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mercoledì 18 gennaio 2012

La politica sull’immigrazione

Il Brasile è pronto ad aprire le frontiere a 400.000 professionisti.

Se alla fine dell’Ottocento l’ondata migratoria verso il Brasile era stata determinata dalla fame, oggi il fattore scatenante si chiama crisi. Il Brasile è diventata la terra promessa per molti professionisti: si calcoli che l’anno scorso circa 80.000 professionisti hanno deciso di pubblicare il loro curriculum nel Paese sudamericano attratti da tassi di crescita che nei Paesi maturi non si registrano più.
Nel primo semestre del 2011 il numero di stranieri arrivati nel Paese ha registrato un aumento del 52,4% e nel corso dei primi nove mesi dello scorso anno il Ministero del Lavoro ha rilasciato 51.353 autorizzazioni agli stranieri, segnando un incremento del 32% rispetto all’anno precedente. Stando alle ultime statistiche dal 2007 ad oggi sono stati soprattutto gli spagnoli ad emigrare verso il Paese sudamericano alla ricerca di un lavoro, con una crescita del 45%.
Recentemente premiato con un upgrade da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, il Brasile vanta un tasso di disoccupazione molto basso (si aggira intorno al 6%) e un livello di attrazione molto elevato visti i grandi eventi sportivi in programma per i prossimi anni, dai Mondiali di Calcio nel 2014 alle Olimpiadi nel 2016.
Ricardo Paes de Barros, coordinatore del progetto allo studio del Governo che prevede una politica di immigrazione volta a favorire l’ingresso di 400.000 professionisti qualificati nel Paese, ha commentato «Dal momento che il Brasile è oggi un'isola di ricchezza nel mondo, c'è molta gente qualificata che vorrebbe lavorare qui».

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