marocchini, rumeni e moldavi. Inoltre, va considerato che il rapporto Abi-Cespi non è completo, in quanto mostra solo una piccola parte del fenomeno; come riportato dallo stesso dossier, per i trasferimenti di importo inferiore al migliaio di euro gli immigrati sembrano prediligere canali diversi dal sistema bancario: attraverso i nuovi servizi di money transfer, ogni anno transiterebbero importi complessivi di entità ben maggiore rispetto a quelli sopra riportati.