Secondo molti economisti l’economia brasiliana, pur continuando a crescere, sarebbe in forte rallentamento. Le cause andrebbero ricercate nelle manovre antinflazionistiche attuate dal governo e dalla Banca Centrale.
L’economia brasiliana, surriscaldata da una crescita a “ritmi cinesi”, è in fase di rallentamento. Diversi dati sono stati recentemente divulgati: secondo le previsioni della Banca Bradesco, il primo trimestre del 2011 sarebbe caratterizzato da una crescita inesistente, LCA Consultores, società di consulenza brasiliana, ha comunicato che la produzione industriale è calata dell’1,5%.
Secondo quanto riportato dall’ICE, nonostante la generale recessione, gli imprenditori resterebbero ottimisti sul futuro e alcuni settori non risentirebbero del momentaneo rallentamento, tra questi: l’industria calzaturiera, che ha superato le vendite medie del periodo e il settore dell’acciaio, che sta recuperando terreno sulle importazioni. In particolare la produzione di acciaio è cresciuta del 15% rispetto al mese dicembre e, nel primo bimestre del 2011, le vendite totali sono cresciute del 18% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Il settore dell’elettronica e dell’elettrico, al contrario, segna una crescita inferiore alle previsioni. Per quanto riguarda il comparto di elettrodomestici, si registra un calo delle vendite, probabilmente a causa delle misure di restrizione al credito previste dalla Banca Centrale.
I settori che più risentono del rallentamento dell’economia sono il settore automobilistico, particolarmente penalizzato dall’aumento del tasso di interesse sulle vendite rateizzate, le spedizioni di cartone ondulato e la movimentazione di carichi nelle autostrade.
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