In ottobre avranno luogo le elezioni presidenziali brasiliane. Lula, presidente uscente dopo due mandati, non è rieleggibile ma punta sul suo ex capo di gabinetto, Dilma Rousseff che - in fase di campagna elettorale, ufficialmente iniziata martedì 6 luglio – è avvantaggiata dall’eredità di Lula: le sue politiche di governo hanno portato notevoli benefici, tant’è vero che la sua popolartità, dopo otto anni di mandato, sfiora l’80%.
L’altro principale candidato dell’opposizione è José Serra, già ministro della Sanità con il predecessore di Lula, Fernando Henrique Cardoso. Per adesso i due si trovano in una situazione di parità quanto a preferenze, ma la costante presenza di Dilma a fianco di Lula, in ogni evento e all’inaugurazione di opere pubbliche, le ha già permesso di recuperare lo svantaggio iniziale: il carisma del presidente in carica potrebbe rivelarsi decisivo.
Un elemento che avrà un ruolo importante relativamente agli esiti delle elezioni sarà lo stato dell’economia. Per ora si può parlare di un vero e proprio “boom”: nel primo trimestre 2010 l’economia brasiliana è cresciuta del 9% su base annua. Si tratta di un'espansione a “ritmi cinesi”, come dicono in Brasile, e proprio la Cina occupa un posto di primo piano nel boom brasiliano: il gigante asiatico è diventato il primo mercato di sbocco per il Paese latino, superando Stati Uniti e Unione europea. Gli economisti brasiliani sono attenti a captare ogni eventuale battuta d’arresto dell'economia cinese, che importa principalmente materie prime, ma temono soprattutto “problemi di surriscaldamento dell'economia”, anche a causa della politica di spesa pubblica e dei forti afflussi di capitali esteri. L'inflazione dovrebbe salire nei prossimi mesi, per chiudere l'anno sopra il 5,5%, superando così l'obiettivo del 4,5% della Banca centrale, che è pronta ad intervenire con una serie di rialzi dei tassi d'interesse.
Durante gli otto anni del governo Lula sono stati creati più di 12 milioni di posti di lavoro e questo ha favorito il calo della povertà (il 43% in meno dal 2003) ancor più dei sussidi per le famiglie (Bolsa famiglia), sebbene questi ultimi abbiano raggiunto, comunque, oltre 45 milioni di persone. Inoltre, il potere d'acquisto dei brasiliani è il più alto da 15 anni a questa parte e la distribuzione del reddito, in un paese che rimane fondamentalmente diseguale, è la migliore dalla metà degli anni ‘80. Tuttavia, molti dei successi del governo di Lula vanno attribuiti alla continuità con le politiche di Cardoso nella lotta a inflazione e povertà: a Serra non rimane che insistere su questo aspetto per competere con la candidata di Lula e riuscire a portare l’elettorato dalla propria parte.
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