Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

lunedì 31 gennaio 2011

Accordo di collaborazione internazionale Marche-Brasile

Da 10 anni la Regione Marche punta all’internazionalizzazione. Tale impegno è sfociato nell’accordo tra la marchigiana Penserini e la brasiliana Sintese Engenharia. Il presidente della Regione March, Gian Mario Spacca, ha commentato “nostro obiettivo è entrare nel processo di crescita di questi Paesi, spingendo le nostre imprese a superare i limiti dimensionali tramite l’organizzazione in rete e l’aggregazione”.

Da 10 anni la Regione Marche punta all’internazionalizzazione attraverso la creazione di sistemi di relazioni con i Bric. Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha commentato “il nostro obiettivo è entrare nel processo di crescita di questi Paesi, spingendo le nostre imprese a superare i limiti dimensionali tramite l’organizzazione in rete e l’aggregazione. Nonostante questa esperienza abbia già dieci anni, la strada è ancora agli inizi: vogliamo ora arricchirla di conoscenza e di organizzazione di sistema” ed ha inoltre aggiunto che “guardando ai bilanci delle imprese, possiamo dire che se dieci anni fa non avessimo avviato questa strategia, alcuni distretti marchigiani oggi sarebbero in maggiori e più gravi difficoltà”.
In particolare l’impegno di Cosmob, il centro tecnologico per il settore legno-arredo, è sfociato nell’accordo per la creazione di una joint-venture tra la pesarese Penserini Costruzioni, impresa di primaria importanza nel settore dell’edilizia, e la brasiliana Sintese Engenharia, società leader nel settore costruzioni che opera nello Stato del Parà.
L’accordo tra le due imprese si inserisce all’interno del progetto promosso dal Governo brasiliano denominato “Minha Casa Minha Vida” che prevede la realizzazione, nello stato brasiliano del Parà, di 4.000 alloggi per cittadini a basso reddito entro il 2011 e oltre 20.000 entro il 2012.
Riccardo Concetti, presidente di Penserini Costruzioni ha precisato che “è l’inizio di un percorso di investimento, che intendiamo ampliare anche al settore delle costruzioni infrastrutturali, per le quali in Brasile sono in atto numerosi progetti con rilevanti investimenti pubblici”.
Nell’attuale scenario globale e globalizzato è sempre più difficile essere competitivi, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese italiane. Per questo motivo si rende necessario fare sistema e creare relazioni tra imprese e tra le imprese e le istituzioni.

venerdì 28 gennaio 2011

Petrobras interessata alle quote di Eni

La società petrolifera brasiliana Petróleo Brasileiro S.A. (Petrobras) ha avviato una trattativa con Eni per l’acquisto della quota del 33,34% detenuta dal gruppo italiano in Galp Energia.

La società italiana Eni sta valutando la possibilità di vendere la propria quota di partecipazione nella società portoghese Galp Energia, pari al 33,34% per un valore di poco più di 4 miliardi.
Galp Energia opera dal 1977 nei settori dell'estrazione e della raffinazione dei gas naturali e raggiunge un fatturato annuo di quindici miliardi di euro. L’ingresso nell’azionariato di Galp è avvenuto nel 2000 per 900 milioni di euro. Tale valore è quadruplicato superando, oggi, i 4 miliardi di euro.
L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha dichiarato che “è stato un acquisto fantastico ma non resteremo azionisti di minoranza per sempre”. Secondo una notizia diffusa dal quotidiano portoghese Diario Economico sembrerebbe che la richiesta del gruppo Eni si aggiri intorno ai 4,7 miliardi di euro pari a 17 euro ad azione. La Petrobras, secondo indiscrezioni, avrebbe avanzato una prima offerta di 3,5 miliardi di euro. Il gruppo brasiliano ha precisato che “al momento non sono state ancora state prese decisioni e non esiste alcuna intesa vincolante”.
È un ottimo momento per il settore petrolifero brasiliano, soprattutto dopo l’annuncio, dato dalla compagnia Repsol, relativo alla scoperta di un nuovo giacimento di greggio nelle acque del bacino di pre-sal Santos a 275 chilometri da San Paolo. La scoperta è stata fatta da un consorzio composto da Repsol-Sinopec (che detiene il 25% degli interessi), Petrobras (45%) e BG Group (30%).

giovedì 27 gennaio 2011

Il Brasile è decimo nella classifica dei paesi ricettori di IDE.

Secondo quanto risulta dal Global Investments Trade Monitor, rapporto divulgato da Unctad (United Nations conference on trade and development), il Brasile risulta al decimo posto nella classifica dei paesi ricettori di investimenti stranieri superando l’Italia.

L’Unctad (United Nations conference on trade and development) ha pubblicato il Global Investments Trends Monitor, un’indagine relativa ai flussi di investimenti diretti esteri nel mondo. Secondo le stime, i flussi di investimenti restano complessivamente invariati, passando da 1.114 miliardi di dollari nel 2009 a quasi 1.122 miliardi nel 2010. I dati più importanti riguardano, invece, la distribuzione degli IDE nel mondo: dalle stime emerge che nel 2010 i flussi verso i Paesi sviluppati hanno subito una contrazione mentre, per la prima volta, le economie in via di sviluppo e le economie in transizione hanno ricevuto più della metà degli investimenti diretti esteri mondiali.
Nel dettaglio, i flussi di investimenti diretti esteri verso le economie emergenti e in transizione sono aumentati del 10% raggiungendo complessivamente i 525 miliardi di dollari nel 2010. Nella classifica dell’Unctad, il Brasile si colloca al decimo posto, registrando un tasso di crescita del 16,3% e passando da 25,9 milioni di dollari nel 2009 a 30,2 milioni di dollari nel 2010.
Altro fattore da considerare è il dato sulle fusioni e le acquisizioni all’estero, che ha raggiunto, nel solo Brasile, i 9,4 miliardi di dollari nel 2010.
James Zhan, direttore del dipartimento investimenti del congresso Unctad, ha specificato che il trend positivo del Brasile “nasce dalla volontà delle aziende straniere di ottenere benefici legati a un’economia in enorme espansione e di sfruttare le opportunità offerte da determinati settori, come quelli degli idrocarburi, delle comunicazioni e agricolo”.
I dati diffusi dall’Unctad dimostrano che c’è una spinta crescente verso i Paesi emergenti, motore dell’economia mondiale.

mercoledì 26 gennaio 2011

L’innovazione passa anche per gli emergenti

I paesi emergenti non rappresentano solamente un mercato di sbocco per le esportazioni ma costituiscono il terreno di sperimentazione per prodotti e servizi innovativi che, in seguito, possono essere esportati nei paesi occidentali.

Quando si valuta la possibilità di internazionalizzare ci si pone subito il problema di stabilire la politica di marketing mix più adeguata. Considerando i casi di alcune aziende che hanno avutro successo in Brasile, emerge la centralità dell’innovazione e dell’adattamento del prodotto. Un esempio è l’azienda Alexander, produttrice di grappa a Castello Roganzuolo (Treviso), che ha raggiunto il mercato brasiliano, già presidiato da produttori di cachaca, rum e tequila. Il patron, Sandro Bottega ha spiegato che “per avere successo bisogna usare design e italianità: siamo il paese al mondo più amato da quei popoli specie nei ceti abbienti. Dell’Italia si ama la cucina, l’arte la moda. Abbiamo perciò introdotto prodotti realizzati ad hoc per il Brasile, poi estesi a tutto il mondo, ad esempio un liquore a base di grappa al guaranà, con la ricercata bacca dal gusto forte e dagli effetti stimolanti. Inoltre produciamo alcolici, sempre studiati per il sudamerica, all’ananas, all’aloe vera”.
Altro caso di successo è rappresentato da Sogefi, azienda mantovana operante nel settore della componentistica per auto e controllata dalla CIR. La società ha investito in un centro di ricerca in Brasile che ha sviluppato, come spiegato dal Ceo Emanuele Bosio, “un sistema di filtrazione motore “ad hoc”, denominato flex, in grado di funzionare in modo flessibile sia con i combustibili tradizionali sia con il bioetanolo, particolarmente diffuso nel Paese”. I biocarburanti sono prodotti con alcool vegetale estratto dalla canna da zucchero e, soprattutto per il basso costo, sono largamente utilizzati in Brasile e stanno rimpiazzando il petrolio fossile. La tecnologia “flex” è utilizzata anche dalla Fiat.
I paesi emergenti non rappresentano solamente un mercato di sbocco per le esportazioni ma costituiscono il terreno di sperimentazione per prodotti e servizi innovativi che nascono per soddisfare la domanda locale ma, in seguito, possono essere esportati nei paesi occidentali dando origine al fenomeno del cosiddetto blowback.

martedì 25 gennaio 2011

Brasile: in crescita l’industria delle vernici

Secondo ABRAFATI (Associação Brasileira dos Fabricantes de Tintas) l’industria delle vernici crescerà del 6,7% nel 2011. L’aumento delle vendite sarà trainato principalmente dal buon andamento dei settori edile e automobilistico.

L’ABRAFATI (Associazione brasiliana dei produttori di vernici) ha reso note le previsioni di vendita del settore delle vernici per l’anno 2011. Si stima che il volume totale delle vendite aumenterà del 6,7% raggiungendo 1,45 miliardi di dollari.
Questa crescita sarà trainata principalmente dall’andamento del settore dell’edilizia civile che, a sua volta, beneficerà dell’aumento del potere d’acquisto della popolazione, della disponibilità di credito e, soprattutto, della riduzione della tassa sui prodotti industriali (IPI). Altro fattore che influirà sulle vendite è costituito dagli investimenti effettuati dal governo federale relativi ai programmi di costruzione di case popolari. La quota di vendite relativa al settore delle costruzioni raggiungerà un totale di 1,16 milioni di dollari pari ad un aumento del 7% rispetto al 2010.
Altro settore che trainerà la crescita dell’industria delle vernici sarà, sempre secondo le stime di ABRAFATI, quello automobilistico, anche se la quota di vendite aumenterà ad un tasso inferiore rispetto al 2010. In particolare, si prevede che le vendite di vernici per l’industria automobilistica aumenteranno del 4% raggiungendo i 52 milioni di dollari.
È evidente che il boom economico coinvolgerà tutti i livelli della filiera e favorirà la creazione di opportunità molto appetibili.

lunedì 24 gennaio 2011

Le fiere brasiliane della moda e il Made in Italy

L’Ice promuove il Made in Italy in Brasile attraverso la partecipazione i diversi eventi fieristici di settore quali: Première Brasil, São Paulo Pret à Porter e Couromoda. Tali eventi hanno luogo, non a caso, in concomitanza con la settimana della moda brasiliana.

Il settore della moda brasiliano offre ottime opportunità: grazie al boom economico e all’aumento dei consumi sono sempre più richiesti i marchi italiani. Per questo motivo, la presenza alle fiere di settore si rivela indispensabile.
In Brasile gennaio è il mese della moda e vede protagonista assoluta la São Paulo Fashion Week. Tale evento è accompagnato da ben tre manifestazioni fieristiche correlate: Couromoda (17-20 gennaio), fiera dedicata alle calzature ed agli articoli di cuoio, São Paulo Pret à Porter (18-21 gennaio) il salone dedicato agli operatori del settore moda, infine Première Brasil (19-20 gennaio) manifestazione fieristica di primaria importanza nel settore tessile sudamericano e nata dalla joint-venture tra Première vision Francia e Fagga Eventos. La partecipazione agli eventi è stata gestita dall’Ice, che ha organizzato gli spazi espositivi collettivi, riscuotendo un ottimo successo in termini di adesioni.
La crescente presenza delle aziende italiane alle fiere di settore da la possibilità di sviluppare forme concrete di presenza commerciale e produttiva in Brasile. Viste le previsioni di aumento dell’export è fondamentale creare una vetrina esclusiva per la moda Made in Italy, e non solo..

venerdì 21 gennaio 2011

La Banca centrale ha aumentato il tasso di interesse

La Banca centrale brasiliana si trova di fronte al duplice problema dell’inflazione e dell’aumento del tasso di cambio. Urge il contenimento della spesa pubblica, ma si prevede, per il 2011, la creazione di 3 milioni di nuovi posto di lavoro.

Mercoledì scorso la Banca centrale ha alzato i tassi di riferimento di 50 punti base, passando dal 10,75% all’11,25%. Tale manovra «dà il colpo di avvio a un processo di aggiustamento dei tassi, i cui effetti, associati a misure macroeconomiche, contribuiranno a garantire che l'inflazione converga con la traiettoria degli obiettivi», ha sottolineato il Comitato di politica monetaria della Banca centrale del Brasile. Nonostante ciò va considerato il fatto che le manovre antinflazionistiche potrebbero portare all’aumento dei flussi di capitali esteri causando l’aumento del tasso di cambio ed, eventualmente, la perdita di competitività del settore industriale. Il costo dei future, inoltre, è aumentato e sarà necessario scontare i tassi al 2,25% entro la fine dell’anno.
Per quanto riguarda i dati sull’occupazione, invece, il 2010 è stato un anno favorevole: grazie al boom economico sono stati creati 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro e si prevede di crearne altri 3 milioni quest’anno. Il principale problema attuale resta l’inflazione che, comunque, non frenerà la crescita del Brasile.


giovedì 20 gennaio 2011

Il Brasile esce dalla crisi con grande dinamicità

Secondo un’indagine condotta dai ricercatori della Brookings Institution, dopo la crisi economico finanziaria del 2008 il Brasile è tra i paesi più dinamici al mondo. Le aree che segnano una ripresa più veloce sono Rio de Janeiro, Belo Horizonte, San Paolo e Brasilia.

Il Brasile è uscito con un ottimo slancio dalla crisi finanziaria del 2008. Questo è quanto emerge dal rapporto Global metro monitor realizzato dai ricercatori della Brookings Institution di Washington DC in collaborazione con London school of economics e Deutsche Bank research nel mese di dicembre 2010. L’indagine si focalizza sull’andamento economico di 150 aree, localizzate in 53 Paesi e in 6 continenti diversi. Le classifiche pubblicate sono state stilate sulla base del valore aggiunto lordo in termini di reddito e creazione di nuovi posti di lavoro.
Lo studio confronta gli equilibri economici e di potere a livello globale prima, durante e dopo la crisi finanziaria del 2008. In particolare, si nota un rapido e costante spostamento del dinamismo economico dai paesi sviluppati verso le economie dei paesi emergenti, che non solo si sono risollevate dalla crisi ma segnano un trend positivo sia in termini di reddito che di occupazione.
Tale cambiamento negli equilibri mondiali porta a pensare che i paesi emergenti, in primis Brasile, India e Cina, siano destinati a ridurre sempre più rapidamente il gap nei confronti dei paesi sviluppati, le cui economie stanno ancora soffrendo. Il Brasile conta ben quattro aree nei primi posti della classifica: Rio de Janeiro al decimo posto, Belo Horizonte al ventiduesimo, San Paolo al venticinquesimo e Brasilia al trentaduesimo.





mercoledì 19 gennaio 2011

Profilo della classe media brasiliana

La classe media brasiliana ha quasi raggiunto il 50% della popolazione totale e, in un anno, genera un giro d’affari di 623 miliardi di dollari. L’Ocse ha tracciato un profilo della classe media sudamericana.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) ha recentemente pubblicato uno studio sulla classe media in America centrale e meridionale. Si stima che in Brasile rappresenti quasi il 50% della popolazione complessiva per un totale di oltre 191 milioni di persone contro i 58 milioni in Italia. Secondo le previsioni del Wolfensohn center for development della Brookings, la classe media in America centrale e meridionale nel 2030 raggiungerà i 313 milioni di persone. In Brasile, in particolare, la classe media genera un giro d’affari di 623 miliardi l’anno, contro i 740 miliardi in Italia.
L’Ocse ha tracciato il profilo degli appartenenti alla classe media, evidenziando i seguenti aspetti rilevanti: si tratta prevalentemente di nuclei familiari con almeno due persone, occupati nel settore delle costruzioni, dei trasporti o della comunicazione e sono mediamente giovani.
Per quanto riguarda i comportamenti di consumo, la Razorfish, società americana di ricerche di marketing, ha fornito delle informazioni estremamente interessanti: in primo luogo si evidenzia una forte propensione all’acquisto di nuove tecnologie (televisori, cd, telefoni cellulari, elettrodomestici) ed in secondo luogo il decisore d’acquisto è prevalentemente una donna. Si tratta di un cambiamento importante nei comportamenti d'acquisto ed è estremamente importante tenere conto del fatto che oggi in Brasile ben il 30% delle donne mantengono una famiglia con il proprio lavoro.

martedì 18 gennaio 2011

L’aumento delle importazioni danneggia l’industria brasiliana.

L’aumento delle importazioni danneggia la produzione industriale interna. Le conseguenze si ripercuotono sull’occupazione, sui consumi e sulle imprese di piccole dimensioni a rischio di competitività. “Il Paese non può permettersi il lusso di lasciar morire la propria industria di trasformazione nella propria strategia di sviluppo”, ha dichiarato il presidente della Fiesp, Paulo Skaf.

Il Brasile ha chiuso il 2010 con risultati da record, ma dietro questo trend positivo si nasconde un rallentamento della competitività industriale. Secondo i dati forniti dalla Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo (Fiesp), riferiti ai primi nove mesi del 2010, il settore industriale brasiliano ha perso 17,3 miliardi di Reais (pari a circa 7,9 miliarid di euro) di produzione e rappresenta il 16% del Pil (contro il 27% negli anni '80). Il coefficiente di importazione, che indica la quota di domanda interna soddisfatta da prodotti importati, ha raggiunto il 21,2% nei primi nove mesi del 2010, aumentando di due punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi. “Il Paese non può permettersi il lusso di lasciar morire la propria industria di trasformazione nella propria strategia di sviluppo”, ha dichiarato il presidente della Fiesp, Paulo Skaf. Sempre secondo proiezioni della Fiesp, se il settore industriale non avesse perso competitività, la produzione interna sarebbe aumentata dell’1,6% comportando un aumento conseguente dello 0,58% dell’occupazione.
Il Paese si sta deindustrializzando dal 1992”, ha commentato l’ex ministro del Tesoro, Luiz Carlos Bresser-Pereira, aggiungendo che il Brasile ha perso la possibilità di neutralizzare “la tendenza strutturale alla sovrapposizione ciclica del tasso di cambio. Di conseguenza, la moneta nazionale si è apprezzata, le opportunità di investimento mirate alle esportazioni sono diminuite, il risparmio è diminuito, il mercato interno è stato inondato da beni importati e molte imprese nazionali hanno smesso di crescere o sono andate in fallimento”.
Si apre, quindi, un nuovo scenario nel mercato brasiliano, dato dalla necessità di investire nel settore industriale carioca, favorendo l’occupazione e stimolando i consumi interni e il risparmio.

lunedì 17 gennaio 2011

Allarme sullo stato degli aeroporti brasiliani

Negli ultimi due anni il traffico aereo è cresciuto del 35% e gli aeroporti sono al collasso. Per risolvere la situazione si prevedono programmi di ristrutturazione e ampliamento per 6,5 miliardi di real, provenienti da stanziamenti pubblici e da iniziative private.

Gli aeroporti brasiliani sono al collasso: nessuna struttura del Paese carioca risulta adeguata a sopportare il traffico aereo che, negli ultimi due anni, ha subìto un aumento degli scali del 35%. Le strutture aeroportuali non sono sufficientemente efficienti per gestire l’affluenza che risulta addirittura doppia rispetto alle capacità. Si rendono necessari interventi strutturali rapidi, soprattutto in vista del picco di affluenza in occasione dei Mondiali del 2014 e delle Olimpiadi del 2016. Gli investimenti previsti saranno finalizzati all’ampliamento della capacità, al miglioramento dell’efficienza, e, soprattutto, della sicurezza. Il ministro dell’Economia, Guido Mantega, ha dichiarato: "Dobbiamo modernizzare l'infrastruttura per preparare l'ingresso alla Borsa dell'Infraero, l'azienda di Stato che gestisce i 67 aeroporti brasiliani ed il controllo aereo" ed ha inoltre precisato che l’investimento complessivo sarà pari a 6,5 miliardi di real (circa 3 miliardi di euro). Per risolvere il problema si rende necessario ricorrere alla privatizzazione del controllo di volo, anche se non tutti i Ministri sono d'accordo su questo punto.

venerdì 14 gennaio 2011

Diffusi i dati sull’inflazione, aumento del 5,91% nel 2010

L’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística ha pubblicato i dati relativi all’IPCA, l’indice di armonizzazione dei prezzi al consumo, evidenziando i settori critici per l’aumento dell’inflazione. Alexandre Tombini, il nuovo governatore della Banca Centrale, ha dichiarato che “i target di inflazione saranno abbassati”.

L’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE) ha pubblicato il 7 gennaio i dati aggiornati dell’Indice di armonizzazione dei prezzi al consumo (IPCA) relativi all’anno 2010. Tali dati mostrano un aumento dei prezzi del 5,91% rispetto al 2009 ed una variazione dello 0.63% nel mese di dicembre e dello 0.83% nel mese di novembre.
Secondo la classifica dell’IBGE i prodotti che hanno trainato l’inflazione sono, in primis, i generi alimentari e le bevande con un aumento complessivo del 10,39%, contribuendo con il 2,34% alla formazione dell’indice. In particolare i prodotti alimentari più colpiti sono i fagioli (+54.49%), la carne (+29,64%) e lo zucchero (+7,02%). Al secondo posto della classifica troviamo l’abbigliamento (+7,52%) seguito dalle spese personali (+7,37%) in particolare i parrucchieri (+8,16%), l’educazione (+6,22%), la salute e la cura personale (+5,07%), le spese relative alle abitazioni (+5%), gli articoli casalinghi (+3,53%), il trasporto (+2,41) e le comunicazione (+0,88).
I prodotti non alimentari, in generale, hanno chiuso l’anno con un aumento del 4,61%, di poco inferiore al 2009 (4,65%). Alcuni di essi hanno subìto una diminuzione di prezzo, tra questi TV, stereo e computer (-12,25%), immatricolazioni (-9,51%), auto usate (-2,01%) e nuove (-1,03).
La Banca Centrale ha fissato l’obiettivo di inflazione al 4,5% annuo, con una banda di oscillazione del 2%. Alexandre Tombini, il nuovo governatore della Banca Centrale, ha dichiarato che “i target di inflazione saranno abbassati”.

giovedì 13 gennaio 2011

Superporto do Açu: faro commerciale del Brasile

Il Superporto do Açu è il più grande complesso portuale al mondo nel suo genere: si prevede che entrerà in funzione entro il 2012 e genererà 50.000 posti di lavoro aumentando il Pil dell’area del 500%.

Il Superporto do Açu è il più grande complesso portuale al mondo nel suo genere. Attualmente in fase di costruzione a São João da Barra, nello Stato di Rio de Janeiro, è il più grande investimento portuale dell’America Latina. Il valore complessivo del progetto è pari a 1,6 miliardi di dollari ed è realizzato dalla LLX, la società di logistica di proprietà di Eike Batista. Il complesso verrà presumibilmente completato entro il 2012, si svilupperà su un’area complessiva di 90 chilometri quadrati ed avrà la funzione di stimolare gli scambi commerciali, in particolare verso la Cina e gli Stati Uniti e di ottimizzare il trasporto di minerali e di materiali come l’acciaio e il ferro.
L’area portuale sarà dotata di un ponte lungo 2,9 chilometri e 10 attracchi che serviranno per le navi di grandi dimensioni come la Chinamax che misura 350 metri di lunghezza ed ha una capacità di 4.000 tonnellate di carico.
Il Superporto do Açu, la cui costruzione è iniziata nel 2007, ha attirato l’attenzione di investitori brasiliani e stranieri: imprese come la coreana Hyundai, la cinese Wuhan Iron and Steel Company e l’italiana Ternium hanno preso parte al progetto. Secondo alcune previsioni relative all’impatto del Superporto sulle comunità locali si stima che l’impianto genererà oltre 50.000 posti di lavoro, aumenterà il PIL dell’area del 500%, favorirà l’aumento della popolazione che raggiungerà i 250.000 abitanti entro il 2025 e renderà necessaria la costruzione di 84.000 nuove case.
Molti temono che una tale crescita economica della città possa però avere degli effetti negativi come l’insorgere della criminalità o l’abuso edilizio, fenomeno che ha colpito le vicine città di Macaé e Campos.
Già a partire dal 2005 il Governo locale, in collaborazione con la LLX, ha effettuato degli investimenti importanti sia sul fronte della sensibilizzazione delle comunità al cambiamento (attraverso la creazione di opuscoli, l’organizzazione di presentazioni e workshop), sia sul fronte della formazione di lavoratori professionisti e di nuove figure professionali con l’obiettivo di preparare la popolazione alle nuove prospettive di lavoro.
Il Governo locale ha stanziato, inoltre, 90 milioni di dollari nel 2009 per realizzare i necessari miglioramenti infrastrutturali come: l’ampliamento della rete fognaria, i lavori di rifacimenti del manto stradale, l’ampliamento delle strutture ospedaliere e scolastiche.
Il grande progetto del Superporto do Açu sarà ultimato entro il 2012 e si stanno facendo grandi sforzi per garantire che quest’operazione non promuova solamente il business, ma assicuri anche la prosperità e l’integrità delle comunità locali.

mercoledì 12 gennaio 2011

Mondiali di calcio 2014, quali opportunità per le imprese italiane?

L’ICE, in collaborazione con Confindustria, terrà un convegno sulle opportunità di business per le imprese italiane in previsione dei Mondiali di calcio che si terranno nel 2014 e delle Olimpiadi nel 2016.

Il Brasile si sta preparando ad ospitare i Mondiali di calcio nel 2014 e le Olimpiadi nel 2016 attraverso investimenti ad ampio raggio che coinvolgeranno, tra gli altri, la riqualificazione urbana, il miglioramento dell’efficienza degli aeroporti, la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità, il trasporto pubblico, la viabilità, l’offerta alberghiera e la sicurezza.
Si prevede che, in vista dei Mondiali, verranno investiti oltre 20 miliardi di euro per il miglioramento del sistema logistico e infrastrutturale delle città che ospiteranno l’evento: si stima che il 76% verrà erogato dalle istituzioni pubbliche e il 68% dal Governo Federale. Secondo i dato forniti dal BNDES (Banco Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale) la città di Rio de Janeiro necessiterà di 13 miliardi di euro aggiuntivi per essere in grado si ricevere i Giochi Olimpici del 2016.
Nell’ambito del progetto Italy for Sport, l’ICE ha organizzato un convegno, in collaborazione con Confindustria, per presentare le opportunità offerte alle aziende italiane nell’ambito di tali eventi sportivi. Il convegno si terrà a Roma il 18 gennaio e costituirà un’occasione concreta per incontrare le istituzioni e gli enti organizzatori degli eventi sportivi, saranno infatti presenti i rappresentanti del Ministero dello Sport del Brasile, del Ministero del Turismo, Sport e Tempo Libero dello Stato di Rio de Janeiro, del Comitato Organizzatore dei Mondiali di Calcio 2014, della BNDES (Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale), dell’ABDIB (Associazione Brasiliana delle Infrastrutture e delle Industrie di Base), della FIESP (Federazione degli Industriali dello Stato di San Paolo), della SINDUSCON (Unione delle Industrie delle Costruzioni Civili dello Stato di Rio de Janeiro) e della Costrutora Norberto Odebrecht. L'obiettivo di questo incontro sarà di fornire ai partecipanti un quadro completo delle relazioni che si possono instaurare con gli enti organizzatori.

martedì 11 gennaio 2011

Boom delle automobili di lusso in Brasile, Ferrari segna il +814,3%

L’Abeiva (Associazione brasiliana delle imprese importatrici di autoveicoli) ha reso noti i dati relativi alla vendita di automobili di lusso sul mercato carioca: si evidenzia una crescita esponenziale nel 2010 che segna per la Ferrari un +814,3%.

Il mercato sudamericano delle automobili di lusso ha registrato cifre da record nel 2010. Il Brasile sta vivendo una forte ascesa economica ed il conseguente aumento del benessere e dei relativi consumi, sempre più esigenti, hanno favorito il boom del mercato dell’automobile, anche per quanto riguarda la nicchia delle supersportive.
L’Abeiva (Associazione brasiliana delle imprese importatrici di autoveicoli) ha diffuso i dati relativi alle vendite di automobili di lusso nell’anno 2010. La casa automobilistica Ferrari, che è rappresentata in Brasile dalla società concessionaria Via Itália, ha registrato la vendita record di 64 vetture, segnando una crescita dell’814,3% rispetto al 2009. I modelli più venduti sono la Ferrari California con un prezzo di listino di un milione e 350 mila real, pari a 620 mila euro, e la 458 Italia del valore di 733mila euro. Per quanto riguarda la Maserati, che è passata da 14 a 30 supercar vendute, ha segnato un aumento del 114,3%.
Fino al 2009 il mercato di nicchia delle supercar brasiliano era presidiato da Ferrari, Lamborghini, Maserati e Pagani mentre nel 2010, in risposta alla domanda crescente del settore, i costruttori hanno aperto nuovi concessionari come Aston Martin, Bentley, Bugatti e Spyker.

lunedì 10 gennaio 2011

Lavazza: nuovo impianto nello stato di Rio de Janeiro

L’azienda italiana Lavazza, leader europeo nel mercato del caffè, investirà in un nuovo impianto produttivo a Queimados, nello stato di Rio de Janeiro. L’impianto sarà attivo tra circa due anni e prevede un investimento di 10 milioni di euro.

Lavazza, azienda italiana leader nel mercato del caffè, ha comunicato la decisione di attuare un progetto di internazionalizzazione degli impianti produttivi in Brasile. La nuova unità di lavorazione del caffè, la prima fuori dall’Italia, verrà realizzata a Queimados, nello stato di Rio de Janeiro e sarà destinata alla torrefazione, alla macinatura e alla produzione di vari tipi di caffè. L’impianto sarà attivo tra circa due anni a fronte di un investimento di 10 milioni di euro.
L’azienda torinese è già presente in Brasile da circa cinque anni attraverso la filiale Lavazza do Brasil che rifornisce panetterie, uffici e ristoranti, ma non si occupa ancora di vendita al dettaglio.
Il Brasile rappresenta il secondo maggior consumatore di caffè al mondo con oltre 18 milioni di sacchi da 60 kg, secondo solo agli Stati Uniti. L’andamento dei consumi interni di caffè nel Paese sudamericano, contrariamente a quanto accade nei mercati occidentali, è in continua crescita.
È inoltre importante evidenziare che il Brasile è il più grande produttore ed esportatore al mondo di caffè e Lavazza importa dal Brasile ben il 40% del caffè lavorato in Italia.
L’obiettivo di Lavazza è dunque esportare la tradizione del caffè espresso italiano, non soltanto attraverso un prodotto di qualità ma formando anche i baristi alla preparazione del caffè, come avviene nella sede di Torino, puntando in tal modo a potenziare e consolidare la propria posizione nel mercato brasiliano.
Il gruppo torinese è orientato ad investire nei paesi emergenti: il Brasile, in particolare, è un Paese particolarmente attrattivo sia dal punto di vista strategico che commerciale e garantisce una rapida espansione.

venerdì 7 gennaio 2011

Esportazioni in Brasile: 319 milioni di dollari nel 2010

Secondo i dati forniti dall’Ice, le esportazioni italiane in Brasile sono in leggero calo anche se il saldo resta positivo: 319 milioni di dollari. Sempre secondo l’Ice “i settori significativi in termini di penetrazione commerciale italiana nel mercato brasiliano continuano a essere quelli della meccanica e delle medie tecnologie”.

L’Ice ha reso noti i dati relativi agli scambi commerciali tra Italia e Brasile: nonostante un lieve calo rispetto all’anno scorso, il risultato complessivo resta positivo e le esportazioni ammontano a 319 milioni di dollari. In particolare, nel primo semestre del 2010 la quota di esportazioni italiane in Brasile è diminuita dello 0,25%, passando dal 2,96% al 2,71%, rispetto ai primi sei mesi del 2009.
Per quanto riguarda le importazioni provenienti dal Brasile, esse sono rappresentate per circa i tre quarti da materie prime e prodotti semimanufatti, mentre solo per un quarto da prodotti manufatti. I principali prodotti importati sono: il ferro, la pasta chimica di legno, i pellami, il caffè, la carne ed i semilavorati.
Per quanto riguarda le esportazioni, si punta sul Made in Italy e l’Ice evidenzia che "i settori più significativi, in termini di penetrazione commerciale italiana nel mercato brasiliano, continuano ad essere quelli della meccanica e delle medie tecnologie". Si tratta di "tutte le varie tipologie di attrezzature e macchinari per l'industria manifatturiera leggera: macchine tessili, macchine per la lavorazione dei metalli, della ceramica, del legno, della pietra” ci sono poi "ampi margini di penetrazione commerciale nel comparto del lusso, delle tecnologie medicali di tipo ospedaliero, delle energie alternative, delle telecomunicazioni, della nautica, delle due ruote, delle infrastrutture, dei servizi all'industria petrolifera e della sicurezza". Tra i prodotti più venduti si segnalano gli accessori per trattori e autoveicoli, gli oli lubrificanti, le valvole a sfera, le macchine per imballaggi,gli elicotteri e le barche a motore.
Le migliori opportunità per le aziende italiane in Brasile, conclude l'Ice, "si presentano attraverso un radicamento nel mercato, che può essere attuato attraverso investimenti diretti, accordi di collaborazione industriale o joint-venture, e che prevedano il trasferimento di tecnologie".

giovedì 6 gennaio 2011

In Brasile il mercato dell’auto segna un record: +11%

Secondo i dati resi noti ieri dall’associazione dei concessionari brasiliani Fenabrave, il settore dell’auto in Brasile è in forte ascesa e chiude l’anno 2010 segnando un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente, con 3,3 milioni di veicoli nuovi venduti. Di particolare importanza il mercato dei veicoli commerciali che segna un +44%. La Fiat si conferma leader del mercato con il 23% delle vendite.

L’associazione dei concessionari brasiliani Fenabrave ha pubblicato ieri i dati di vendita aggregati relativi al mercato dell’automobile: il Brasile chiude il 2010 segnando un aumento nelle vendite di auto, veicoli pesanti e autobus dell’11% in più rispetto all’anno precedente, con un volume complessivo 3,3 milioni di veicoli nuovi venduti. Particolare attenzione merita il settore dei veicoli commerciali che segna un aumento del 44%.
Dopo il calo subito nel periodo estivo, il mercato dell’automobile ha ripreso a pieno ritmo nel mese di novembre con 328.418 veicoli immatricolati, pari ad un aumento dell’8,4% rispetto ad ottobre e del 30,5% rispetto ai dodici mesi precedenti. Nel mese di dicembre, invece, l’aumento si è assestato intorno al +30% rispetto allo stesso mese del 2009. Questa crescita è dovuta soprattutto alla campagna di sconti lanciata nel mese di luglio per far fronte al calo di vendite causato dall’aumento dell’imposta sulle automobili voluta dal Governo.
Il mercato dell’auto va di pari passo con l’andamento favorevole dell’economia, ricordiamo che il Brasile ha chiuso il 2010 con un aumento del Pil a “ritmi cinesi” del 7,5%. Il Paese sudamericano è diventato, già l’anno scorso, il quarto maggiore mercato mondiale dell’auto, preceduto da Cina, Stati Uniti e Giappone. Considerato che su una popolazione di 192 milioni di persone, soltanto un brasiliano su 7 possiede oggi un’automobile, si tratta di un mercato molto appetibile. Le proiezioni dicono che anche nel 2011 il trend sarà positivo, pur con una crescita più contenuta, intorno al 5,2%.
Il Brasile si è anche imposto come sesto produttore al mondo con oltre 3,6 milioni di veicoli di 17 marchi differenti. Tra questi, ricordiamo il marchio Fiat che ha confermato la propria leadership con il 23,1% del mercato, seguita da Volkswagen con il 22,7% e da General Motors con il 21,2%. Non bisogna dimenticare che il volume delle vendite nel Paese sudamericano ha compensato le perdite subite nei mercati europei, ormai saturi, ed ha risollevato il fatturato di produttori come Fiat, Volkswagen, General Motors e Ford.

mercoledì 5 gennaio 2011

Danieli, investimento in Pernambuco da 450 milioni di euro.

La società italiana Danieli & C. ha stipulato un accordo in Pernambuco per la realizzazione di un impianto per la produzione di acciaio. La società italiana, specializzata nella costruzione di impianti per l’industria siderurgica, ha valutato l’investimento intorno ai 450 milioni di euro.

Il Governo del Pernambuco ha siglato un memorandum d’intesa per la realizzazione del progetto Companhia Siderúrgica Suape (CSS) che prevede la costruzione di un impianto finalizzato alla produzione di acciaio nei pressi del porto di Suape, nello Stato del Pernambuco. Si tratta, in concreto, di un contratto di joint venture tra Trasteel International, Fabrica Participações e Cono Suape. L'investimento complessivo è stato valutato 880 milioni di dollari di cui la quota Danieli è di circa il 70% (615 milioni di dollari ossia oltre 450 milioni di euro). L’impianto, che dovrebbe entrare in funzione nel 2014, produrrà un milione di tonnellate l’anno di laminati in acciaio (sia a caldo che a freddo) e prodotti rivestiti di acciaio.
Nel quadro del progetto la società italiana Danieli & C., azienda specializzata nella costruzione di impianti per l'industria siderurgica, si colloca come azienda fornitrice degli strumenti necessari per la realizzazione dell’impianto. La società si sta mostrando forte anche in borsa, confermando il rating outperform sulle categorie ordinarie e di risparmio, "si tratta di un'ottima notizia e ci attendiamo che la sigla del contratto definitivo possa avvenire nei prossimi sei mesi", commentano gli analisti di Equita.
Lo stato del Pernambuco sta mostrando un buon dinamismo economico, basti pensare al recente investimento Fiat. L’attività governativa per attrarre IDE e per facilitare l’installazione di impianti che attraggono un forte know-how, mostrano che il Brasile ha una grande potenzialità per le imprese che vogliono investire in quel territorio.

martedì 4 gennaio 2011

Velivoli Embraer per Alitalia.

Alitalia si prepara ad effettuare un investimento del valore complessivo di 500 milioni di dollari per rinforzare la flotta esistente e acquisire venti velivoli dalla brasiliana Embraer.

Alitalia-Cai si trova in questo momento in fase di riassetto: da un lato aspetta di concordare con i sindacati il taglio di circa mille unità, dall’altro pianifica di rinforzare la flotta esistente. L’ad di Alitalia, Rocco Sabelli, ha confermato pochi giorni fa un investimento di 500 milioni di dollari per l’acquisto in leasing di venti velivoli per il corto raggio, fabbricati dalla brasiliana Embraer nello stato di San Paolo. Nello specifico, si tratta dei modelli Embraer Regional jetliner Erj 170 e Erj 190, della capacità rispettivamente di 70 e 100 passeggeri.
Alitalia ha preferito gli Embraer agli italo-russi Sukhoi Superjet 100. Questi ultimi coinvolgono, nella fase di manutenzione, la società italiana controllata da Finmeccanica, Alenia Aeronautica. Il Sukhoi è stato scartato perché ancora un prototipo e Alitalia, come dichiarato dell’ad Sabelli, ha preferito non essere il cliente di lancio di una nuova macchina.
Alitalia possiede già sei velivoli carioca ed ha ottenuto dalla Embraer delle facilitazioni di pagamento che, secondo Sabelli, compenserebbero il costo maggiore di circa 200 mila euro l’anno rispetto ai Superjet.
Il Brasile risulta essere sempre più competitivo nello scenario internazionale anche in settori ad elevata competenza tecnologica basta pensare che alcune tra le più importanti compagnie servite da Embraer sono Swiss, Us Airways, Air Canada, Lot e Azul.

lunedì 3 gennaio 2011

Lula posa la prima pietra dello stabilimento Fiat

Il presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva ha posato la prima pietra dello stabilimento Fiat in Pernambuco. L’ad Fiat, Sergio Marchionne, precisa “in Brasile puntiamo a raggiungere la quota di oltre un milione di vetture vendute all’anno nel 2014”.

Il 29 dicembre a Porto Suape, il presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva ha posato la prima pietra dello stabilimento Fiat in Brasile. L’investimento della casa automobilistica torinese si colloca in una prospettiva di rafforzamento del posizionamento internazionale dell’azienda, e favorirà di riflesso anche lo sviluppo economico della Regione. L’a.d. Sergio Marchionne ha tenuto il discorso inaugurale ed ha precisato che “questo Paese oggi è uno dei luoghi in cui gli investimenti trovano un ambiente più sicuro e promettente. Il Brasile ha basi economiche solide, ha un mercato interno molto forte ed ha dimostrato di saper reagire con decisione e rapidità di fronte alla crisi internazionale”. Lo stato del Pernambuco, dove sorgerà il nuovo stabilimento, ha visto raddoppiare il Pil in pochi anni, dispone di manodopera qualificata anche grazie alla presenza di università e centri di formazione ed è avanzata dal punto di vista infrastrutturale. L’investimento per il nuovo stabilimento raggiungerà 1,3 miliardi di euro (pari a 1,7 miliardi di dollari) e l’obiettivo di Fiat è di superare, entro il 2014, il milione di automobili prodotte e vendute su quel mercato. La manovra si colloca in un progetto più vasto che prevede, per il periodo 2011 – 2014, investimenti per 4,4 miliardi di euro. “Gli investimenti che abbiamo progettato nel Paese – aggiunge l’a.d. Fiat - riflettono il nostro impegno a sostenere il trend di crescita che ci aspettiamo dal Brasile e dal resto dell’America Latina nei prossimi anni”. La posa della prima pietra dello stabilimento Fiat è spettata al presidente uscente Lula, il quale ha dichiarato che entro le Olimpiadi del 2016 il Brasile diventerà la quinta economia mondiale.