La crescita repentina del prodotto interno lordo carioca, nel primo trimestre del 2010, è la più veloce negli ultimi quindici anni (9%) e rischia pertanto di surriscaldare l’economia del Brasile, costringendo il Banco Central do Brasil ad aumentare, per limitare l’inflazione, il tasso di riferimento di altri 75 punti base, ripetendo così ciò che aveva fatto a fine aprile e portandolo in tal modo dal 9,5% al 10,25%.
L’intento è quello di mantenere l’inflazione al target annuo fissato dal governo al 4,5%, che a partire da quest'anno è stato superato ogni mese, pur avendo registrato un lieve abbassamento da aprile (5,26%) a maggio (5,22%) confermando le giuste direzioni in cui vanno le politiche adottate dalla banca centrale brasiliana.
Come la crisi europea può aiutare a contenere l'inflazione rallentando la crescita mondiale e abbassando i prezzi delle commodities, il Brasile sta lavorando ad abbassare la domanda interna, afferma Jankiel Santos, capo economista presso il Banco Espirito Santo de Investimento.
L’intento è quello di mantenere l’inflazione al target annuo fissato dal governo al 4,5%, che a partire da quest'anno è stato superato ogni mese, pur avendo registrato un lieve abbassamento da aprile (5,26%) a maggio (5,22%) confermando le giuste direzioni in cui vanno le politiche adottate dalla banca centrale brasiliana.
Come la crisi europea può aiutare a contenere l'inflazione rallentando la crescita mondiale e abbassando i prezzi delle commodities, il Brasile sta lavorando ad abbassare la domanda interna, afferma Jankiel Santos, capo economista presso il Banco Espirito Santo de Investimento.
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