Gli investitori stranieri sono attratti dalla “solidità” del settore e puntano sull’investimento a lungo termine per elevare i margini di ritorno finanziario
Nel settore forestale brasiliano sono previsti fino a 14 miliardi di reais (7 miliardi €) di investimenti diretti fino al 2014. Gli investitori esteri, sempre più attratti dalla solidità di questo tipo di investimento, probabilmente forniranno almeno il 30% del totale.
Secondo uno studio dell’agenzia di consulenza specializzata Consufor, che si basa sulle negoziazioni in corso e le consulenze dirette degli interessati, scommette che già solo la piantumazione di nuovi arbusti garantirà al settore forestale un contributo di 5 miliardi di reais, circa 2,3 mld €, nei prossimi 3 anni.
Gli stranieri puntano sull’investimento a lungo termine per diversificare il portafoglio, ridurre i livelli di rischio ed elevare i margini di guadagno. I principali gestori dell’area gestiscono i fondi di grandi banche e compagnie di assicurazione internazionali, posseggono 500 mila ettari di foresta di pini e eucalipti in Brasile, soprattutto nel Sud. Le imprese nazionali come Florestal Brasil, GMR, Claristal e Vale Florestal si danno da fare per garantirsi uno spazio e per difendersi dalla concorrenza estera.
I fondi nazionali guardano a questo tipo di coltura per generare contratti di recupero di aree degradate e recupero forestale. La domanda di cellulosa, carta, siderurgia e pannelli di legno è in aumento.
Per quanto le imprese siano entusiasmate da questo scenario positivo e dalle buone prospettive a lungo termine, mostrano però preoccupazioni relativamente al dibattito sulla riforma del Codice Forestale Brasiliano, in vigore dal 1965, e riguardo alla possibile limitazione dell’acquisto di terre da parte degli stranieri: un mese fa, Guillherme Cassel - ministro dello Sviluppo Agricolo - ha affermato che il governo sta considerando di estendere i controlli, fino a revocare la titolarità di aree in possesso di stranieri. Inoltre, questioni come la classificazione dell’uso del suolo e la mancanza di titolarità degli immobili rurali potrebbero frenare ulteriormente le attività degli investitori. Tuttavia, in vista dell’ampliamento degli affari, sono state ideate delle opzioni considerate attraenti per i nuovi investitori, come la creazione di società ad hoc tra gli investitori e le industrie tradizionali, che eliminerebbe gli intermediari.
Il processo di concessione delle foreste pubbliche da parte del governo federale, il cui potenziale raggiunge i 6,5 milioni di ettari delle aree native del paese, funziona come una potente calamita per i gestori di attivi. Gli stranieri vedono molte opportunità in questa operazione, che permette l’affitto di foresta per 40 anni.
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