Lo scorso 31 ottobre Lula ha stravinto, “attraverso l’erede Rousseff”, le elezioni brasiliane, mentre il presidente statunitense è uscito profondamente sconfitto dalle elezioni legislative di metà mandato dello scorso 2 novembre.
Tuttavia, malgrado i differenti risultati elettorali registrati di recente, Lula e Barak Obama presentano anche molte caratteristiche comuni.
Entrambi sono stati eletti - Lula nel 2002 e Obama nel 2008 - come candidati del cambiamento e della speranza; infatti, durante le rispettive campagne, entrambi hanno raccolto il sostegno popolare su larga scala, soprattutto da parte dei giovani elettori. Inoltre, sia il Presidente brasiliano, sia quello statunitense, possono essere considerati, dal punto di vista dei consueti processi politici dei rispettivi paesi, degli outsider: Lula era il primo presidente con un background operaio e Obama era il primo presidente afro-americano degli Stati Uniti. In nessuno dei due casi il presidente aveva un sostegno certo in parlamento, infatti sia Lula, sia Obama hanno dovuto accettare “compromessi politici”.
In entrambi i casi la priorità per i neo-eletti era quella di impedire che la situazione economica negativa di partenza minacciasse la realizzazione dei loro piani: Lula temeva un’inflazione incontrollata e l’allontanamento degli investitori; Obama voleva evitare il collasso delle banche e l’aumento della disoccupazione. Sia in Brasile, sia negli Stati Uniti si è deciso di far fronte a tali problemi attraverso provvedimenti di stampo «neoliberal» e di affidare la gestione del settore economico delle amministrazioni ad esperti piuttosto conservatori. Un approccio che sembrava l’unica soluzione possibile, almeno in un primo momento di transizione, ma che non soddisfava una larga fetta della loro base elettorale, come gli intellettuali di punta della sinistra e i leader dei movimenti sociali.
La reazione di Lula, così come quella di Obama, è stata quella di enfatizzare gli svariati programmi da loro realizzati per migliorare le condizioni socio-economiche degli strati più poveri della popolazione, come la campagna contro la fame nel caso del Brasile e la riforma sanitaria in quello degli Usa. Tuttavia, di fatto, le situazioni dei due Paesi presentano una grande differenza: l’andamento dell’ economia brasiliana durante il Governo Lula è migliorata notevolmente, mentre quella degli Usa è andata peggiorando. Evidentemente, il carisma di Obama e i vari provvedimenti positivi attuati dal suo esecutivo, non sono stati sufficienti per far fronte ad una situazione strutturale complessiva talmente negativa da far passare in secondo piano - se non, addirittura, da far sottostimare -le sue capacità di politico.
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