Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

giovedì 30 settembre 2010

Scontro di denunce tra Jbs e Cremonini

Si inasprisce lo scontro tra la Jbs - società leader nel mercato della carne bovina in Brasile e in Argentina - e il Gruppo Cremonini - azienda modenese del settore alimentare - dal 2007 soci in Inalca: joint-venture operante nel trattamento delle carni in Italia e all’estero.

Recentemente la Jbs aveva sporto denuncia nei confronti del Gruppo Cremonini presso la procura della Repubblica di Modena, per presunte irregolarità nella tracciabilità dei prodotti; in particolare, secondo il colosso brasiliano, la società modenese avrebbe spacciato per francese carne di provenienza irlandese, e della carne francese come di provenienza italiana. La Cremonini ha replicato accusando di diffamazione la multinazionale paulista e dichiarando di aver querelato la Jbs a seguito di atti di pirateria informatica, e alla sottrazione di dati sensibili, lanciati da server brasiliani ai danni della Inalca.
Successivamente allo scambio di accuse, la procura di Modena ha aperto un’inchiesta dopo lo scambio di accuse: i Nas dei carabinieri e la polizia postale, nei giorni scorsi, hanno compiuto accertamenti nella sede del Gruppo Cremonini a Castelvetro di Modena.
Questi episodi avrebbero spinto la Jbs a chiedere la convocazione dell’assemblea al fine di rinnovare il cda della Cremonini. Tuttavia Jbs non si è presentata alla convocazione straordinaria dell'assemblea dei soci Inalca, svoltasi martedì a Modena e presieduta da Paolo Boni. Il gruppo verdeoro avrebbe tenuto un consiglio parallelo, a São Paulo. L'assemblea emiliana non ha approvato la proposta di revocare gli attuali amministratori e di liquidare la società avanzata da Jbs.

martedì 28 settembre 2010

Auto elettrica, grandi investimenti in Brasile e in Italia

Italia e Brasile hanno già avviato progetti concreti per la realizzazione di soluzioni innovative relativamente al segmento dell’ automobile elettrica, da molti considerata ormai come una delle possibili risposte alla crisi mondiale del settore automobilistico.

In Italia, per la prima volta, la questione è oggetto di una ricerca condivisa che coinvolge anche istituzioni e centri universitari - oltre ai principali brand dell’automotive – per un totale diciassette soggetti, tutti altamente qualificate in settori diversi. L’iniziativa è stata avviata da Assoknowledge, un’ associazione legata a Confindustria, e dall'Associazione tecnica dell'automobile (Ata).
Le grandi aziende del settore - come Fiat, Pininfarina, Piaggio, Eni, Enel, Politecnico di Milano e di Torino, Grembo - hanno compreso la necessità di trovare soluzioni condivise da tutti al fine di evitare la dispersione di risorse in tanti piccoli progetti di ricerca separati. Inoltre, i progetti su larga scala favoriscono l’accesso ai contributi europei previsti appositamente per tale settore.
Per quanto riguarda il Brasile, l’imprenditore 54enne Eike Batista, ha programmato di investire un miliardo di dollari per la creazione e la produzione di un nuovo modello di auto elettrica e ha affermato che si impegnerà nella realizzazione di un impianto che sarà in grado di sfornare 100 mila vetture all’anno. Tale impianto sarà situato nei pressi del Superporto do Açu, un grande polo industriale in fase di costruzione, che si trova a nord dello stato di Rio de Janeiro, zona molto favorevole da un punto di vista logistico: la presenza di due importanti acciaierie porterà ad un risparmio di circa 200 dollari nella produzione di ogni singolo mezzo. Lo stabilimento non ha ancora un nome definito, ma l’imprenditore ha già suggerito che possa essere chiamato FBX: “Fabbrica Brasiliana di Automobili”, con l’aggiunta della lettera X, presente in tutte le sue imprese.Nonostante lo scarso entusiasmo con cui il presidente Lula, ha accolto il progetto, il magnate brasiliano, fermamente convinto dell’interesse che il mercato dimostrerà verso i nuovi modelli: “Chi spende R$ 200 al mese in benzina, con un’auto elettrica, caricandolo alla rete, spenderà meno di R$ 20. Il problema oggi è che il costo iniziale per l'acquisto della vettura è ancora alto, ma il prezzo delle batterie sta precipitando. Stiamo assistendo ad una rivoluzione in corso in questo settore”, ha affermato Batista, che sta cercando di coinvolgere nel progetto alcune delle più importanti aziende del settore, sia europee (Fiat compresa) sia nipponiche, che abbiano già know-how ed esperienza nel settore. Tuttavia, sarà l’azienda di Batista, la LLX, a produrre la nuova automobile: “la nostra sarà una fabbrica nazionale con know-how straniero”.

lunedì 27 settembre 2010

Brasile, nuove opportunità per le imprese italiane

Il Ministro brasiliano del Turismo, Luiz Eduardo Barretto, ha incontrato più di 100 imprese italiane per invitarle a partecipare alla realizzazione delle infrastrutture legate ai Mondiali di calcio del 2014 e alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016.

L’incontro è avvenuto in occasione di un recente seminario, tenutosi presso la Camera di Commercio di Milano, in cui Barretto ha voluto illustrare le possibilità di finanziamento alle imprese italiane offerte dal paese latinoamericano: “la presenza delle imprese italiane in questi due eventi sarebbe importantissima gli investimenti complessivi necessari sono stimati non ufficialmente in 30 miliardi di dollari e il governo federale è disposto a stanziarne 14 per i Mondiali”, ha dichiarato il Ministro.
In seguito all'esplosione di interesse nei confronti dell’economia brasiliana, lo scarso sostegno del sistema finanziario italiano in Brasile è da tempo oggetto di lamentele delle nostre imprese, che sono sempre più forti nel Paese. Tuttavia, proprio nel corso del seminario, sono giunti due annunci molto positivi in questo senso: Biis, la banca per il finanziamento delle infrastrutture del gruppo Intesa Sanpaolo, che sta aumentando il suo volume di affari in Brasile, si prepara ad aprire, l’anno prossimo, un ufficio di rappresentanza a San Paolo e la Sace, che dispone già di un ufficio nella capitale paulista, ha concluso di recente la prima operazione in reais, che è anche la prima realizzata in una valuta locale nei paesi emergenti: d’ora in avanti potrà diversificare le sue possibilità d’intervento.
Il rafforzamento dell'operatività finanziaria mira a favorire il coinvolgimento italiano in Mondiali e Olimpiadi, infatti, Barretto ha voluto ribadire l’interesse verso il settore privato e la consapevolezza che le aziende italiane hanno i requisiti necessari per partecipare alla realizzazione dei progetti delle aree prioritarie: infrastrutture dei trasporti urbani, costruzione civile, aeroporti, hotel e, naturalmente, stadi.
Il ministro brasiliano ha visitato anche Torino, per studiare i progetti, dal punto di vista della riqualificazione della città, che sono stati realizzati in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 e ha affermato di voler investire in progetti che non siano finalizzati esclusivamente agli eventi sportivi, ma in opere che siano utili alla città anche quando questi saranno conclusi: “l'impatto deve essere permanente. Siamo consapevoli che si tratta di due avvenimenti che possono far fare un salto di qualità a tutto il paese in termini di infrastrutture, dove gli investimenti si sommeranno a quelli già inseriti nel programma di opere del Pac, il piano di accelerazione della crescita da quasi 500 miliardi di dollari”.Infine, il Ministro brasiliano ritiene che Mondiali e Olimpiadi rappresentino una preziosa opportunità anche per il nostro settore turistico e auspica che gli operatori italiani, forti del loro know-how, aumentino gli investimenti anche nel settore alberghiero in vista degli eventi sportivi

venerdì 24 settembre 2010

Brasile, la ricapitalizzazione della Petrobras

In seguito ad una serie di consultazioni, il governo brasiliano e i vertici della Petrobras - compagnia petrolifera brasiliana statale, nonché la più importante azienda quotata in borsa del Cono Sur - hanno disposto un aumento di capitale pari a circa 64,5 miliardi di euro per consentire la realizzazione di un piano di investimenti, nel settore petrolifero, di grande rilevanza.

Al fine di rafforzare l’economia nazionale, dare maggior risalto al settore delle esplorazione petrolifera e creare nuovi e numerosi posti di lavoro, nei prossimi cinque anni, verranno investiti più di duecentoventi miliardi di dollari Usa. La ricapitalizzazione prevede l’emissione di 3,76 miliardi di nuove azioni, 1,59 miliardi di azioni privilegiate e 2,17 miliardi di azioni ordinarie; l’offerta verrà lanciata in Brasile e negli Stati Uniti. Inoltre, è probabile che l’80% delle azioni messe in vendita sarà rivolta esclusivamente agli investitori già esistenti.
La decisione della compagnia brasiliana è un riflesso dell’andamento economico della regione: nonostante la preoccupazione dovuta alla crisi finanziaria e alla scarsa fiducia degli investitori, il Brasile continua ad essere considerato la nazione principe del continente Americano e, sul piano economico, ad essere paragonato a Paesi quali Cina, India e Russia. Tuttavia, il piano della Petrobras ha anche uno scopo più concreto: l’estrazione di greggio nei giacimenti off shore che si trovano nel bacino di Santos.
Lula ha intuito che una parte fondamentale dello sviluppo della sua nazione si sarebbe giocata nel settore dell’energia: “entro breve il Brasile sarà autosufficiente dal punto di vista energetico. E’ il primo paese al mondo per l’uso di biocombustibile e uno dei primi per la sua produzione. E poi la Petrobras è una formidabile macchina da guerra degli interesse brasiliani nel mondo attorno alla quale gireranno anche molti aspetti della politica estera”.
Il Brasile diverrà entro breve il paese più importante del continente americano, Usa compresi, sia dal punto di vista energetico che delle esportazioni, grazie alla sua autosufficienza quasi totale in ogni settore. Gli Usa l’hanno compreso, tant’è vero che il loro unico interlocutore nel continente è proprio il Brasile. Ed è probabile che Washington cercherà di mantenere saldi i rapporti con il Paese verdeoro.

giovedì 23 settembre 2010

Opportunità occupazionali in Brasile e in Cina

Manpower ha realizzato uno studio su un capimone di 62mila aziende di tutto il mondo per stabilire quali sono i paesi che attualmente offrono maggiori opportunità a livello occupazionale.

La top ten emersa dalla ricerca comprende ben cinque presenze asiatiche, tra le quali spicca la Cina che sembra essere il paese in cui vi sono le migliori condizioni per torvare un impiego compatibile con le proprie competenze e aspirazioni.
“Per il quarto trimestre dell'anno prevediamo un mercato del lavoro in crescita in 28 dei 36 paesi esaminati, contro gli appena dodici rilevati solo un anno fa”, afferma Jeffrey A. Joerres, presidente e amministratore delegato di Manpower, “ma resta la difficoltà di far incontrare le esigenze delle imprese con le competenze dei lavoratori. Per questo, mai come ora, è fondamentale mostrare flessibilità nel valutare le offerte in tutto il mondo”.
Anche in Brasile le prospettive sono molto positive: basti pensare che nel mese di luglio il tasso di disoccupazione era sceso al 6,9% e, come aveva sottolineato l'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (Ibge), si è trattato del secondo calo consecutivo della disoccupazione, ancora piu' bassa del 7% del mese precedente e dell'8% dello stesso mese dello scorso anno.
Anche India e Taiwan, sui gradini bassi del podio, presenziano nella top ten; mentre la domanda delle imprese è debole, e resterà tale a lungo, in Italia, Grecia, Repubblica Ceca, Spagna e Irlanda.
Anche il Giappone presenta uno scenario positivo: sebbene la domanda del paese sia inferiore rispetto agli altri Stati asiatici, il Sol Levante oggi offre le migliori condizioni da tre anni a questa parte, segno che il clima economico è in fase di miglioramento e l'industria è pronta a trainare la ripresa.
Relativamente alla Germania, malgrado la crescita dell'occupazione non sia paragonabile a quella dei paesi emergenti, ci sono numerose opportunità per ingegneri, professionisti della sanità e venditori.
Gli Stati Uniti presentano una domanda tendenzialmente stabile, che potrebbe spingere molti talenti a cercare miglior fortuna in Brasile, Costa Rica e Perù, tutti paesi che si caratterizzano per un’ offerta di personale qualificato inferiore rispetto alla domanda del mercato.

mercoledì 22 settembre 2010

Il Brasile sviluppa il trasporto su acqua

Il Governo brasiliano intende investire nel trasporto su acqua e ha disposto che venga rivisto il Piano Generale delle Concessioni elaborato dall’Antaq - Agenzia Nazionale di Trasporti su Acqua - al fine di includervi una dettagliata analisi dei canali d’acqua dolce.
Il piano, lanciato un anno e mezzo fa, si proponeva solo di identificare le opportunità per la costruzione di terminal portuari. Ora l’idea è di verificare, nei prossimi 12 mesi, se vi siano le condizioni per costruire alcuni porti anche nei principali fiumi del paese.
In particolare, come è stato reso noto dall’Antaq, il governo si propone di favorire il trasporto dei prodotti agricoli (soprattutto sementi) dall’entroterra verso la costa, per ridurre così la dipendenza del trasporto su gomma, soluzione più costosa e con un maggior impatto dal punto di vista ambientale: con la realizzazione di tali opere portuali, si potrebbe ridurre in media il 30% del costo del nolo delle merci rispetto a quello su gomma e, quanto alle emissioni nocive, le imbarcazioni emettono circa il 68% di anidride carbonica in meno dei camion.
Sono già stati identificati otto corridoi di grande importanza nei fiumi Tucurui, Madeira, Teles Pires-Tapajos, São Francisco, Tiete-Parana e Parnaiba e Jacui-Picui, oltre alla Lagoa dos Patos.
Come ha affermato Fernando Fialho, presidente dell’Antaq, sulla base dell’analisi che verrà effettuata, i porti potranno essere concepiti per il trasporto di grandi volumi di carico di merci o per quello di persone: “come appare evidente dal piano, se anche alcuni porti non fossero redditizi dal punto di vista del trasporto delle merci, il governo investirebbe denaro pubblico per la realizzazione di porti per il trasporto dei passeggeri”. Sempre secondo Fialho, la priorità è aumentare l’efficienza e la capacità operativa dei porti già esistenti.
Attualmente i trasporti brasiliani vengono effettuati su strada per il 60%, su rotaia per il 27% e solo per il 13% su acqua: il governo brasiliano si propone di elevare quest’ultima quota al 29% entro il 2025.

martedì 21 settembre 2010

Enel Green Power: tre progetti eolici in Brasile

Enel Green Power (Egp), la controllata “verde” del colosso energetico, si è aggiudicata tre progetti in Brasile, nello Stato di Bahia, nella gara pubblica dedicata alla sola energia eolica, per un totale di 90 megawatt.

Precisamente, la società Enel per lo sviluppo e la gestione delle fonti rinnovabili, si occuperà degli impianti eolici di Cristal, Primavera e Sao Judas, che molto probabilmente entreranno in esercizio nel secondo semestre del 2013. I tre progetti sono caretterizzati da un’elavata ventosità e, conseguentemente, da un fattore di producibilità molto elevato, tra i più alti a livello mondiale: gli impianti, con una capacità di 30 MW ciascuno, saranno in grado di produrre oltre 390 mila MWh all'anno, pari ai consumi di circa 245 mila famiglie brasiliane, evitando così l'emissione di circa 270 mila tonnellate di CO2 nell’atmosfera. Inoltre, i campi eolici, situati in aree semi-aride, potranno godere di incentivi dedicati allo sviluppo infrastrutturale. Grazie a questi tre nuovi impianti, Enel Green Power raddoppia la sua capacità installata in Brasile e aumenta notevolmente la sua presenza eolica nel mercato latinoamericano. “Questo risultato è per noi molto importante, viste le ottime caratteristiche dei nostri progetti in termini di producibilità, competitività di costo e rendimento dell'investimento”, ha affermato Francesco Starace, presidente di Enel Green Power. “Rafforziamo così la nostra presenza in un Paese come il Brasile - dove siamo già attivi nella produzione di energia idroelettrica - estendendo la nostra attività anche alla produzione da fonte eolica. Il Brasile è un grande mercato con abbondanza di risorse rinnovabili, e una domanda di energia che segue un'economia in continuo sviluppo”.

lunedì 20 settembre 2010

Brasile-Italia: accordi per promuovere il turismo

Lo scorso 13 settembre, il ministro del turismo brasiliano Luiz Barreto e il presidente dell’Ente Nazionale Italiano del Turismo (ENIT), Matteo Marzotto, hanno formato un accordo che prevede la collaborazione tra i due Paesi nell’ambito del settore turistico.

Brasile e Italia intensificheranno le loro relazioni turistiche, scambiandosi statistiche ed esperienze nel campo della promozione internazionale, per favorire una migliore integrazione delle politiche di settore.
Nel corso dell’incontro - al quale hanno partecipato circa 160 dirigenti e imprenditori, e che si è tenuto presso l’Ambasciata del Brasile a Roma - sono state stabilite le basi per la creazione di un’Agenda comune che punti ad un raccordo tra ENIT e Embratur - ente governativo per la promozione turistica del Brasile all’estero - su una serie di temi, il primo dei quali riguarda il coordinamento dell’attività per favorire il brand turistico di entrambi i Paesi e migliorare le opportunità di scambio. In particolare, Barreto e Marzotto hanno discusso il trasferimento di tecnologie e le opportunità per attrarre investimenti italiani nel settore del turismo brasiliano, sfruttando il mercato in crescita. A tal proposito Barreto ha affermato: “proprio come l’Italia, che ha tante destinazioni, il Brasile offre molto più delle più note destinazioni turistiche all’insegna di sole e spiaggia”. Il Ministro del Turismo ha voluto così invitare gli imprenditori italiani a investire i Brasile: “possiamo offrire numerose opportunità di business alle grandi, piccole e medie imprese in tutti i settori, compreso nel settore turistico, ambito in cui l’Italia può vantare una grande tradizione”.

venerdì 17 settembre 2010

In Brasile aumentano le importazioni

In Brasile, la quota dei prodotti importati nel consumo apparente - dato che si ottiene sommando la produzione nazionale alle importazioni e sottraendo le esportazioni - è tornata ai livelli registrati precedentemente alla recente crisi finanziaria.

Nel secondo trimestre di quest’anno il coefficiente di importazione ha raggiunto il 20,7%, indice record relativamente alla serie trimestrale rilevata dalla Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo (Fiesp) dal 2006: l’indice è molto vicino al 20,5% del coefficiente di importazione del terzo trimestre del 2008, poco prima che anche l’economia reale brasiliana cominciasse a risentire degli effetti del crollo economico.
Il coefficiente delle esportazioni, ovvero la percentuale della produzione nazionale destinata all’estero, è di poco inferiore al livello pre crisi. Da aprile a giugno del 2010, secondo i dati riportati dal Dipartimento delle Relazioni Internazionali e del Commercio Estero (Derex) della Fiesp, ogni 100 dollari prodotti in Brasile, 17,70 sono stati esportati e, tale quota, nel terzo trimestre del 2008, era di 19,80 dollari.
Lo studio sottolinea che l’aumento delle importazioni era piuttosto prevedibile, considerando che la base del confronto, coincidente con il periodo della crisi, è bassa. Il rilevamento mostra, però, che le importazioni non stanno solo seguendo il ritmo della ripresa del consumo interno: secondo lo studio, gli acquisti dall’estero stanno mostrando un ritmo di crescita superiore e a quello del consumo apparente e a quello della produzione industriale interna. Da aprile a giugno di quest’anno il consumo apparente ha segnato un aumento del 20,6% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno e, nello stesso periodo, la produzione industriale è aumentata del 14,3%, mentre le importazioni sono aumentate del 47,9%. Lo studio, quindi, mostra che è in atto un processo di sostituzione della produzione nazionale con prodotti importati, almeno per quanto riguarda alcuni settori. Il segmento di macchine ed attrezzature per fini industriali e commerciali, per esempio, ha presentato un coefficiente di importazione del 43,5% nel secondo trimestre di quest’anno. Nello stesso periodo del 2008, l’indice era del 40% e, nel 2009, del 43,1%. Tuttavia, José Augusto de Castro, vice Presidente dell’Associazione di Commercio Estero del Brasile (AEB), afferma che le cifre non significano che si stia verificando il fenomeno della deindustrializzazione: la sproporzione tra consumo, produzione e importazioni può, per esempio, essere spiegato dalla presenza di stock già esistenti o dalla formazione di nuovi stock in funzione di cambio e prezzi. Oltre a ciò, argomenta, non sempre si effettua il consumo simultaneamente alla produzione industriale.Il buon andamento del coefficiente delle importazioni in Brasile, che come si è appena visto, non rappresenta una minaccia per la produzione nazionale, indica anche che il mercato brasiliano è molto favorevole per tutti gli imprenditori italiani che intendono puntare sull’export.

giovedì 16 settembre 2010

Il Brasile è il sesto tra i paesi con il maggior potenziale di crescita

Secondo uno studio effettuato dagli economisti della Banca Asiatica di Sviluppo (ADB), il Brasile ora è uno dei dieci paesi emergenti con maggior capacità di accelerare il proprio ritmo di crescita e di sviluppo. Nel dossier realizzato sono stati analizzati 130 paesi e tra questi il Brasile compare al sesto posto, dopo Cina, India, Polonia, Thailandia e Messico.

Lo studio ha preso in esame i dati raccolti tra il 2001 e il 2007 relativamente a quattro caratteristiche principali (e alcune divisioni delle stesse) delle esportazioni: il livello tecnologico, la diversificazione, le caratteristiche uniche e le potenzialità di vendere altri prodotti con vantaggio comparato all’estero. Dall’intersezione di queste informazioni è stato elaborato l’Indice di Opportunità, ispirato agli studi di economisti come Ricardo Hausmann e Dani Rodrick, di Harvard, che mostrano come la composizione delle esportazioni di un paese ne influenzi la capacità di sviluppo e di crescita. “L’idea dell’Indice è che nel lungo periodo il reddito di un paese sia determinato dalla varietà e dal contenuto tecnologico dei prodotti che fabbrica ed esporta e dall’accumulazione di nuovo know-how per sviluppare altri prodotti”, ha affermato Jesus Felipe, coordinatore dello studio.
Secondo Felipe, i paesi che occupano posizioni di rilievo nell’indice sono quelli che sono riusciti ad ampliare e a diversificare le proprie esportazioni in prodotti più complessi. “Nel caso del Brasile, le politiche di sostituzione delle importazioni del passato hanno contribuito a costruire quel know-how per sviluppare alcuni vantaggi competitivi”.
La grande varietà di prodotti competitivi nel settore dei macchinari è il fattore che ha permesso al Brasile di ottenere un buon piazzamento nel ranking. Tuttavia, nella conclusione dello studio, gli economisti evidenziano che una buona posizione non è sufficiente per raggiungere il successo; sono buone politiche e incentivi ad essere determinanti. Hausmann ha affermato che il Brasile potrebbe occupare una posizione anche più rilevante nel commercio mondiale, ma questo potenziale non sarebbe ancora emerso, perché ostacolato da politiche inadeguate, che hanno consentito un eccessivo apprezzamento del Real e stanno creando il rischio di una deindustrializzazione.

mercoledì 15 settembre 2010

Rio valuta la riduzione dell’Imposta sui Servizi

La Camera dei deputati dello Stato di Rio de Janeiro sta esaminando il progetto di legge che mira alla riduzione dell’ISS (Imposta sui Servizi) dal 5% al 2%. In particolare, la riduzione è rivolta ai progetti di R&S (Ricerca e Sviluppo) che verranno realizzati nella città di Rio.

Stando a quanto affermato da Marcelo Haddad, direttore esecutivo della “Rio Negocios” (agenzia di promozione degli investimenti di Rio de Janeiro), la diminuzione dell’imposta favorirà le imprese connesse al settore energetico: “Rio de Janeiro già possiede un pacchetto di incentivi competitivi e, con questa riduzione, avremo l’ISS più bassa di tutto il Brasile”. Inoltre, “nei prossimi due anni sarà movimentato un volume di investimenti di approssimativamente 600 milioni di dollari, includendo l’installazione di uffici, laboratori e centri di ricerca nella regione,” ha aggiunto Haddad.
Secondo il direttore esecutivo della “Rio Negocios” il progetto di rilancio della Zona Portuaria di Rio de Janeiro, Porto Maravilha, è nel mirino di molte società, come IBM e Cisco, le quali, secondo Haddad, potranno prestare servizi a società del settore.
Oltre ai vantaggi a livello logistico, come la prossimità al centro della città, al porto, agli aeroporti e alla Università Federale di Rio de Janeiro, il progetto urbano previsto per il Porto Maravilha fornirà eccellenti infrastrutture per l’area e “sarà effettivamente una città modello all’interno di Rio de Janeiro”.Entro la fine di quest’anno, il Centro di Valutazione Non Distruttiva (CAND) della Pontificia Università Cattolica di Rio, dovrebbe insediarsi nella zona portuaria, mentre l’Istituto Nazionale di Tecnologia (INT), che ha sede nella regione, sta valutando di costruire, in associazione con la Petrobras, un palazzo con laboratori di ricerca su materiali e corrosione, i cui studi si focalizzeranno sullo strato del cosiddetto pre-sal: strato geologico nel bacino di Santos in cui sono stati scoperti considerevoli giacimenti petroliferi.

lunedì 13 settembre 2010

Prosegue l’ascesa dell’economia brasiliana

Nel primo trimestre di quest’anno, l’economia brasiliana è cresciuta del 9% rispetto allo stesso periodo del 2009. Si tratta del miglior ritmo di espansione registrato dopo la crisi finanziaria del 2008 e della variazione positiva più notevole della serie storica iniziata nel 1996.

Anche i risultati relativi al consumo delle famiglie sono molto positivi: quest’ultimo ha infatti registrato un aumento del 9,3% nel primo trimestre del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009; in relazione al quarto trimestre dell’anno precedente, l’aumento è stato dell’1,5% e, rispetto ai 12 mesi precedenti, del 6,0%.
Per quanto riguarda il settore industriale, si riscontra che: paragonato al primo trimestre del 2009, è cresciuto del 14,6%, confrontato con il quarto trimestre dello stesso anno, del 4,2% e, rispetto ai 12 mesi precedenti, è rimasto invariato.
Relativamente al settore dei servizi, l’incremento è stato del 5,9%, rispetto al primo trimestre 2009, dell’1,9%, rispetto al quarto trimestre e del 3,6% rispetto ai 12 mesi precedenti. Anche il settore agricolo è cresciuto: del 5,1% nel primo trimestre 2010, in confronto con l’inverno 2009, del 2,7% in relazione al quarto trimestre dello scorso anno, mentre si è verificato un calo del 3,3% rispetto ai 12 mesi precedenti. Anche la spesa pubblica ha registrato una buona espansione: nel 2010, sempre secondo gli stessi termini di paragone - primo trimestre 2009, quarto trimestre 2009 e 12 mesi precedenti - è incrementata, rispettivamente, del 2,0%, dello 0,9% e del 3,1%. Sul fronte estero, anche esportazioni e importazioni di beni e servizi sono aumentate: rispettivamente, del 14,5% e del 39,5% rispetto al primo trimestre 2009 e dell’1,7% e del 13,1% a fronte dell’ultimo quadrimestre dello stesso anno. I dati relativi alle importazioni attestano che in Brasile vi è una grande domanda di beni e servizi provenienti dall’estero e, conseguentemente, che il Paese continua a rappresentare un eccellente mercato per le aziende che prevedono attività di export.

venerdì 10 settembre 2010

Brasile, cresce il reddito pro capite

Secondo il Ministro delle Finanze Guido Mantega, il reddito pro capite medio annuo dei cittadini brasiliani quest’anno potrebbe raggiungere i 10 mila dollari, una cifra sorprendente se si considera che, solo una decina di anni fa, era di circa 3 mila dollari.

In Brasile quindi, parallelamente all’aumento del livello di benessere sociale, è cominciata l’ascesa delle classi a basso reddito.
Il Ministro ha affermato: “è la solidità del mercato interno a aver dato impulso alla crescita del Brasile negli ultimi anni, permettendo al paese di uscire dalla crisi finanziaria internazionale piuttosto velocemente […] siamo sulla strada del benessere sociale. Attualmente vi è mobilità sociale in Brasile, cosa che non avviene in molti altri paesi. Ma abbiamo appena intrapreso questo cammino”. Mantega ha così voluto invitare alla prudenza, a tener presente che, malgrado il grande incremento, relativamente a questo ambito il Brasile rimane lontano dai numeri che si riscontrano nei paesi più sviluppati, dove il reddito si avvicina ai 30 mila dollari per abitante.
Si presume che il potere d'acquisto della classe intermedia supererà quest'anno il valore di 500 miliardi di dollari ed è molto probabile che la crescita dell’economia brasiliana superi il 7% e prosegua con un ritmo medio del 5,5% - 6% nei prossimi quattro anni.
Alla base della crescita vi sono gli ingenti investimenti predisposti dal governo, in particolare, il Ministro Mantega ha ricordato che sono stati investiti 120 miliardi di reais (circa 55 miliardi di euro) nel settore delle infrastrutture: “Oggi posso affermare che in Brasile abbiamo un ampio programma di investimenti. Abbiamo molti progetti in lista, il che facilita la nostra crescita”.Il buon andamento dell’economia brasiliana è testimoniato anche dal recente upgrade del Brasile nella scala di rischio della SACE che ha voluto premiare le politiche fiscali responsabili e l’impegno delle autorità nell’implementazione di riforme strutturali, ovvero quei provvedimenti che hanno consentito al Paese una crescita costante e sostenuta. La promozione alla categoria di rischio “bassa” avrà un impatto positivo sulle condizioni finanziarie che l’agenzia offrirà ai suoi clienti. Inoltre, l’offerta sarà presto arricchita dai cosiddetti “surety bonds”, strumenti che permetteranno alle imprese di partecipare alle gare d’appalto con le necessarie garanzie.

mercoledì 8 settembre 2010

Brasile, Lula approva il piano finanziario e normativo studiato per i mondiali di calcio 2014 e le Olimpiadi 2016

Al fine di favorire le opere indispensabili per la realizzazione dei mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016 in Brasile, il Presidente brasiliano Lula ha firmato un pacchetto che comprende anche le risorse finanziarie per la costruzione/ristrutturazione di porti ed aeroporti e che rivede i limiti di indebitamento dei comuni.

In tale occasione, alla fine del mese scorso, il Presidente brasiliano ha voluto rispondere alle critiche di coloro che lo accusano di ritardi nell’esecuzione dei lavori per le ristrutturazioni necessarie per la buona riuscita di questi grandi eventi sportivi, affermando che il Brasile ha già seguito in maniera opportuna il rito della scelta delle città che accoglieranno le partite dei mondiali.
I porti avranno un ruolo importante nell’ambito di questi eventi: il ministro Pedro Brito, della Segreteria Speciale dei Porti della Presidenza della Repubblica, ha sottolineato che gli investimenti nel settore hanno lo scopo di preparare i terminali portuali alla permanenza di navi passeggeri nelle città e, come ha commentato Brito, serviranno “da alternativa alla scarsità di hotel”. La cifra che il governo federale ha stabilito di destinare ai porti (di Salvador, Recife, Natal, Fortaleza, Santos, Rio de Janeiro e Manaus) ammonta a 740 milioni di Reais, circa 336 milioni di Euro. Altri 5,5 miliardi di Reais, circa 2,5 miliardi di Euro, sono previsti invece per le ristrutturazioni degli aeroporti di Belo Horizonte, Brasilia, Cuiabá, Curitiba, Fortaleza, Manaus, Natal, Porto Alegre, Recife, Rio de Janeiro, Salvador, Guarulhos (San Paolo) e Viracopos (Campinas). Infine, con la Legge di Responsabilità Fiscale, il governo ha modificato il limite di indebitamento di alcune delle 12 città che ospiteranno i mondiali, al fine di consentire il recupero delle risorse finanziarie e l’inizio dei lavori. Si tratta di una misura di legge contingente, studiata appositamente per la realizzazione dei progetti finalizzati alla realizzazione di questi eventi sportivi, al termine dei quali verrà ripristinata la normativa in vigore precedentemente.

lunedì 6 settembre 2010

Lula approva il progetto della diga amazzonica di Belo Monte

Il Governo brasiliano ha dato il via libera definitivo per la costruzione della diga idroelettrica di Belo Monte, sul fiume Xingu, in Amazzonia; malgrado le proteste degli ambientalisti e delle popolazioni indigene, che verranno spodestate delle loro terre a causa dei lavori.

A metà del mese scorso, ad Altamira, la cittadina che verrà in parte sommersa dal lago artificiale creato dalla diga, si sono riuniti i rappresentanti di oltre 27 gruppi etnici, attivisti di organizzazioni non governative e intellettuali. Gli oppositori protestano per i disagi che verranno provocati alle popolazioni indigene: a monte della diga molti quartieri di Altamira finiranno sott’acqua e 12.000 indigeni saranno costretti a spostarsi. Inoltre, lo sbarramento lascerà le comunità locali senz’acqua, privandole della loro principale via di comunicazione e danneggiando gravemente la loro economia, basata principalmente sulla pesca.
Eletrobras, l’azienda elettrica statale brasiliana a capo del progetto sostiene invece che la diga non avrà impatti negativi: Valer Cardeal, direttore dell’ingegneria di tale ente, ha dichiarato che la riduzione del livello del fiume non sarà tale da compromettere la pesca, che le persone evacuate verranno risarcite e che le comunità indigene ne trarranno persino dei vantaggi. Cardeal sostiene che ad Altamira miglioreranno i servizi sanitari, le scuole e la sicurezza territoriale e che gli abitanti della zona lasceranno le loro bidonvilles in cambio di case migliori.
Si stima che il progetto porterà alla costruzione della terza diga idroelettrica al mondo, dopo quella delle Three Gorges in Cina e di quella di Itaipù, sempre in Amazzonia; la diga sarà realizzata entro il 2014, fornirà 11.000 MW di energia idroelettrica e costerà 17 miliardi di dollari.
Attualmente, in Amazzonia, sono in corso investimenti pari a circa 30 miliardi di dollari per la costruzione di dighe, strade, oleodotti e reti elettriche.

giovedì 2 settembre 2010

Brasile, grazie al “boom” e alla “nuova mentalità” meno ostacoli per le startup

Le startup brasiliane – imprese di recente costituzione, spesso basate su servizi forniti via internet – oggi possono finalmente godere di un clima molto più favorevole rispetto al passato e rappresentano un’importante fetta del successo economico del Brasile.

Solo un decennio fa banche, fondi privati e capitalisti di ventura brasiliani non erano disposti a correre il rischio di investire su “qualcuno alle prime armi”, pertanto riuscire a ottenere finanziamenti per l’avvio di un’attività era estremamente complicato per i giovani imprenditori.
Affinché la cultura del capitalismo di ventura - dell’investire denaro in più piccole imprese nella speranza che anche solo una di queste arrivi al successo - prenda piede anche in Brasile, oltre alle adeguate condizioni economiche, è necessario un cambio di mentalità. Fortunatamente, l’economia brasiliana vanta già una situazione economica piuttosto positiva che si suppone possa ulteriormente migliorare negli anni a venire: tale contesto non può che contribuire a infondere fiducia a imprenditori e investitori e rappresenta, quindi, un terreno fertile per tale cambio di mentalità.
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che quest’anno l’economia brasiliana – attualmente l’ottava al mondo – crescerà del sette per cento, e che manterrà tale andamento per almeno un decennio. Le ragioni sono molteplici: la grande disponibilità di risorse naturali, un governo stabile, un settore bancario evoluto e una classe media che si sta ampliando, che è intenzionata ad aumentare il proprio livello di benessere e, quindi, a consumare di più.
Un altro fattore importante è l’attenzione rivolta ai progetti innovativi: il governo brasiliano sta investendo cifre notevoli - l’uno per cento del prodotto interno lordo ogni anno - in ricerca e sviluppo e ha predisposto finanziamenti per lo sviluppo di tecnologie di livello mondiale in diversi settori.
Il meccanismo va perfezionato, in quanto sono presenti inefficienze a livello burocratico e barriere per l’accesso delle aziende medio piccole che rendono difficoltoso muoversi senza una discreta conoscenza del mercato interno e dei suoi regolamenti. I piccoli imprenditori non hanno ancora acquisito la mentalità e le competenze necessarie per lavorare in collaborazione con banche e grossi uomini d’affari. Inoltre, persiste il problema delle tasse sulle imprese, che in Brasile sono tra le più alte al mondo. Per queste ragioni anche se quelli che riescono ad emergere sono molti rispetto al passato e al resto del mondo, sono ancora pochi rispetto a quanti sono coloro che tentano.
Tuttavia, è bene tener presente che, per il secondo anno consecutivo, il Brasile è stato il secondo paese, dopo la Cina, per quantità di denaro investito dall’estero. Inoltre, mentre il mercato in Asia inizia a saturarsi, quello brasiliano è solo all’inizio e rappresenta una grande opportunità per quegli investitori che sono disposti a puntare “sulla novità” e ad aspettare con pazienza e fiducia l’arrivo degli utili.