Gli imprenditori europei sono sempre più attratti dalle opportunità che il Brasile, grazie alla sua stabilità economica e democratica, è in grado di offrire.
La crisi economica ha spinto le imprese europee a incrementare gli investimenti produttivi in Brasile. I dati della Banca Centrale, relativamente al 2011, indicano che gli investimenti diretti esteri (IDE) provenienti dai Paesi della zona euro, è triplicato: dai 7,9 miliardi di dollari relativi ai primi 7 mesi del 2010, si è passati ai $23,4 miliardi registrati nello stesso periodo di quest’anno.
Il Paese sudamericano offre ottime prospettive di sviluppo per i prossimi anni e le aziende europee sono attratte, in primo luogo, dai programmi di sviluppo avviati dal Governo brasiliano, come il Programma di accelerazione della crescita (PAC), e intendono anche approfittare dell’exploit immobiliare favorito dal programma “Minha Casa, Minha Vida”. Inoltre, a differenza di altre economie dei Paesi BRIC, come quella cinese, il Brasile può offrire tutta una serie di vantaggi legati alla sua stabilità democratica; come ha evidenziato Paulo Vicente, professore di strategia alla Fundação Dom Cabral: “molti sono ancora timorosi all’idea di investire troppo in Cina, a causa dell’instabilità del Paese. Soprattutto temono che, ad un certo punto, il Paese possa smettere di crescere, o addirittura, a causa di certi movimenti separatisti, che possa dividersi […] Senza contare che la corruzione è molto meno diffusa qui in Brasile”.
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