Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative al Brasile

giovedì 28 febbraio 2013

Export alimentare: slalom tra le norme in Brasile

I produttori italiani in difficoltà ad esportare nei paesi Bric a causa dell’articolato sistema normativo.

I gusti alimentari delle economie emergenti stanno cambiando rapidamente e il cibo made in Italy è ormai diventato per molti uno status. Le difficoltà per i produttori italiani a raggiungere questi paesi aumentano non sono però poche, anzi. Certificazioni, documenti di salubrità degli stabilimenti produttivi, etichettature obbligatori si sono, negli ultimi anni, moltiplicati. I principali ostacoli all’export sono i sistemi di autorizzazioni frammentari (federali, statali e municipali), le restrizioni sanitarie introdotte senza adeguato preavviso, gli alti tassi di corruzione interna e le carenze dei canali distributivi, spesso insufficienti a garantire appropriati livelli di conservazione e trasporto dei prodotti alimentari.
Caso esemplificativo, il Brasile. Qui servono dichiarazione doganale, fattura proforma e quella commerciale. Di quest’ultima ne servono 2-3-5 copie (a seconda delle fonti di riferimento), possibilmente in portoghese (in alternativa francese, spagnolo, inglese) che descrivano dettagliatamente la merce, il Paese di acquisizione e di origine. La mancanza di un testo di riferimento ufficiale e la presenza di zone franche come Manaus Amazonas in cui i requisiti possono variare, complica ulteriormente le operazione di esportazione. Complessa è poi la normativa sulle etichette, in particolare in riferimento al calcolo energetico dei valori nutrizionali, che non possono essere arrotondati. Ulteriori restrizioni per alcuni prodotti particolari, come i salumi, per cui è richiesto un processo di cottura o di stagionatura superiore ai 10 mesi, che, di fatto, solo il Prosciutto di Parma e il San Daniele riescono a rispettare.

giovedì 21 febbraio 2013

Sorin compra in Brasile

La società italiana leader nell’ambito dei dispositivi medicali annuncia l’acquisto della brasiliana Arcad.

Sorin Group consolida la propria presenza nel mercato globale della cardiochirurgia. L’Italiana Sorin ha acquistato l’Arcad Industria Mecanica Ltda, leader nella produzione di dispositivi medicali per la cardiochirurgia. L’annuncio è stato ufficializzato negli scorsi giorni ma il prezzo non è stato comunicato. Tuttavia la società italiana, in una nota ha sottolineato "non risulta significativo un confronto con l'attuale capitalizzazione di Borsa di Sorin Group o altri significativi parametri finanziari".
Alcard vanta di prodotti approvati da ANVISA, l’Agenzia nazionale brasiliana di vigilanza per la sanità. L’acquisizione è significativa non tanto sotto l’aspetto finanziario si con riferimento al controvalore de dell’operazione che al giro d’affari della società acquisita, bensì per la valenza strategica. Rappresenta infatti un importante accesso ai mercati del Brasile e dell’America Latina in forte sviluppo. Come sottolinea infatti il Presidente di Sorin Group, Michel Darnaud, “quest’operazione è pienamente in linea con il Piano Strategico di Sorin Group volto ad accelerare la crescita attraverso l’espansione geografica”

martedì 19 febbraio 2013

Brasile-Russia: una nuova stagione di collaborazione

Dal 20 al 22 febbraio il primo Ministro russo sarà in visita in Brasile. Previsti importanti accordi e contratti commerciali.

Se la Russia chiama, il Brasile risponde. E proprio dal paese sudamericano parte in questi giorni il tour latino americano del primo ministro russo Dmitry Medvedev. In agenda cooperazione militare e nucleare, oltre a numerosi accordi intergovernativi e fino a cinque contratti nei settori di metallurgia, medicina e industria hi-tech. Secondo fonti locali inoltre, la Russia spererebbe di aggiudicarsi una gara d’appalto per la costruzione di quattro centrali nucleari in Brasile fino al 2030 ed espandere la cooperazione tecnico-militare con il paese carioca.
Brasile e Russia hanno già in comune un programma bilaterale di cooperazione. All’inizio di febbraio è stata data comunicazione di un accordo, in procinto di essere siglato, sulla fornitura di complessi missilistici antiaerei “Pancir” e complessi missilistici terra-aria “Igla”. Lo scorso dicembre durante i negoziati tra i due leader Vladimir Putin e Dilma Roussef sono state gettate le basi per nuove possibilità di interazione commerciale. Le prospettive di sviluppo comune sono quindi ampie, come conferma il direttore dell’Istituto per l’America Latina dell’Accademia russa delle scienze, Vladimir Davydov che dichiara: “Credo vi siano prospettive di collaborazione per quanto riguarda l’energia atomica per uso pacifico e anche nell’ambito spaziale. Penso che la Russia possa offrire al Brasile i suoi servizi ingegneristici, mentre il Brasile può fare altro in altri settori. Possiamo completarci vicendevolmente”.

venerdì 15 febbraio 2013

Il Brasile potenzia le infrastrutture

Nuovi investimenti governativi per aeroporti, ferrovie e rete stradale.

In vista delle Olimpiadi e dei Mondiali di Calcio previsti nei prossimi anni, il Brasile non vuole farsi cogliere impreparato e annuncia grandi investimenti nella rete delle infrastrutture interne. Nelle scorse settimane, la Presidente Dilma Roussef ha approvato un ambizioso piano di modernizzazione aeroportuale che prevede investimenti pubblici pari a 3.650 milioni di USD  che si concentreranno inizialmente su 270 dei 689 aeroporti del paese. In base a quanto riferito dalla Segreteria dell’Aviazione Civile carioca, Wagner Bittencourt, è prevista anche la concessione a privati dei terminali di Rio de Janeiro e Belo Horizonte a cui si destineranno rispettivamente 3.300 milioni e 2.400 milioni di USD.
Ma si punta anche ai collegamenti via terra. Approvata infatti dalla Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale del Brasile (BNDES),  una linea di credito di circa 2. 630 milioni di USD per un treno ad alta velocità che collegherà le due grandi metropoli di Rio de Jainero e San Paolo. Il cofinanziamento avrà durata trentennale e prevede la realizzazione di 511 KM di binari.
Il miglioramento del comparto infrastrutturale non è un obiettivo nuovo e i recenti finanziamenti si aggiungono a quelli elargiti negli scorsi anni per la rete stradale e ferroviaria (66.500 milioni di USD) e per il settore portuale (circa 26.000 milioni di USD).

martedì 5 febbraio 2013

Barilla: la nuova frontiera è il Brasile

Il gruppo alimentare sbarca in America Latina e i ricavi previsti dai paesi emergenti balzano al 20%.

Con i suoi 200 milioni di abitanti, di cui 30 milioni di origine italiana, il Brasile è la meta perfetta per i prossimi investimenti della Barilla. Come afferma il vicepresidente Paolo Barilla «Il Brasile rappresenta un capitolo nuovo su cui abbiamo deciso di puntare con decisione. Una realtà vicina per affinità di gusto e con una tradizione della pasta già consolidata. Rappresenta un mercato in salute dove si respira grande entusiasmo, elemento che manca da alcuni anni in altre economie. Per cui, dopo un periodo che ci è servito per prendere confidenza e maturare esperienza, investiremo destinando risorse per la crescita su linee interne, per finanziare e spingere i nostri prodotti puntando sulla distribuzione e dando loro visibilità. Contiamo di poter avere, nei prossimi dieci anni, una presenza importante ». Grazie al Brasile, il gruppo di Parma conta infatti di proiettare, entro il 2020, i ricavi dai paesi emergenti dall’attuale 5% al 20%. L’annuncio l’ha dato il nuovo amministratore delegato Claudio Colzani all’indomani del suo insediamento a Parma. Altra decisione, quella di rivedere la strategia del gruppo, tagliando marchi e asset per concentrarsi sul core business: la pasta, “la cosa che sappiamo fare meglio” come amano ripetere i fratelli Barilla. Oggi la multinazionale di Parma controlla 43 stabilimenti, (di cui 30 all’estero) e ogni anno produce circa un milione di tonnellate di pasta che commercializza in oltre 100 Paesi. Sebbene il 57% del fatturato provenga dal mercato estero, il gruppo non intende trascurare quello domestico poiché, come precisa Paolo Barilla, “l'identità aziendale nasce sempre dall'essere forti in Italia: se ci troviamo bene qua, andiamo fuori con più fiducia”.

lunedì 4 febbraio 2013

Peugeot è made in Brasile

Il gruppo PSA avvia la produzione della Peugeot 208 nel centro di Porto Real, in Brasile.

Investimenti di oltre 305 milioni di euro per un nuovo modello e l’ampliamento del centro di produzione. Questa la strategia di internazionalizzazione del gruppo Psa Peugeot-Citroen nell’economia verde-oro.
All’inaugurazione dello stabilimento che a pieno regime raggiungerà i 220.000 veicoli l’anno contro gli attuali 150.000, erano presenti Thierry Peugeot, presidente del consiglio di sorveglianza, Philippe Varin, presidente del direttorio, Carlos Gomes, direttore dell'area America Latina e Sergio Cabral, governatore dello Stato di Rio de Janeiro. Il nuovo veicolo, la Peugeot 208, già prodotto in Europa, è stato adattato dagli ingegneri e designer del Latin America Tech Center, il centro di Ricerca & Sviluppo locale del Gruppo, alle condizioni di circolazioni locali, in particolare equipaggiandolo con motori flex fuel, in grado di utilizzare sia benzina che bioetanolo prodotto in loco.
La vocazione mondiale della produzione Peugeot si rivela sempre più evidente: se lo scorso anno il gruppo ha realizzato il 38% delle vendite in paesi extraeuropei, entro il 2015 punta ad arrivare alla soglia del 50%. E un ruolo fondamentale lo ricopre il Brasile, dove Peugeot-Citroen è presente dal 2001. Come dichiara infatti, Philippe Varin, “Quello brasiliano e' un mercato-chiave nella nostra strategia di internazionalizzazione. Il lancio locale della Peugeot 208 e' un ottimo progetto e sono certo che sarà un grande successo".