In Brasile, negli ultimi due anni, la domanda di immobili è quasi raddoppiata. Sulla scia del settore immobiliare trovano ampie opportunità non soltanto l’edilizia, ma anche l’industria dell’arredamento, del cemento, la produzione di serramenti, il settore florovivaista etc..
L’economia brasiliana va a gonfie vele: lo dimostra, non soltanto l’aumento del Pil, che nel 2010 ha raggiunto una crescita del 7,5%, ma anche la ripresa a pieno ritmo di alcuni settori strategici, tra cui l’immobiliare.
Il boom del mercato immobiliare va ricercato nell’aumento del benessere economico e nell’ascesa della cosiddetta “nuova classe media brasiliana”, che è il centro propulsore della ripresa carioca e comprende i nuclei familiari con un reddito compreso tra 1.116 reais e 4.854 reais (equivalenti a un importo tra 500 e 2.200 euro circa).
Il Governo ha promosso, inoltre, un progetto federale di edilizia sociale, chiamato “Minha casa, Minha Vida” il quale ha come obiettivo consentire alle famiglie a basso reddito di acquistare la prima casa.
Sulla scia del settore immobiliare trovano ampi spazi di sviluppo non soltanto l’edilizia, ma anche l’industria dell’arredamento, del cemento, la produzione di serramenti, il settore florovivaista etc.. Una particolare attenzione meritano le vendite di cemento che nel 2010 hanno raggiunto un aumento record del 14,8%. Secondo alcune proiezioni, dovrebbero crescere, durante l’anno in corso, ad un tasso compreso tra l’8 e il 9%. In particolare nel mese di gennaio hanno segnato un aumento del 9,1% anno su anno, totalizzando 4,7 milioni di tonnellate vendute. Secondo quanto riportato dall’ICE il presidente del Sindacato dell’Industria del Cemento (Snic) ritiene che “il grande motore del consumo di cemento degli ultimi anni è dipeso dalle costruzioni residenziali dell’intero Paese, dal Sud al Nord. Il 2010 è un anno di aspettative per il settore, in virtù della sensibilità del cemento alle questioni congiunturali, come eventuali misure che il governo deve adottare nei prossimi mesi per contenere l’inflazione”. Lo Snic prevede che, entro il 2016, sarà necessario costruire nuove fabbriche per la produzione di cemento al fine di portare la capacità produttiva nazionale da 67 milioni di tonnellate attuali a oltre 100 milioni. Ciò nasce dall’esigenza di investire in piani infrastrutturali, centrali idroelettriche, senza dimenticare i mondiali di calcio 2014 e le Olimpiadi 2016.
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