Tra i Paesi appartenenti al G-20, il Brasile è quello che intende stanziare il maggior volume di investimenti per lo sviluppo dei settori prioritari, come quello delle infrastrutture.
L'America latina è uscita pressoché indenne dalla più grave crisi dell'economia mondiale dalla Grande depressione. Quest’anno infatti è prevista una crescita del 7,5% per il Brasile, dell’8% per il Cile e del 10% per il Perù: questi Paesi, negli anni precedenti alla crisi del 2008, hanno saputo porre le basi per la stabilità macroeconomica, provvedendo a mantenere basso il debito pubblico e controllando l’inflazione. Grazie a tali provvedimenti, l’impatto della crisi globale non è stato avvertito a livello finanziario, ma solo in ambito commerciale, a causa della riduzione degli scambi internazionali; calo che è stato, tuttavia, ovviato dalla grande domanda di materie prime dall'Asia, che ha dato un notevole contributo alla crescita.
Il buon andamento dell’economia però, ha portato anche problemi nuovi per questi Paesi, in cui il continuo arrivo di denaro deve essere controllato, al fine di evitare un rapido apprezzamento del cambio che può comportare una minor competitività e la crescita di bolle speculative.
Dal punto di vista fiscale, il colosso latinoamericano, in occasione del G-20 di Seul, si è assunto l’impegno di raggiungere un avanzo primario equivalente al 3,3% del Pil dal 2011 al 2013, argomentando che tale saldo sarà possibile grazie alla riduzione dell’indebitamento pubblico netto al 30,8% entro il 2013. Quanto ai rischi legati all’apprezzamento artificiale della moneta, il Brasile ha sottolineato che si avvarrà di strumenti “macroprudenziali”, ossia di misure atte al controllo dei capitali; infine, per migliorare la competitività dell’industria nazionale il Brasile ha puntato sul settore delle infrastrutture e intende promuovere soprattutto quelle che favoriscono una crescita “solida, sostenibile ed equilibrata” nel medio periodo, con particolare attenzione per quelle che promuovono l’integrazione regionale (per esempio nei trasporti, che miglioreranno il sistema logistico del Paese, attualmente ancora inadeguato).
A questo proposito, il settore privato, come ha fatto notare il presidente della Banca interamericana di sviluppo (Idb), Luis Alberto Moreno, può giocare un ruolo primario; visto l’interesse crescente per l'area, che caratterizza anche le imprese italiane, l’Idb ha firmato un accordo con Intesa Sanpaolo per cofinanziare progetti infrastrutturali pubblici e privati e per sostenere le Pmi italiane che vogliono investire in America latina.
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