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martedì 31 agosto 2010

In Brasile e in Asia cresce la domanda di macchine per la lavorazione del legno

Il Brasile, unitamente ai mercati asiatici emergenti, rappresenta un eccellente mercato di sbocco per le aziende esportatrici dei complessi macchinari utilizzati per la lavorazione del legno presenti nel nostro Paese, a patto che vengano ampliate le dimensioni delle sue Pmi.

L’Italia è uno dei leader mondiali nel settore della meccanica al servizio della lavorazione del legno: il Bel paese infatti conta 300 aziende e 100.000 addetti del settore, con una quota di mercato del 17% - inferiore solo a quella della Germania che vanta il 29% – relativamente a un business che vale 5 miliardi di euro.
Nel secondo trimestre 2010 gli ordini di macchinari provenienti dall'estero hanno registrato un incremento tendenziale del 63,6% rispetto allo stesso periodo del 2009 e le commesse italiane sono cresciute dell'83,3%.
Il Brasile, pur essendo uno stato ricco di fattori produttivi come la terra e la mano d’opera, e pur vantando costi di produzione ancora piuttosto bassi rispetto a quelli delle grandi potenze mondiali, è carente nella maggior parte dei settori che hanno bisogno di grandi investimenti in tecnologia, come per esempio, nei settori di automazione industriale della plastica, del lavoro in pietra e anche del legno. Tale contesto quindi rappresenta una grande opportunità per gli investitori e gli esportatori italiani del settore del legno e non solo.
I valori emersi da una recente indagine dell'Acimall - l'associazione dei costruttori di macchine e accessori per la lavorazione del legno, che raggruppa 206 aziende (il 90% della produzione) – dimostrano che la capacità di competizione delle Pmi italiane è molto positiva nel settore. Tuttavia, come ha ricordato Paolo Zanibon, direttore generale Acimall, la meccanica strumentale ha subito un pesante crollo nel corso del 2009 dove la produzione è scesa del 45% e questo – ha affermato Zanibon - “spiega perché la prudenza resta obbligatoria: primo, non possiamo pensare che la crisi sia finita. Secondo, le performance non sono sufficienti a riportare il settore ai livelli pre-crisi”. Inoltre, sebbene i principali mercati si stiano riattivando, “dalla Cina all'India, dall'America latina al Brasile passando per Francia, Inghilterra, Austria e
paesi scandinavi”, permane l'incertezza a livello globale: una situazione “che rallenta la propensione agli investimenti. Le nostre aziende si stanno sempre più orientando verso una produzione di alto livello tecnologico, customizzata sulle esigenze dei clienti. Sono macchinari speciali che si gioverebbero di un clima di maggiore stabilità e certezza”.Zanidon asupica una trasformazione del sistema e invita gli associati dell’Acimall ad ampliare le dimensioni delle loro aziende, che attualmente contano in media 20 addetti (contro i 40 delle aziende tedesche, per favorirne la competitività sui mercati globali.

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