Italia e Brasile hanno già avviato progetti concreti per la realizzazione di soluzioni innovative relativamente al segmento dell’ automobile elettrica, da molti considerata ormai come una delle possibili risposte alla crisi mondiale del settore automobilistico.
In Italia, per la prima volta, la questione è oggetto di una ricerca condivisa che coinvolge anche istituzioni e centri universitari - oltre ai principali brand dell’automotive – per un totale diciassette soggetti, tutti altamente qualificate in settori diversi. L’iniziativa è stata avviata da Assoknowledge, un’ associazione legata a Confindustria, e dall'Associazione tecnica dell'automobile (Ata).
Le grandi aziende del settore - come Fiat, Pininfarina, Piaggio, Eni, Enel, Politecnico di Milano e di Torino, Grembo - hanno compreso la necessità di trovare soluzioni condivise da tutti al fine di evitare la dispersione di risorse in tanti piccoli progetti di ricerca separati. Inoltre, i progetti su larga scala favoriscono l’accesso ai contributi europei previsti appositamente per tale settore.
Per quanto riguarda il Brasile, l’imprenditore 54enne Eike Batista, ha programmato di investire un miliardo di dollari per la creazione e la produzione di un nuovo modello di auto elettrica e ha affermato che si impegnerà nella realizzazione di un impianto che sarà in grado di sfornare 100 mila vetture all’anno. Tale impianto sarà situato nei pressi del Superporto do Açu, un grande polo industriale in fase di costruzione, che si trova a nord dello stato di Rio de Janeiro, zona molto favorevole da un punto di vista logistico: la presenza di due importanti acciaierie porterà ad un risparmio di circa 200 dollari nella produzione di ogni singolo mezzo. Lo stabilimento non ha ancora un nome definito, ma l’imprenditore ha già suggerito che possa essere chiamato FBX: “Fabbrica Brasiliana di Automobili”, con l’aggiunta della lettera X, presente in tutte le sue imprese.Nonostante lo scarso entusiasmo con cui il presidente Lula, ha accolto il progetto, il magnate brasiliano, fermamente convinto dell’interesse che il mercato dimostrerà verso i nuovi modelli: “Chi spende R$ 200 al mese in benzina, con un’auto elettrica, caricandolo alla rete, spenderà meno di R$ 20. Il problema oggi è che il costo iniziale per l'acquisto della vettura è ancora alto, ma il prezzo delle batterie sta precipitando. Stiamo assistendo ad una rivoluzione in corso in questo settore”, ha affermato Batista, che sta cercando di coinvolgere nel progetto alcune delle più importanti aziende del settore, sia europee (Fiat compresa) sia nipponiche, che abbiano già know-how ed esperienza nel settore. Tuttavia, sarà l’azienda di Batista, la LLX, a produrre la nuova automobile: “la nostra sarà una fabbrica nazionale con know-how straniero”.
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