La Banca centrale brasiliana si trova di fronte al duplice problema dell’inflazione e dell’aumento del tasso di cambio. Urge il contenimento della spesa pubblica, ma si prevede, per il 2011, la creazione di 3 milioni di nuovi posto di lavoro.
Mercoledì scorso la Banca centrale ha alzato i tassi di riferimento di 50 punti base, passando dal 10,75% all’11,25%. Tale manovra «dà il colpo di avvio a un processo di aggiustamento dei tassi, i cui effetti, associati a misure macroeconomiche, contribuiranno a garantire che l'inflazione converga con la traiettoria degli obiettivi», ha sottolineato il Comitato di politica monetaria della Banca centrale del Brasile. Nonostante ciò va considerato il fatto che le manovre antinflazionistiche potrebbero portare all’aumento dei flussi di capitali esteri causando l’aumento del tasso di cambio ed, eventualmente, la perdita di competitività del settore industriale. Il costo dei future, inoltre, è aumentato e sarà necessario scontare i tassi al 2,25% entro la fine dell’anno.
Per quanto riguarda i dati sull’occupazione, invece, il 2010 è stato un anno favorevole: grazie al boom economico sono stati creati 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro e si prevede di crearne altri 3 milioni quest’anno. Il principale problema attuale resta l’inflazione che, comunque, non frenerà la crescita del Brasile.
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