La cooperazione tra Brasile ed Africa, facilitata dalla comunanza etnica e culturale che i due Paesi hanno ereditato dal periodo coloniale, è instabile e minacciata dalla concorrenza cinese.
Il Presidente brasiliano Geisel (1974-'79) favorì le possibilità d'interscambio con le economie africane, riconoscendo l'indipendenza dell'Angola, che all’epoca era una colonia portoghese. Il governo Lula è riuscito ad avvicinarsi ulteriormente ai paesi africani grazie alla presenza – all’interno del Ministero degli Esteri di Brasilia – di figure diplomatiche di grande spessore, quali Celso Amorim e Samuel Pinheiro Guimaraes, che avevano lavorato anche alla costruzione della politica estera del governo Geisel negli anni '70.
Uno degli obiettivi fondamentali del governo brasiliano è quello di ottenere un posto nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU e una delle strategie più efficaci della diplomazia brasiliana per aumentare la sua influenza a livello globale - considerando che oggi la presenza dei rappresentanti dei paesi africani in organizzazioni internazionali come l'ONU o l'OMC è maggiore - consiste nel costruire rapporti coi delegati di tali paesi (Ghana, Togo, Nigeria, Angola, Mozambico).
Uno dei fattori che maggiormente incidono nella relazione tra Brasile e Africa è la presenza cinese: tra le imprese che partecipano agli appalti per costruire edifici, progetti d'ingegneria e minerari c’è una concorrenza brutale da parte di quelle cinesi, che stanno conquistando spazi sempre maggiori. La presenza cinese in Africa oggi è, infatti, superiore a quella brasiliana; gli scambi commerciali tra il Dragone e il Continente Nero sono cresciuti di 10 volte, dal 2000 al 2008, e hanno generano un business da 107 miliardi di dollari: anche se in ambiti come l'ingegneria ed il petrolio, il Brasile è ben insediato, la presenza cinese costituisce una seria minaccia per quella brasiliana.
Al fine di consolidare le relazioni in essere coi paesi africani, il Brasile deve far sì che queste ultime divengano autosostenibili, affinché l’interscambio commerciale non sia soltanto frutto di strategie di governo e che le relazioni tra i due Paesi – lo scambio di tecnologia, la mutua collaborazione, l’incentivo all’istruzione – possano proseguire in modo autonomo, anche in seguito all’esaurimento dell’impulso iniziale fornito dal Ministero degli Esteri di Brasilia.
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