Il gigante sudamericano è indubbiamente uno dei motori della ripresa mondiale, ma il recente sondaggio della Morningstar rivela che i gestori sono in disaccordo sulle prospettive future
Negli ultimi anni, grazie ai bassi tassi d’interesse e al facile accesso al credito, la classe media brasiliana è quasi raddoppiata. Anche il salario medio è aumentato ed è molto probabile che questi elementi porteranno ad un massiccio incremento delle vendite retail, della produzione industriale e del mercato immobiliare.
La prova di tali cambiamenti è riscontrabile nei ribilanciamenti che l’indice Msci Brazil ha effettuato negli ultimi anni relativamente all’economia carioca. Il benchmark ha infatti aumentato molto l’esposizione verso il settore finanziario e industriale, a scapito delle commodity e dei titoli telecom.
Sono state le azioni domestiche il traino del 2009 (+128%, in dollari, per l’indice Msci Brazil), si legge in una recente nota della Morningstar - società leader nella fornitura di ricerche finanziarie indipendenti – che ha predisposto un sondaggio destinato a diversi gestori per avere una panoramica delle previsioni relative all’andamento del mercato brasiliano nella seconda metà del 2010 e nel corso del 2011. Dal sondaggio sono emerse previsioni discordanti.
Se si confronta il Brasile con gli altri principali Paesi in via di sviluppo si possono trovare diversi vantaggi per gli investitori. Oltre a poter vantare un mercato diversificato, il gigante verdeoro presenta una forte stabilità politica. Per giunta, il Brasile ha sofferto molto meno la crisi finanziaria sorta nel 2008 e ha recuperato più velocemente, continua la nota Morningstar.
Recentemente, le banche brasiliane hanno attratto molti gestori: Howard Appleby, di Harbor International, ha affermato che le grandi banche, per il lungo termine, sono in grado di offrire interessanti opportunità di crescita, dati i bassi tassi d’interesse.
Anche il settore immobiliare e quello delle infrastrutture presentano notevoli potenzialità: Will Landers, di BlackRock, punta ai costrutturi di case, anche perché un eventuale aumento dei tassi d’interesse non influirebbe particolarmente su questo settore.
Jose Costa Buck, un altro gestore intervistato da Morningstar, scommette invece sulle aziende retail, che beneficeranno della crescita della classe media brasiliana.
Ci sono però dei gestori che non hanno una visione così positiva del futuro verdeoro. Anzi, credono che il mercato abbia già corso troppo e che molti titoli siano sopravvalutati.
Per chi avesse intenzione di investire in Brasile, le opzioni non mancano: grazie alla popolarità dei giganti che operano nel settore delle materie prime il Brasile è oggi uno dei Paesi che più pesano in ogni portafoglio dedicato ai mercati emergenti. Mediamente arriva al 16% nei comparti emerging markets e raggiunge anche il 70% nei fondi dedicati alla sola America latina. Anche per gli investitori italiani vi sono diverse opportunità, a cominciare dagli Etf quotati a Piazza Affari: Amundi Etf Msci Brazil, Db X-Tracker Msci Brazil, iShares Msci Brazil (tutti e tre in perdita di circa 3 punti percentuali da inzio anno; dati in euro al 9 agosto) e Lyxor Etf Brazil, che replica l’indice Bovespa (+2,9% da inizio anno).
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