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mercoledì 22 settembre 2010

Il Brasile sviluppa il trasporto su acqua

Il Governo brasiliano intende investire nel trasporto su acqua e ha disposto che venga rivisto il Piano Generale delle Concessioni elaborato dall’Antaq - Agenzia Nazionale di Trasporti su Acqua - al fine di includervi una dettagliata analisi dei canali d’acqua dolce.
Il piano, lanciato un anno e mezzo fa, si proponeva solo di identificare le opportunità per la costruzione di terminal portuari. Ora l’idea è di verificare, nei prossimi 12 mesi, se vi siano le condizioni per costruire alcuni porti anche nei principali fiumi del paese.
In particolare, come è stato reso noto dall’Antaq, il governo si propone di favorire il trasporto dei prodotti agricoli (soprattutto sementi) dall’entroterra verso la costa, per ridurre così la dipendenza del trasporto su gomma, soluzione più costosa e con un maggior impatto dal punto di vista ambientale: con la realizzazione di tali opere portuali, si potrebbe ridurre in media il 30% del costo del nolo delle merci rispetto a quello su gomma e, quanto alle emissioni nocive, le imbarcazioni emettono circa il 68% di anidride carbonica in meno dei camion.
Sono già stati identificati otto corridoi di grande importanza nei fiumi Tucurui, Madeira, Teles Pires-Tapajos, São Francisco, Tiete-Parana e Parnaiba e Jacui-Picui, oltre alla Lagoa dos Patos.
Come ha affermato Fernando Fialho, presidente dell’Antaq, sulla base dell’analisi che verrà effettuata, i porti potranno essere concepiti per il trasporto di grandi volumi di carico di merci o per quello di persone: “come appare evidente dal piano, se anche alcuni porti non fossero redditizi dal punto di vista del trasporto delle merci, il governo investirebbe denaro pubblico per la realizzazione di porti per il trasporto dei passeggeri”. Sempre secondo Fialho, la priorità è aumentare l’efficienza e la capacità operativa dei porti già esistenti.
Attualmente i trasporti brasiliani vengono effettuati su strada per il 60%, su rotaia per il 27% e solo per il 13% su acqua: il governo brasiliano si propone di elevare quest’ultima quota al 29% entro il 2025.

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