Due anni fa, il Governo brasiliano aveva lanciato un’iniziativa che prevedeva la bonifica di alcune delle 165 favelas che circondano la città di Rio de Janeiro, al fine di estirpare il narcotraffico presente nella zona.
Il progetto di bonifica, all’interno del quale rientra il presidio di migliaia di poliziotti – polizia bacificadora – ha, di recente, scatenato un forte dissenso da parte dei narcos che, non accettando di perdere il loro potere, stanno costringendo il Governo Lula a rispondere con fermezza alla loro ribellione.
Il progetto è stato diviso in due fasi: la prima consiste in un'occupazione pacifica, finalizzata a ristabilire l’ordine e ad arginare la violenza; la seconda prevede l’avviamento di servizi sociali, scolastici e sanitari in zone da sempre considerate off limits, in cui milioni di diseredati sono ostaggio del narcotraffico e le condizioni di vita sono molto negative.
Precedentemente, il narcotraffico veniva affrontato attraverso le tropas de elite, corpi scelti che attuavano blitz con metodi brutali; la polizia pacificatrice è stata accolta dall’opinione pubblica e dalle vittime delle favelas come una vera e propria rivoluzione sociale. Il governo di Rio pare determinato a procedere nella repressione della violenza causata dalla ribellione dei narcotrafficanti nelle favelas e, anche in vista delle Olimpiadi del 2016 e i campionati del mondo di calcio, il presidente Lula (in carica fino a fine anno) ha autorizzato un'operazione che prevede l’impiego di nove blindati della Marina, 800 uomini, ad elicotteri, nella speranza che questa “guerra urbana” si concluda al più presto e possa ridurre il potere dei narcos.
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