Negli ultimi anni, in tema di misure di difesa commerciale, sono aumentate le richieste di apertura di investigazioni e le sanzioni applicate sulle importazioni effettuate in maniera sleale in Brasile.
Attualmente, presso il Decom - il Dipartimento di Difesa Commerciale brasiliano - sono in corso 30 investigazioni, sono in fase di analisi 25 richieste e sono in vigore 67 misure definitive, 28 delle quali sono applicate contro prodotti made in China: si tratta del 42% del totale.
Il Brasile, nel 2007/08 e nel 2008/09, è stato il terzo paese al mondo che ha applicato più misure antidumping: quelle atte a proteggere il mercato comunitario di un determinato prodotto dai danni al sistema produttivo derivanti dalle importazioni di beni offerti a prezzi inferiori ai prezzi degli stessi beni venduti sul mercato d’origine
Sebbene il Brasile sia una tra i principali utilizzatori di tali misure, le sue azioni di rado vengono contestate dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e, malgrado tutte le misure che il paese ha applicato dall’inizio del funzionamento dell’OMC, nei casi che riguardavano la difesa commerciale nel sistema di soluzione delle controversie, non ha mai perso. Il gigante sudamericano ha compreso quali sono i vantaggi dell’export e intende “invadere” sia il mercato europeo sia quello asiatico, ma intende farlo nel pieno rispetto delle regole.
Relativamente all’efficacia della difesa commerciale, oltre all’approvazione di regole specifiche riguardo alla certificazione di origine (in fase finale di analisi presso il parlamento brasiliano), è bene considerare l’innovazione introdotta dalla legge n. 11.786 del 2008, che prevede la possibilità di investigazioni “anticircumvention” in casi in cui si verifichino modifiche nell’attività commerciale con la finalità specifica di eludere le misure di difesa commerciale.
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