La produzione agricola brasiliana, in dieci anni, è aumentata del 79%, passando da 83 a 149 milioni di tonnellate: il gigante latino americano è così diventato la prima potenza agricola tropicale.
Il Brasile è leader mondiale nelle esportazioni di soia, carne vaccina, caffè, zucchero, tabacco, etanolo e succo di frutta. Ma è la produzione agricola che a segnato i risultati più sorprendenti, soprattutto grazie ai provvedimenti del governo Lula che ha predisposto interventi mirati, nella piccola, media e grande impresa agricola, soddisfando così sia le esigenze dei grandi produttori sia quelle dei nuclei famigliari. Come ha ricordato Francesco Pallaro, vicepresidente commerciale di New Holland, “il programma "trator solidario", introdotto nel 2008, ha concesso agevolazioni ai piccoli imprenditori, prestiti per macchinari agricoli rimborsabili con il 2% di interessi, facilitazioni creditizie per gli investimenti in macchinari”.
Il successo del Brasile nel settore agricolo va considerato anche alla luce dalla politica agraria gestita da Embrapa, la più grande agenzia agricola del mondo, che si occupa della pianificazione e della programmazione degli interventi basati sulle condizioni del mercato, domestico e internazionale. Ora il Brasile è in grado di competere con i cinque più grandi esportatori di alimenti: Stati Uniti, Canada, Australia e Unione europea.
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