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venerdì 30 settembre 2011

Brasile-Cina: asse di ferro nella “guerra valutaria”

L’ipotesi del salvataggio dell’euro grazie all’intervento Brasile e Cina comincia ridimensionarsi: il gigante sudamericano è disposto ad aiutare l’Europa, ma con cautela e a patto di trarne vantaggio.

Il Brasile intende proporre alla Wto l’adozione di misure atte a tutelare alcuni Paesi membri da svalutazioni competitive, non allineate agli accordi internazionali: Brasilia considera indispensabile metter mano a una riforma che tuteli la propria economia, evitando un’eccessiva rivalutazione del real. Dall’inizio del 2009 a oggi la moneta brasiliana si è rivalutata del 36% sul dollaro, tuttavia, l’incertezza della crescita globale e il calo delle materie prime ha provocato un’inversione di tendenza: nei giorni scorsi la valuta brasiliana ha perso il 5%, rendendo necessario un intervento della Banca Centrale. Così, il gigante sudamericano, allarmato dal calo della competitività dei prodotti nazionali, è deciso a non tirarsi indietro di fronte alla “guerra delle valute” e ha siglato un blocco ferreo con la Cina sullo scacchiere internazionale: come ha spiegato Enzo Farulla – economista esperto di temi latinoamericani - il colosso verdeoro e il Dragone “non vorranno mai più mancare ai tavoli in cui si prendono le grandi decisioni finanziarie internazionali”.

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