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martedì 19 ottobre 2010

L’alleanza strategica Brasile-Cina

Si fanno sempre più stretti i rapporti tra Cina e Brasile e si prevede che la loro alleanza condizionerà l’andamento dei commerci e degli investimenti del prossimo decennio a livello globale.

In seguito alla grande crisi economico-finanziaria del 2008, il rapporto tra i due “paesi emergenti” ha preso la forma di una partnership che sembra non voler prendere in considerazione i mercati occidentali ancora in difficoltà, come se volessero avere garanzie per il futuro e ritenessero che questi ultimi non siano in grado di risollevarsi a breve.
Inizialmente i due Paesi erano legati solo dalle esportazioni brasiliane di soia o petrolio e dai pagamenti o investimenti cinesi in infrastrutture di base; oggi non si tratta più di un rapporto prettamente economico ma anche politico.
La Cina - che ha a disposizione ingenti riserve valutarie (ormai circa 2.500 miliardi di dollari), una moneta ancora sottovalutata e gruppi industriali di grandi dimensioni, ormai attivi a livello internazionale – vuole investire in infrastrutture nei paesi in via di sviluppo e favorire la creazione di mercati di consumo: buone infrastrutture permettono di veicolare più agevolmente e in quantità maggiore, le materie prime, così ambite e indispensabili al Dragone; mentre nuovi mercati sarebbero funzionali per la vendita della vasta gamma di beni a basso costo che il gigante asiatico può offrire. Anche il Brasile si è dato da fare in questo senso: nel corso dei suoi otto anni di presidenza, Lula ha visitato ben 68 paesi in via di sviluppo, vedendovi un’opportunità per perdere lo status di mero fornitore di materie prime ai paesi più o meno avanzati e dare vigore alla diversificazione dell'economia. Tuttavia, alla base dello sprint brasiliano vi è il finanziamento di Pechino che, lo scorso anno, ha superato gli Stati Uniti come maggiore partner commerciale del gigante sudamericano, e ora ha l’obiettivo di diventare anche il maggior investitore in Brasile entro il 2020. Probabilmente verranno dalla Cina i finanziamenti e i costruttori di una parte dell'alta velocità e delle infrastrutture che verranno realizzate in Brasile in vista dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi di Rio del 2016.

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