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giovedì 2 settembre 2010

Brasile, grazie al “boom” e alla “nuova mentalità” meno ostacoli per le startup

Le startup brasiliane – imprese di recente costituzione, spesso basate su servizi forniti via internet – oggi possono finalmente godere di un clima molto più favorevole rispetto al passato e rappresentano un’importante fetta del successo economico del Brasile.

Solo un decennio fa banche, fondi privati e capitalisti di ventura brasiliani non erano disposti a correre il rischio di investire su “qualcuno alle prime armi”, pertanto riuscire a ottenere finanziamenti per l’avvio di un’attività era estremamente complicato per i giovani imprenditori.
Affinché la cultura del capitalismo di ventura - dell’investire denaro in più piccole imprese nella speranza che anche solo una di queste arrivi al successo - prenda piede anche in Brasile, oltre alle adeguate condizioni economiche, è necessario un cambio di mentalità. Fortunatamente, l’economia brasiliana vanta già una situazione economica piuttosto positiva che si suppone possa ulteriormente migliorare negli anni a venire: tale contesto non può che contribuire a infondere fiducia a imprenditori e investitori e rappresenta, quindi, un terreno fertile per tale cambio di mentalità.
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che quest’anno l’economia brasiliana – attualmente l’ottava al mondo – crescerà del sette per cento, e che manterrà tale andamento per almeno un decennio. Le ragioni sono molteplici: la grande disponibilità di risorse naturali, un governo stabile, un settore bancario evoluto e una classe media che si sta ampliando, che è intenzionata ad aumentare il proprio livello di benessere e, quindi, a consumare di più.
Un altro fattore importante è l’attenzione rivolta ai progetti innovativi: il governo brasiliano sta investendo cifre notevoli - l’uno per cento del prodotto interno lordo ogni anno - in ricerca e sviluppo e ha predisposto finanziamenti per lo sviluppo di tecnologie di livello mondiale in diversi settori.
Il meccanismo va perfezionato, in quanto sono presenti inefficienze a livello burocratico e barriere per l’accesso delle aziende medio piccole che rendono difficoltoso muoversi senza una discreta conoscenza del mercato interno e dei suoi regolamenti. I piccoli imprenditori non hanno ancora acquisito la mentalità e le competenze necessarie per lavorare in collaborazione con banche e grossi uomini d’affari. Inoltre, persiste il problema delle tasse sulle imprese, che in Brasile sono tra le più alte al mondo. Per queste ragioni anche se quelli che riescono ad emergere sono molti rispetto al passato e al resto del mondo, sono ancora pochi rispetto a quanti sono coloro che tentano.
Tuttavia, è bene tener presente che, per il secondo anno consecutivo, il Brasile è stato il secondo paese, dopo la Cina, per quantità di denaro investito dall’estero. Inoltre, mentre il mercato in Asia inizia a saturarsi, quello brasiliano è solo all’inizio e rappresenta una grande opportunità per quegli investitori che sono disposti a puntare “sulla novità” e ad aspettare con pazienza e fiducia l’arrivo degli utili.

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