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venerdì 19 novembre 2010

La priorità del Brasile: una società egualitaria

Il processo elettorale brasiliano ha confermato il consolidamento della democrazia nel colosso dell’America Latina, la capacità di confronto delle idee e dei programmi presentati dai candidati e la capacità critica della popolazione.

Con la Rousseff, il Brasile ha scelto ancora la linea progressista rigorosa di sinistra incarnata da Lula, affinché si riduca ulteriormente la povertà e vengano mitigate le disuguaglianze sociali.
I dati emersi da un’indagine denominata “Conflitos no Campo”, effettuata dalla Commissione Pastorale della Terra (Cpt), dimostrano che, nei primi sette mesi del 2010, sono aumentati i conflitti sociali in Brasile: si tratta per lo più relativi all’incremento di episodi di violenza nei confronti di indigeni, piccoli agricoltori e comunità contadine. La causa scatenante di tali scontri è soprattutto l’oro blu. Nel 2009, i conflitti legati all’acqua sono stati 22: dal 1° gennaio al 31 luglio di quest’anno sono stati 29; inoltre, il numero delle famiglie coinvolte in tali contese è passato da 20.000 a più di 25.000. La maggior parte degli scontri legati all’acqua sono causati dalla costruzione delle dighe che, nel 2010, interessano 14 dei 26 stati che compongono la Federazione Brasiliana.
Una delle ragioni che hanno spinto la popolazione verdeoro a votare l’erede di Lula è la promessa dell’impegno per una società egualitaria: la Roussef si è incaricata della gestione del progetto Minha casa, Minha vida che prevede la costruzione di nuove case e la ristrutturazione delle villas (più comunemente chiamate favelas), immensi villaggi caratterizzati da situazioni di grave degrado e violenza, creatisi in seguito all’eliminazione della schiavitù (1888), a causa dell’indifferenza nei confronti dei milioni di schiavi neri e indios che, malgrado avessero ottenuta la libertà, si ritrovarono senza risorse e ancora discriminati. In questi ultimi 8 anni si è cercato di far fronte al debito interno attraverso una politica sociale inclusiva, che ha consentito a milioni di brasiliani di uscire dalla povertà, incrementando la classe media: tali provvedimenti non hanno impedito all’industria nazionale e agli investimenti provenienti dall’estero di trovare nella realtà economica verdeoro un contesto favorevole, ricco di opportunità.

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