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venerdì 5 novembre 2010

Anche in Brasile cresce la domanda di spumante

Secondo una ricerca eseguita dal Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (CIVRE), nel primo semestre di quest’anno, il mercato internazionale degli spumanti ha registrato un forte incremento.

I tre maggiori esportatori di spumanti, stando ai dati CIVRE, sono: la Francia - che occupa il gradino più alto del podio grazie allo champagne - con una stima in valore di circa 2 milioni e 300 mila euro per il 2010, seguita dall'Italia, con una stima in valore di 408 milioni di euro, e, con circa 317 milioni di euro, la Spagna. Tuttavia, sempre per il 2010, se si considerano le stime per volume, l'Italia eguaglia la Francia, con circa 240 milioni di bottiglie.
Relativamente ai mercati di destinazione dell’export italiano, si riscontra che nel 2009 i dati non erano molto dissimili da quelli registrati nel 2004 per i grandi mercati; il primo paese era stato Germania (con il 20,4% del valore), seguito dagli Stati Uniti (16,4%), dal Regno Unito (10,9%) e dalla Svizzera (7,3%). I mercati medio-piccoli, invece, si sono rivelati in controtendenza rispetto alla contrazione generale: la Russia, per esempio, dal 2004 al 2009 ha più che raddoppiato l’importazione di spumanti italiani, passando dal 2,4% (2004) al 5,6% (2009) e l’Austria è passata dall’1,5% al 4,4%. Anche nei mercati emergenti il settore è cresciuto notevolmente: Brasile, Argentina ed Estonia stanno incrementando le loro importazioni di spumante.
La ricerca è stata presentata in occasione del Forum Spumanti d’Italia svoltosi a Venezia dal 15 al 17 ottobre a ha mostrato una realtà complessa e articolata da cui i produttori italiani di spumante possono trarre interessanti linee guida per migliorare la loro competitività al livello di export. Come ha affermato il Prof. Eugenio Pomarici - del Dipartimento di Politica ed Economia Agraria presso l'Università Federico II di Napoli - "l'Italia ha superato il periodo più profondo della crisi economica internazionale rafforzando la sua competitività e dovrebbe prestare maggiore attenzione ad alcuni mercati minori molto dinamici".

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