Il gruppo alimentare sbarca in America Latina e i ricavi previsti dai paesi emergenti balzano al 20%.
Con i suoi 200 milioni di abitanti, di cui 30 milioni di origine italiana, il Brasile è la meta perfetta per i prossimi investimenti della Barilla. Come afferma il vicepresidente Paolo Barilla «Il Brasile rappresenta un capitolo nuovo su cui abbiamo deciso di puntare con decisione. Una realtà vicina per affinità di gusto e con una tradizione della pasta già consolidata. Rappresenta un mercato in salute dove si respira grande entusiasmo, elemento che manca da alcuni anni in altre economie. Per cui, dopo un periodo che ci è servito per prendere confidenza e maturare esperienza, investiremo destinando risorse per la crescita su linee interne, per finanziare e spingere i nostri prodotti puntando sulla distribuzione e dando loro visibilità. Contiamo di poter avere, nei prossimi dieci anni, una presenza importante ». Grazie al Brasile, il gruppo di Parma conta infatti di proiettare, entro il 2020, i ricavi dai paesi emergenti dall’attuale 5% al 20%. L’annuncio l’ha dato il nuovo amministratore delegato Claudio Colzani all’indomani del suo insediamento a Parma. Altra decisione, quella di rivedere la strategia del gruppo, tagliando marchi e asset per concentrarsi sul core business: la pasta, “la cosa che sappiamo fare meglio” come amano ripetere i fratelli Barilla. Oggi la multinazionale di Parma controlla 43 stabilimenti, (di cui 30 all’estero) e ogni anno produce circa un milione di tonnellate di pasta che commercializza in oltre 100 Paesi. Sebbene il 57% del fatturato provenga dal mercato estero, il gruppo non intende trascurare quello domestico poiché, come precisa Paolo Barilla, “l'identità aziendale nasce sempre dall'essere forti in Italia: se ci troviamo bene qua, andiamo fuori con più fiducia”.
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